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sbrodolata che elogio al cafone

che sono tanti e tante, ma visto che sono cafoni, non riescono a comprendere il grande potenziale voti che hanno, e visto che sono cafoni, che credono a quel che dicono i prezzolati giornalisti, i quali gli fanno credere che loro sono quelli sbagliati, mentre i giusti sono gli istruiti colti e educati

Questa mattina la sbrodolata riguarda i cafoni, esatto, i cafoni della specie che magari è anche del sottoscritto? Esatto, quelli che hanno il sex nella testa, quelli che, come il sottoscritto, hanno sempre tanta fame di fig.A. Esatto, che dopo però, esatto, i cafoni sono proprio loro quelli che non beccano, che sono sempre loro quelli che non penetrano. Che, logico, con la cafonaggine dimmi tu come fai a trovare materia prima, la fig.A. Quella è quella cosa che guarda ben altro in un uomo, e non fatemi tagliarla più fine. Che i cafoni non trovano materia prima da penetrare, beh quello non è una novità, che il cafone deve accontentarsi de la bambola gonfiabile che tiene ne l’armadio, beh, anche questa è cosa nota. Il cafone è il classico tipo che la narrativa descrive un volgare, un gran volgare, con colpevole mancanza di tatto. Dove che volgari e cafoni e  gran cafoni, sprovvisti di alcuni optional che altri educati hanno di serie. I cafoni accusati da l’immaginario collettivo di non avere tatto, di non avere diplomazia, che situazioni che in società di bipedi umani, che come s’è ridotta adesso, sono qualità che avvantaggiano di sicuro in società piena di falsità. (frase non del sottoscritto ma di Andr…Manz… Ai cafoni piacciono le cose pacchiane e ne vanno fieri perché infastidiscono gli educati “pseudo-intellettuali” che ancora filosofeggiano di estetica e bellezza e di bon ton. Poi tutti bravi a filosofeggiare di bon ton. di stare attenti di non mettere in tavola la forchetta sul tovagliolo, come che questa la cosa più importante al mondo. Che cafoni quelli che vanno al Pane Quotidiano, quelli che costretti a mangiarsi un panino sui forati della casa che stanno tirando su al nobile aristocratico pieno di bon ton, lui, la sua moglie e i suoi figli, che abituati a trovare la pappa pronta preparata col sudore delle braccia di altri. Facile di badare al bon ton quando non devi pensare a le bollette da pagare, quando non si è costretti a andare al Pane Quotidiano a fare la fila per una sportina di cibo industriale. Facile avere bon ton e a essere moderati e educati con le palanche in tasca. Tutti bravi a elogiare l’allenatore e la squadra avversaria quando si è vinto però la partita. Diverso se la partita si è persa, ecco che educazione e moderazione, e bon ton, esatto, cambiano di colpo) Esatto, la falsità d’animo, di non essere diretti è situazione che avvantaggia di sicuro quelli chi non si fa scrupoli di coscienza. Esatto, si mettono la maschera la maschera più appropriata al momento e vanno a interpretare la situazione a propria comoda, che sempre una situazione che va a braccetto e si sposa con la furbizia e l’opportunismo. Esatto, il limite dei cafoni è dire pane al pane vino al vino? di avere modi di comportamento poco furbi, modi di comportamento veri e sinceri? dettati da l’istinto primordiale? e l’istinto è prerogativa più animale che di bipede umano. Ma l’animale non ti frega, mentre l’umano vive solo di opportunismo? dove se ci sta occasione di vantaggio, il bipede educato non ci sta a pensare 2secondi e sei bella che fregato? Esatto, la persona cafone e volgare, molto volgare non si ferma a pensare il vantaggio o lo svantaggio di quel che andrà a dire e prima di aprire la bocca, il cafone non sta di innestare il cervello prima di dar fiato alla bocca, quel che pensa è quello che ti dice e senza malizia. Il cafone è naif in tutto e per tutto, una persona vera così come la vedi, il cafone non conosce la sottile arma della finzione. Questo che in un mondo dove il permalosismo la fa da padrone, il cafone, di sicuro ha anche vita dura, fatta di rapporti interpersonali difficili e complicati, specie con l’altro sex. Tutto sta qua, ci sta chi bipede umano educato gli viene facile e naturale di essere falso e furbo e di non dire ciò che pensa, e che invece chi, gli altri un po’ più animali, che meno educato (e chi decide dove sta la linea di demarcazione tra educato o no? ma fatemi il piacere, ma fatemi il piacere e andate a prenderlo in …) esatto, che cafoni e volgari non pensano se vantaggio o no prima di dire, prima di sparare cazzate. Questo che spesso e volentieri vanno a commettere gaffe su gaffe, che gli si andranno a ripercuotere contro. Ecco che il sottoscritto, per tanti e tante, a far parte di questa specie, la razza dei cafoni, però non gli dispiace, anzi, gli piace proprio stare nella squadra dei cafoni. Esatto, le radici, e chi è senza radici? esatto ispirata da una canzone di Guccini. Che cafone è aggettivo attribuito esclusivamente al volgo, questo che deve essere un vanto, ma il cafone è cafone e non lo capisce, e si fa imbortolare dagli educati. Dove il volgo era il popolo meno istruito, e da qui deriva la parola volgare. Questo che quando al sottoscritto gli si dice che è, a volte o spesso, volgare nei modi e nei termini, non può che fargli piacere, immenso piacere. Nel senso che il sottoscritto si sente uno del popolo, anzi, è uno del popolo, di più con allergia agli aristocratici, forse per via di provenienza di ceto sociale? che figlio della serva in casa di nobili? che qualcosa ne sa, e anche se poco qualcosa ne sa? Ma il popolo quello meno istruito, quello meno furbo, quello meno diplomatico, quelle sono le persone più vere, esatto, il popolo dei lavoratori, poco furbo, non capisce, purtroppo, non ha ancora capito, che mille volgari, contano più di novecentonovantanove istruiti. Che da sempre, visto anche le origini di figlio della serva in casa dei nobili, che da sempre, il sottoscritto sempre stato dalla parte del volgo, di quelli che, per portare a casa la pagnotta, devono sudare a forza di braccia, e di non usare le parole giuste al posto giusto e al momento giusto. Esatto, quel che, in giacca e cravatta, senza sudare, usando solo le parole false al momento giusto, esatto, quel che si chiama imbortolare le persone, altro che pagnotta si portano a casa. Esatto, dove per gli istruiti educati, quelli del volgo, i cafoni, considerati solo che stupidi, facile da imbortolare, specie, coi telegiornali del padrone. Detto questo, ecco che, se c’è una cosa che da fastidio anche a tanti del volgo, questa è la bestemmia. Poi, il sottoscritto, se ha avuto degli aiuti, li ha avuti dal volgo, dai cafoni, ogni simile ama il proprio simile? Che, solo un episodio tra mille, di quando una volta rimasto a piedi col fiat 127 rosso, che era quello del … ma no, non metto il nome. Ebbene, rimasto a piedi in via Rovadino, arrivato a piedi li al bar …rdino, ci stavano tante persone, ma le uniche due a muoversi per dare una mano al sottoscritto, esatto, due cafoni, non fatemi mettere il nome, ma a loro gli avrei lasciato in mano il portafoglio, di sicuro non ai educati benpensanti. Mentre chi, considerate in società brave, bravissime persone, se a volte il sottoscritto si dimenticava qualche attrezzo o strumento in auto del cliente dopo aver fatto l’impianto autoradio, e se ne approfittava, e era cosa molto frequente. Chi riportava indietro erano solo quelli del volgo, i cafoni, mai visto un istruito o un palancaio a riportare quel che il sottoscritto aveva dimenticato su l’auto. Mi fa tenerezza ancora adesso a ripensare a quel ragazzo che aveva fatto trenta km di andata e poi trenta km di ritorno e solo per riportarmi indietro le forbici che avevo dimenticato sulla sua auto e che erano scivolate sotto il sedile. Come non dimentico chi educato, da furbo, si è tenuto ben stretto l’avvitatore Bosh nuovo di trinca. No, il sottoscritto sta con il volgo, quello che, se ha le cose da dire, te le dice in faccia, e che quello che ti dice in faccia lo pensa anche. A questo proposito vado a pubblicare cover del sottoscritto del testo di una canzone inno al cafone, canzone che inquadra bene la personalità del cafone … autoradio a palla negli Alfettoni (alcuni modelli Alfa Romeo, ai tempi, avevano un po’ nomea di auto dei cafoni. Sai che tanti quelli con le Alfa a fare impianti che prima sentivi la musica e dopo vedevi arrivare l’auto. A loro, a questi cafoni devo solo che dire grazie, di sicuro più a loro che ai benpensanti e associazione Custodi de la Moralità) pantaloni a zampa, la giacca della standa, mi metto in branda e la mano va su e giù mentre a occhi chiusi rivedo la cubista in tanga, che eccita un’intera banda. Un urlo un lampo il cafone e’ sul palco. Il supercafone eccolo qua Piotta e’ il suo nome nun lo scorda’ movi la mano de qua e de la fammela vede fammela toccà fammela liscia’ muovi i tuoi fianchi nun te ferma’ e’ robba nostra devastiamo tutto a casa nun ve manno…”Ah senza tetto” (classica frase dei DJ di quei tempi, di quando arrivata tarda ora, il DJ che ne aveva pieni i ..oglioni, diceva a chi ancora in pista: ma voi non avete una casa?) piu’ a palla, niente ballo del “Quaqua” il Supercafone eccolo qua, “Com’e’ bello fa l’amore” come canta la Carra’ anda’ co’ Califano RIP al Festivalbar co’ ‘na stella dell’Hardcore su Novella brinda’ co’ Funari RIP a sciampagna e mortadella Vota Moana (Pozzi RIP la famosa pornostar) pe’ cambia’ la società (esatto, meno economia e più a far l’amore, esatto, molto meno conflitti sociali, e il PIL e la Cassaintegrazione, e la Disoccupazione, e la Plastica, e l’Effetto Serra, esatto, quando ci stavano più tanti cafoni meno di questi problemi. Vi dice niente l’episodio del film Fratelli D’Italia? quello con protagonista Cristian De Sica, si quello che alla fin fine aveva scelto i cafoni suoi amici e mandato ”ffn.ulo il jetset de i palancai aristocratici … Trama copia incolla da wikipedia. Cesare, commesso romano, è un giovane che sogna invano il jet set e la bella vita. Dopo aver programmato una vacanza in Sardegna assieme agli storici cafoni amici del quartiere, per un contrattempo non riesce a raggiungerli in tempo all’imbarco del traghetto. Tale disguido lo porta, tuttavia, a imbattersi fortuitamente in Turchese, giovane e bella ereditiera di un noto imprenditore, che per uno scambio di persona crede lo squattrinato Cesare il rampollo di un famoso industriale. Il ragazzo approfitta della situazione e viene così ospitato a bordo di un grande panfilo, per un lussuoso fine settimana tra aristocratici in Costa Smeralda. Tra un impegno mondano e l’altro, Cesare incontra casualmente anche i suoi amici cafoni della borgata. Se dapprima se ne vergogna, cercando anche di evitarli per timore di essere smascherato, alla fine è ben lieto di ricongiungersi a loro, quando capisce che la sua condizione sociale di borgataro cafone lo rende sì povero ma felice e spensierato, a dispetto dei tanti e grandi problemi che assillano qualsiasi altolocato. Esatto, meditare sulla metafora di vita no? troppa fatica?) il rap…chi lo ama e chi lo frega (vari ..edez & affini?) io so’ coatto come Mario Brega RIP (uno degli attori preferiti di Verdone, spesso e volentieri una parte nei suoi film) Il sole integrale ar mare o in balcone o la classe serale dei supercafoni giovani coatti come Manuel Fantoni (dove chi lo interpretava RIP, quello che interpretava la parte del coatto nel film di Verdone, il film Borotalco) Ah bella” vie’ co’ sti maschioni Signore e Signori io so’ Mister Okey il rapper giusto per la bocca di lui e per la bocca di lei (esatto, buco è buco. Ispirata da S.C. un mio ex cliente) provo disgusto per ogni gentilezza il cafone e’ trucido come er Monnezza (personaggio portato sul grande schermo da Tomas Milian RIP, dove è l’esaltazione del detto: l’uomo, il vero uomo a’ dà puzza di maschio, non di fragranze e profumi di profumeria, il vero uomo a’ da’ puzzà d’animale naturale. Caro, Ravanelli e caro Milian, andate a fallo capire, che fallo non inteso come attributo maschile, Ma fallo che di tradurlo in farlo, andate a farlo capire a quelli ammaestrati dalla moda e con protesi smartphone in mano, quelli della movida, che tanto ci tengono di farsi notare, ma poco experience di palpeggiare. Il detto si dice che il cafone lo si nota, l’educato no, quello passa inosservato, non da scandalo. Il fatto che il cafone se ne frega proprio de l’educato, non gli fa ne caldo ne freddo, è l’educato che sta a sindacare chi non si comporta come lui, le barriere e gli steccati li tirano su quelli educati e istruiti, i muri non li tirano su i cafoni ) “che pezza”, la voce si spande dalle Alpi alle Ande Piotta, sei grande! ignorante con l’abbronzante, abbondante fra le mutande Il supercafone eccolo qua Piotta e’ il suo nome nun lo scorda’ movi la mano de qua e de la fammela vede, fammela palpà, fammela lecca’ muovi i tuoi fianchi nun te ferma’. Così, un po’ a memoria un po’ inventato, cover del sottoscritto de il testo di una canzone che ha fatto storia. Detto questo, saluto quei pochi cafoni che navigando sono capitati per caso in questo sito, che in origine era sito che sbrodolava, più che altro, di corse a piedi. Ma è ancora un sito di corse a piedi? e però senza paraocchi? Quando riapriranno anche le gare del Torneo, logico che, cari cafoni, le sbrodolate e lo sparar cazzate sarà maggiormente incentrato su le corse a piedi del Torneo Podistico. Con catena corta al collo, il Covid 19 ha cambiato un po’ anche il sito e non solo il governo, ma anche le persone? Sai che non lo so, datela voi la risposta. CIAO (mauro)

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