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C’È UN ARIA CHE MANCA L’ARIA (COVER SBRODOLATA DEL SOTTOSCRITTO E ISPIRATA DALLA CANZONE DI GIORGIO GABER)

Preparato la moka del caffè, come qualsiasi buon italiano rispettoso della legge, ecco, come in un rito sacro, che accendo la televisione. Nel fare questa cosa ecco che, come si può non andar a collegare il tutto con la bella e mitica canzone di Gaber, scritta in compagnia e in simbiosi con l’amico Luporini. Ecco che, la musa, ecco che viene a trovare il sottoscritto, gli dice: se ci pensi bene, puoi farci dentro sbrodolata prendendo spunto de la canzone C’è un aria, esatto la canzone di Gaber. Detto questo, ecco la sbrodolata di fine anno, perché per il 2021 non so come è che diventerà, sai, the men in black, stanno sempre con orecchie dritte e appena appena intravedono la scusa, ti sbattono a processo, vedi Pier Paolo Pasolini. Vedi anche cosa è capitato a il programma di Pino Scotto su Sky, mentre il moderno ..dez gli si aprono e in pompa magna, gli si aprono tutti i più modaioli palcoscenici. Così è la vita, dopo stupido chi si lamenta. Questa è la sbrodolata di fine anno e speriamo non rimanga anche l’ultima, esatto, tira una brutta aria, una brutta brutta aria. Ecco la cover sbrodolata del sottoscritto, fatta su ispirazione de la canzone di Giorgio Gaber. Ecco, la sveglia ha suonato, alleluia, ecco che il nuovo giorno è arrivato, ecco il bagno riscaldato, ecco ancor prima di dir buongiorno al tuo vicino, che spiando da la finestra, che lo hai visto in cortile, hai squassato le spalle, e di corsa verso il cucinino, pronto a farti la pubblicizzata cialda quella che ti regala un bel corroborante e fumante caffettino. Ecco è arrivato il momento tanto atteso, le notizie quelle della televisione. Sullo schermo appare la bella faccia dei due simpatici e amati conduttori: un signore raffinato, faccia colta e intelligente (notate, faccia colta e intelligente, esatto, importante è avere l’apparenza, cosa che è visibile a occhio nudo, esatto, l’importante è il far vedere la bella carrozzeria, bella lucida, il motore, la mente lucida, quello è cosa che non si vede è cosa secondaria. Detto questo) invece, in abito succinto, la truccata intrattenitrice, ammiccando, con voce suadente gambe accavallate, un foglio in mano (brava col foglio in mano, ma con qualcos’altro di altra forma pulsante in mano molto ma molto più brava, e brava con la bocca e non solo far a uscir parole?) che gli dona aria da intellettuale, lì, nel grande studio aperto e in maniche corte anche se è dicembre. Lì, nel grande studio grande e allentante, si mette in bella mostra con un sorriso invitante. Due bei virtuali vicini loro due a darti il migliore dei buongiorno (meglio il buongiorno invitante di quelli dentro lo schermo, del buongiorno seccante del vicino in carne e ossa? per tanti e tanti è proprio così) Il buongiorno te lo danno sorridendo (facile dire essere tutti uniti, tutti su la stessa barca di essere tutti e di diventare tutti un po’ più moderati, esatto, quando hai le palanche in tasca. Chi di quelli vuol far cambio con le finanza di chi non è moderato?) e commentando anche con interviste e filmati, ti raccontano, a turno, di come è che va nel mondo. Con sequenza studiata prima a tavolino, ti raccontano la loro storiella che ti dice cosa è che bolle nel calderone di questo stupendo intelligente mondo, in tempo reale le ultime importanti notizie di cosa sta bollendo nel calderone di questo vecchio mondo. (che poi la fotografia di uno che dorme, sarà stata cosa studiata? E per attirare solo che consenso, tutti d’accordo a mettere in scena la gabola? No, è sicuro che è cosa veritiera, e pensar male si fa peccato. I segni delle mascherine sul viso, risaltavano meglio se si facevano stesse foto a un operaio che salda, altro che segni, in mezzo a quel fumo da respirare e con quei raggi che arrivano dal contatto degli elettrodi con le parti di ferro da saldare. Se invece è alluminio è ancora peggio, anche se poco, il sottoscritto qualcosa ha provato. C’era Thomas, che, dopo quattro ore a fila, già solo quello, già solo quattro ore, costretto il giorno dopo, che rimaneva a casa, esatto, dalla pelle cotta e dal bruciore degli occhi. Prova tu, caro giornalista, con quei lampi a intermittenza riflessi da l’alluminio e in faccia. Prova tu, caro giornalista, con quel fumo di saldatura che costretto per portare pagnotta a casa, costretto di respirarlo. Carissimi, esatto, ci stanno lavori di serie A e di serie B, poco omaggiati dalla tv. Perché è molto probabile che un saldatore accetti cambiare e fare altro lavoro, ma difficilmente chi fa altro lavoro accetterà di cambiare e per andare a fare il saldatore 8h al giorno. Ma posso dire stessa cosa delle fonderie o tanti altri lavori, anche i cavatori a esempio. Dove tanti e tanti che fanno questi lavori non sono nativi italiani. Come mai? Dammela tu la risposta, dammela tu caro intrattenitore tv, dammela tu la risposta, caro intelligente giornalista. Basta con la retorica degli eroi, non se ne può più della pacchiana retorica di qualche lavoro eroi e gli altri dimenticati) Con la tazzina del caffè in una mano e la briossina nell’altra, ecco che, esatto, arrivano e in sequenza studiata le notizie: un attentato, uno stupro e se va bene, anche una disgrazia (quante volte con thomas stavamo a commentare questi telegiornali. Che thomas mi diceva: logico che ti fan vedere questo, per farti pensare che tu sei fortunato che c’è chi sta peggio di te e dunque, di non lamentarti del sistema e del potere costituito. Di non lamentarti e che di andare ogni giorno, ogni mattina, di andare a timbrare il cartellino e felice e contento, gaudiosamente. Che poi, thomas, spirito libero, non essendo nato criceto da appartamento, ha mollato tutto e ha scelto la vita del “barbone”. Una vita che non ti permette di fare il benedetto consumismo, però, c’è un però, ti fa star bene dentro, con te stesso. O meglio, chi è nato criceto, che lui li chiama altro nome, sicuro che questa vita da criceto da appartamento non fa per loro. Chi è nato con spirito indomabile, selvatico, ma come si fa a non capire, che per loro nati con spirito libero, a questi, la vita da criceto è una tortura dello spirito, del loro spirito. Caro establishment, come si fa a non capire? esatto, loro sono minoranze da eliminare? da far passare attraverso il camino? Come si può pensare che non soffrono se costretti a non seguire la loro indole, quella che gli ha donato Madre Natura. esatto, costringere animali nati liberi nella foresta a farli vivere in una gabbia di 5mt x 5mt. Questo che è assurdo che tal brava sotto le lenzuola vada a sparare in televisione che la cosa più giusta, per il bene di tutti, è obbligare e costringere o con le buone o le cattive, di tutti a correre a farsi iniettare, scusate, lei dice: inoculare, esatto, ci sta, per la brava sotto le lenzuola, ci sta fondamentale differenza tra le due parole. Tal brava sotto le lenzuola, seconda solo a Hitler, che da be e bella che con lui al timone di comando sarebbero stati eliminati i tipi alla thomas. Esatto, gli spiriti liberi sarebbero già da be e bella stati eliminati. Anzi, non sarebbe bastato nemmeno avere in mano patentino di aver già fatto il vaccino annuale. Esatto, perchè è di logica che si dovrà tutti noi e sempre fare richiamo e ogni tot anni. Speriamo che chi dice così abbia torto. Esatto, con Hitler, che mai aveva letto il libro I Promessi Sposi, non è vero che abbia associato i barboni agli untori, capro espiatorio colpevoli di tal epidemia. A Hitler dava fastidio chi non la pensava uguale a lui, chi non vedeva il mondo come lo vedeva lui, chi gli andava di traverso ai suoi piani studiati a tavolino. Esatto, tali sarebbe stato facile eliminarli e con una scusa e tra gli applausi generali del gregge dei sudditi. Esatto, facile far passare i poveri e i diversi per untori. Con tal mentalità hitleriana, quella delle categorie, thomas, da be e bella che sarebbe stato, da be e bella che eliminato e fatto passare per il camino, ma, e assieme anche a chi non era biondo e occhi azzurri? Dopo, fa niente se biondi e occhi azzurri come il principe della favola, ma con cervello inconsistente, anzi, meglio. Esatto, se con materia grigia poco efficiente, esatto, vuol anche dire materia grigia più malleabile e più facile da modellare e a piacimento, e come si vuole, come fa comodo al progetto de l’establishment, e  usando e sfruttando il potere della televisione, anzi, usando e soprattutto il potere di convincimento della santa televisione. Esatto, con la televisione in mano a l’establishment che comanda al momento, tutti a applaudire gli experti allineati a tal modo di vedere che fa comodo a chi comanda) che diventa e sempre un mistero di dimensioni colossali (misteri in Italia ce ne stanno e quanto tanti ce ne stanno, tipo P.Za Loggia? tipo P.za Fontana, tipo 2 agosto e così via, non metto la lista, diventerebbe lunga come un elenco di malattie e lunga come un elenco di prodotti farmaceutici. Ma i misteri agli italiani piacciono, piacciono molto, vedi la serie televisiva de la fiction Il Segreto, che è anni che va avanti, riscuotendo sempre tanto share) Dopo è la volta di quando tal conduttori vanno a commentare altri pensieri, di quando fanno passare sullo schermo il tal video, che passano quei bordelli di pensiero che chiamano giornali. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria… Ed ogni avvenimento di fatto si traduce in tanti “sembrerebbe”, “si vocifera”, “si dice” con titoli ad effetto che coinvolgono la gente in un gioco al rialzo che riesce a dire tutto senza dire niente. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria. Lasciateci aprire le finestre, lasciateci alle cose veramente nostre e fateci pregustare l’insolita letizia di stare per almeno dieci anni senza una notizia. In questo grosso mercato di opinioni concorrenti puoi pescarti un’idea tra le tante stravaganti e poi ci sono le ricerche, ci stanno i sondaggisti, tanti pensieri alternativi che ti saltano addosso come le marche dei preservativi. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria… E c’è un gusto morboso del mestiere d’informare, (carissimi, leggete forse addomesticare e ammaestrare? Ecco, allora pensate male e andrete a l’inferno) uno sfoggio di storielle di dolore, di disgrazie capitate, e per vostra fortuna, capitate a gli altri. Storielle condite di pensieri senza mai l’ombra di un dubbio e di una incertezza (specie sono programmi con conduttrici femminili a raccontar e a far share con le disgrazie altrui. Come a l’ufficio reclami di qualsiasi ditta, in quel ufficio, quando vai a reclamare, ti si presenta davanti una bella fig.A e che ti fa immaginare e credere essere disponibile e vogliosa e che con te ci starebbe. Che ti dice che hai ragione, ma sai, che purtroppo anche se hai ragione, non hai diritto a risarcimento. Non pensate subito a eventuale prassi di vaccino e che ti hanno costretto loro a farlo, ti dicono dopo, magari che vanno a dirti: tu hai firmato. Dimmi tu se situazione così, con bella sexy fig.A davanti, se in quella situazione non ti ammorbidisci un po’, e visto che qualcosa nelle mutande si sta ingrossando, che per non contraddire la tal bella sexy vogliosa fig.A, accetti di tutto quello che lei ti dice. La riforma pensionistica, chi glie l’hanno data in mano? esatto a una donna. Esatto, dove ci sta una donna, dietro ci sta forse spesso di ingoiare il rospo?) e con grande enfasi, mettere in onda e in scena un grande spettacolo su le miserie umane, e raccontate come nei film gialli. Esatto, sono tragedie e morbose oscene che soddisfano la fame di vedere le disgrazie altrui, cibo preferito di questi avidi sciacalli imbambolati e incollati alla tv. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria. Lasciate almeno l’ignoranza che è molto meglio della vostra idea di conoscenza, che quasi fatalmente, chi ama troppo l’informazione oltre a non sapere niente è anche più intollerante, più rigido e più intransigente, come il despota più indisponente verso la ragione. Ecco che è la volta degli inviati speciali, che testimoniano gli eventi con audaci primi piani, inquadrature emozionanti di persone disperate, di quelli che a fine mese non sanno come arrivare. (esatto, per far meditare ai cari telespettatori, di star buoni e calmi, di stare manzi con coda in mezzo alle gambe, perché al mondo ci sta di peggio di situazioni. E i telespettatori, esatto, a pensare, tra s’è e s’è, siamo fortunati noi. E senza pensare che questa è cosa studiata a tavolino da l’establishment e per tener tutto sotto controllo, di avvisare a le teste calde di mettersi borsa del ghiaccio in testa) Servizi giornalistici di bambini denutriti così ben fotografati messi in posa per morire. (esatto, tipo foto a tal eroi? Tipo a quello che viene fuori, nel tal osannato documentario del mondo degli animali, e che lui, esatto, gran experto cacciatore di serpenti, che dice: ecco una traccia, forse la traccia è quella di un serpente. E che, bravura e fortuna, e che fa due passi, esatto, e sotto delle pietre trova proprio il serpente. Esatto, la gabola e la mandrakata. Esatto, quello che lui e i suoi amici della troupe televisiva, il serpente imbottito di tranquillanti e che avevano nascosto lì due minuti prima. Quanti tanti boccaccioni ci stanno davanti alla televisione) C’è un’aria, un’aria, ma un’aria… Sarà una coincidenza, oppure opportunismo, di intervenire ma solo se conviene? Che forse questa la prima regola del giornalismo? e quando hanno scoperto i politici corrotti, cari giornalisti, che gran polverone che avete fatto, lo si sapeva da sempre, ma voi, fino a quel momento, siete stati belli zitti. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria, C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca l’aria. Lasciateci il gusto dell’assenza, lasciatemi da solo con la mia esistenza che se mi raccontate in televisione la mia vita di ogni giorno finisce che non credo neanche a la realtà che ho intorno. Ma la televisione che ti culla dolcemente presa a piccole dosi direi che è come un tranquillante la si dovrebbe consigliare e obbligare in tutte le famiglie con molto più rispetto a quello che si deve al frigorifero alla lavatrice e per una lavastoviglie. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria…
E guardando i giornali con un minimo di ironia li dovremmo sfogliare come romanzi di fantasia che poi il giorno dopo, ma anche il giorno stesso vanno molto bene per accendere un fuoco o per andare al cesso. C’è un’aria, un’aria, ma un’aria… C’è un’aria, un’aria, ma un’aria… C’è un’aria, un’aria, ma un’aria che manca, che manca, che manca l’aria. (mauro)

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