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c’è running e running, non confondiamo, non mischiamo

(storiella che va a sbrodolare della perduta dignità del running, dignità messa da parte e in favore delle palanche)

Tor Des Gèants, una delle corse ultratrail più dure al mondo, per me, vedendo i tempi finali, lasciamo perdere le gare di 500km e oltre, forse, tra gli ultratrail, il trail più duro. Un’idea che mi sono fatto e sempre vedendo i tempi finali. Seppure gara che ha solo una decina d’anni, ha già conquistato il podio tra quelle gare che ogni trailmanrunner vorrebbe partecipare, vuoi mettere il vanto, altro che NYCM. Poi, non tutti hanno il fisico, esatto, le palle quadrate, quelle adatte per portare a termine, diventare un finisher in tempo max, una impresa, un adventure così, esatto, vale ben tutti i sacrifici per arrivarci (ispirata dalla canzone di Carboni, … ci vuole un fisico bestiale … e anche solo per partecipare …) Se nell’immaginario di qualsiasi trailmanrunner, la Western States 100 è sul gradino più alto del podio mondiale (nata come gara endurance cavallo cavaliere, un giorno uno, mitico personaggio di quella zona, si è detto, scommettiamo che cosa così anche un uomo ce la fa. Oddio, uomo, parola un po’ grossa, non è da tutti, diciamo che queste gare risvegliano l’istinto primordiale degli esseri umani, esatto, risvegliano l’animale che ci sta negli uomini, ma non tutti gli uomini possiedono ancora l’istinto animale dei primordi. Esatto, solo quelli che non devono chiedere mai. Esatto, ispirata dalla pubblicità di un dopobarba una volta alla moda. Ecco come era nata questa gara, la madre di tutte le Ultratrail. Esatto una sfida de l’uomo contro il cavallo). Una, Western States 100 miglia (161 km più o meno, in mezzo ai boschi e alle montagne) vale, e se non di più, la bella bionda, esatto la NYCM, questo come importanza, perchè, come impresa, non c’è paragone, Western States 100 batte NYCM 100 a 1. NYCM, la possono fare tutti, mentre Western States 100? esatto, solo chi ha le palle quadrate. Avere in mano la targa ricordo che certifica che hai partecipato alla Western States 100 e l’hai finita in tempo max, sei un finisher della gara, è quella cosa che, qualsiasi trailmanrunner, è la cosa che ci tiene di più. Esatto, più di qualsiasi altro e ambito riconoscimento, più delle palanche. C’è anche che di queste targhe ricordo ne ha collezionato a decine, sai che orgoglio, sai come te la puoi tirare, e a ragione, quando gli amici vengono a trovarti a casa e vedono la targa che certifica che ce l’hai fatta, e già il solo finirla entro tempo max, è un vanto che non ti dico. Chi non ama il Trail e conosce poco di trail, poco può anche immaginare (stessa cosa di uno che micca il biscotto sempre nella stessa tazza e sempre allo stesso modo e sempre alla stessa ora). Non è cosa di tanti, conoscere e praticare il Kamasutra della corsa a piedi, esatto, la corsa a piedi non è solo che strada asfaltata, non è solo la posizione del missionario. Phidippide, non ha fatto la sua tragica corsa su asfalto, l’hai capita? e allora cosa vuol dire ricordare le gesta di Phidippide? Esatto, se maratona deve essere per ricordare la tal leggenda, su sterrato si deve fare, e non su asfalto, e senza ristori, se no è stravolgere la leggenda, che adesso siamo diventati meno atleti dei tempi di Phidippide? che correvano con armatura e senza ristori ogni 5km? Che adesso siamo passati dal nuotare in mare limpido e a l’aperto e con tanto di squali, si è passati a ricordare il Phidippide ma nuotando in piscina? Gli albori delle gare ultradistance in Italia. In Italia cosa così, che si avvicina per fama alla Western States 100, e anche se, da molto di lontano, gli si avvicina la ultra, la famosa gara che parte da Firenze e arriva a Faenza dopo aver corso a piedi 100km. Esatto, la mitica gara: IL PASSATORE. Poi, per quanto riguarda l’Italia, ci metterei dentro anche la gara ultradistance: NOVE COLLI RUNNING, gara molto dura, più dura, molto più dura della gara Il Passatore, e col doppio di km e più. Altre ultradistance famose, esatto, la famosa Spartathlon. Poi, come non ricordare la UTMB, Ultra Trail du Mont Blanc. Ma sai che ce ne starebbero tante e tante di ultradistance da ricordare, e specie, quelle Trail, ma non voglio perdere una giornata a pubblicare l’elenco delle più famose ultratrail italiane e internazionali, che in Italia, la gara tra quelle pioniere, quelle a aprire la strada, una bella strada, nel senso che, sempre più son diventate le gare Trail, e nonostante i paletti delle majors maratone? e stanno crescendo di numero a vista d’occhio e che stanno sorpassando, come gradimento, la gara di Maratona, corsa che sta diventando di proprietà degli africani e che i runners si sono un po’ stancati? NO, non è quello, vuoi mettere il correre in città o sui sentieri di montagna? Nelle gare Trail la fatica non è ripagata dal tempo finale, è ripagata dalla goduria e da l’orgasmo di correre in posti magnifici e stupendi, in mezzo alla natura, dove è li che ci si sente più vivi, che si gode non solo con la vista e col cuore, ma anche con lo spirito, che sono gare che tirano fuori l’animale che c’è in te. Detto questo, Grazie agli ideatori della Ecomaratona dei Marsi di qualche decina di anni fa, che considero, la Madre delle gare trail italiane. Grazie a chi ha fatto conoscere al grande pubblico dei runners, la bellezza di correre in mezzo alla natura. Detto tutto questo, tra le ultratraildistance, forse, la più dura, come detto prima, è la gara: Tor Des Gèants (Il Giro Dei Giganti, dove i giganti sono le quattro montagne arrivano vicino ai 4000mt di quota e che ci stanno sul giro: Gran Paradiso, Monte Rosa, il Cervino, e il Monte Bianco) una gara con 24.000mt di dislivello positivo. Partenza e arrivo a Courmayeur. Il punto più in alta quota, è sul Col Loson, a 3300mt di altitudine. In totale, sono n°25 i colli da superare intorno ai 2000mt e che ci stanno dentro in questo magnifico e duro giro di 330km. Se non hai i ..oglioni, meglio che stai a casa. Difatti, il sottoscritto, che non solo non ha i ..oglioni per una gara così, ma nemmeno il pisello, esatto, questo che non mi viene nemmeno in sogno di partecipare. Sul giro ci stanno anche n°30 laghi e laghetti. L’ultratrail è tracciato che passa anche sui sentieri che ci stanno in due magnifici Parchi Naturali: il Parco Nazionale del Gran Paradiso e il Parco Regionale del Mont Avic. Mediamente a questa gara danno la loro disponibilità e il loro aiuto, non meno di n°500 Volontari. Lungo il percorso sono allestite n°7 così chiamate: Basi Vita. I punti ristoro previsti sul percorso da l’organizzazione sono n°43. In totale sono n°50 i punti dove i trailmanrunner possono ricevere assistenza. Nelle sette “Basi Vita” ci sta anche un presidio medico, mentre per dormire e rifocillarsi e cambiarsi di indumenti è possibile in tutti e i cinquanta i punti dislocati sul percorso. Ci stanno dei cancelli di tempo max da rispettare e il tempo max finale è di 150h. Quando è stato di provare il giro, si è utilizzato il giro di prova per fare anche dei test scientifici. Ad esempio, la media giornaliera di calorie da assumere è stata calcolata in 8.000 calorie giornaliere, ovvero, quattro volte di più del normale. Quelli “normali” ci impiegano quasi una settimana a finire la gara. I trailmanrunner più forti ci impiegano 3 giorni e mezzo, e a dormire non più di 2/3 ore per notte. Che conosco, di runners della nostra provincia, ne vedo pochissimi, sulle dita di una mano, che sarebbero in grado di completare il giro in quattro giorni, non fatemi mettere i nomi. Detto questo, esatto, tutto bello e avventuroso, però, c’è un però, per il sottoscritto, cosa così, non è più solo che running. Quando devi andare via a 15 minuti a km ma che running è? no, running è un’altra cosa. Running non è la Avon Running, non è La Corsa delle Donne, e chi più ne ha più ne metta, ma, per il sottoscritto, non è logica nemmeno una gara che la media finale è 15 minuti a km. Carissimi, non mischiamo, non confondiamo l’oro con l’argento, non mischiamo le mele con le pere. Di kiwi, anche se è stessa parola, devi distinguere, ci stanno kiwi di tue tipologie. Uno del regno animale e l’altro del regno vegetale, non puoi mischiare. Uno, è un uccello che non vola, non pensate male, non è l’appendice del sottoscritto con difficoltà di erezione, è l’uccello simbolo di New Zealand e l’altro è, il famoso frutto ricco di Vitamina C. Running, stessa parola ma due modi diversi di correre a piedi. Esatto non si può mischiare una gara di corsa a piedi competitiva con tratti di camminare, per il rispetto di quelli che correre a piedi l’hanno fatto diventare un gran bello sport dove c’è da far andare le oche. Running è una azione che implica il correre e non il camminare, una cosa che, logica dice che, almeno, e come minimo, viaggiare a 5 minuti a km (ovvero, i 12 km a l’ora. Più lentamente diventa il Jogging che è altra cosa ancora, diventa il tapasciare, ovvero i 6 minuti a km, i 10km a l’ora, Diversamente, più lentamente diventa il marciare e diventa il camminare e diventa l’escursionismo e diventa il trekking, ma non è corsa a piedi. Che poi chi cammina le sue iscrizioni fanno comodo a chi organizza, esatto, le majors maratone, che anche chi cammina anche loro fanno l’interesse del cassetto del tavolo iscrizioni, questo è un altro paio di maniche, ma non è correre a piedi. Per favore, non facciamo come sono usi a gabolare quelli a mentalità industriale, che per far passar per genuino un alimento, per farlo rientrare nei parametri giocano sulla percentuale, aumentandola o diminuendola a piacimento, secondo loro interesse. Altri tempi, ma più genuini, quando ci stava tempo max di 1 minuto in più a km rispetto al vincitore, e gli altri ancora più dietro classificati senza tempo e con la dicitura fuori tempo max. Per favore, ripristiniamo il tempo max. e in tutte e qualsiasi gara di corsa a piedi. Poi, se sei quello che non è in grado, ci sta sempre la FIASP, lì, mediamente, che è cosa, dove è vietata a competizione, cosa più alla buona, i 5km orari, in tal comitato sono tollerati, esatto, i 12 minuti a km sono ben accetti. Purtroppo in questi ultimi 50’anni, si è andati solo che a mischiare e a snaturare quello che si intendeva con correre a piedi, si è mischiato, è diventato tutto un miscuglio, un po‘ di questo un po’ di quello e adesso, a livello mondiale non siamo forti n’è come runner n’è come marciatori, come invece, e da sempre, ci facevamo valere in tutte le gare internazionali. Correre allo stesso ritmo che si spinge il carrello della spesa al supermercato, per voi è correre? Correre è ben altra cosa, non deve diventare solo che un attestato di partecipazione, e perché hai una tessera che attesta che sei un runner. Quella tessera sono palanche che entrano nelle casse di qualche ente e associazione e federazione, che logico che, se hai visita medica, basta che tiri fuori le palanche, e anche se deambuli a fatica, ti fanno tessera. Non ci siamo, atleti d’elite che li vedi al via alle non competitive e per una sportina. Tapascioni che li vedi a gara di maratona, ore e ore con gli occhi fuori dalle orbite dalla fatica. I grandi campioni dicono: star tante ore sulle gambe mi stanco, e bada bene, che quelli fanno anche 200km a la settimana, poi, il tapascione no, fatica a fare 40km la settimana, e colpo di genio, vanno a farne 42km in una sola domenica mattina, e per moda e per dire io ci sono stato. E questo secondo voi, è logica che dovrebbe nobilitare la corsa a piedi?) Runner vuol dire, almeno, essere in grado di viaggiare minimo a 5 minuti a km e su asfalto e pianeggiante. Tutto quello che viaggia più lento di 5 minuti a km, sarà tutto, ma non è running. Riprendiamo da dove abbiamo iniziato, da 50’anni fa, cerchiamo di ridare dignità al running, che tra moda, fashion, beneficenza e quant’altro, è diventato di tutto, ma meno che l’essere in grado di correre a una dignitosa andatura. Running adesso non vuol dire essere in grado di correre a minimo tal velocità, adesso running è diventato un circo dove ci trovi dentro di tutto e di più. Alla prossima. (mauro)

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