BRESCIA EST - VALLI DEL MARMO - ALTO NAVIGLIO - VALTENESI - VALTROMPIA - FORESTA ALTO GARDA OCCIDENTALE - OLTRE CONFINE

a me mi piacciono le storielle (a differenza degli skiantos che a loro gli piacciono le sbarbine)

notavo una cosa, tutti mano sul cronometro, in pista il cronometro non vale e in strada si? ha senso?
se l’hanno fatta questa regola vuol dire che ha anche senso.
Questi sono i Top, ma dietro è la stessa cosa,
dietro anche tutti i tapascioni tutti con la mano sul loro bellissimo e fiammante cronometro,
esatto, quello che gli dice anche a che velocità stanno viaggiando
quello che gli dirà il loro real time, e contenti di aver chiuso la maratona in quattro ore

Ho preso in mano (no, non avete indovinato, non quello) ho preso in mano un bel tomo, diviso in 5 volumi di circa un 1000 pagine totale. Un bel tomo che parla di storia delle Olimpiadi, però è tomo stampato nel 1991 e perciò non è tutta la storia fino ai nostri giorni, ma per curiosità, l’ho preso in mano e per vedere di come la si vedeva e la si pensava in fatto di correre a piedi. La prima curiosità riguarda di andare a vedere la gara di maratona. La prima cosa che noto è che, rispetto a recenti studi, sono di manica larga con dire delle riserve di glicogeni, si va a dire che le riserve di glicogeno bastano fino a 80/90 minuti, (adesso dicono che se parti sparato il glicogeno lo si esaurisce dopo mezz’ora?) però, se non si parte sparati, dicono loro, e sin dal primo km ci sta una miscelazione, dove oltre ai glicogeni, l’energia viene anche fornita anche dagli acidi grassi, (che ricordo serbatoio di energia molto più grande e capiente e anche se meno performante) in questo modo, non si va a consumare fin da subito le riserve di glicogeno, che è il carburante dei muscoli a più alto rendimento. (questa è logica, dipende da come parti, se parti sparato o se parti piano, e di che atleta che sei. A tanti illustri maratoneti spesso e volentieri vengono invitati a partecipare a una maratona in compagnia, ma che tutti i grandi maratoneti, questa cosa non è che la gradiscono, esatto, perché a differenza di noi tapascioni, i grandi campioni non sono abituati a stare quattro ore a fila sulle gambe. Esatto, i grandi maratoneti faticano meno a tirare la gara perché per loro dopo due ore è finita e la fatica e stare quattro ore e più sulle gambe non sono abituati. Prova parlare con questi Top Maratoneti, poi senti cosa ti dicono, esatto, che non sono abituati a stare sulle gambe quattro cinque ore a fila. Esatto, si stancano di più a correre a piano che a correre forte) Si fa accenno alla dieta pre gara, e al tempo, per tutti i maratoneti, è stato anche un comandamento da rispettare assolutamente. Esatto, si va a accennare alla dieta dissociata. Ovvero, specie l’ultima settimana prima della maratona, ovvero, lunedì, martedì, mercoledì, tre giorni di allenamento in scarico che dovevano servire per esaurire quasi tutte le riserve di glicogeno. Nel senso che, quei tre giorni, assoluto divieto di mangiare carboidrati, che si sa, sono nutrienti che riempiono il serbatoio de l’organismo di gran parte di glicogeno. In quei tre giorni, esatto, mangiare al loro posto altro, altro che non contiene tanto glicogeno, mangiare più che altro, proteine e grassi. Adesso cosa così, adesso, dopo trent’anni, si è potuto constatare che si è rivelata dieta sbagliata e non ottimale, e tra l’altro, peggiorativa di performance. Gli ultimi tre giorni pre gara: giovedì, venerdì, sabato, via di carboidrati in abbondanza, perché si diceva, che il serbatoio quasi vuoto, dava tanto spazio di riempire di carboidrati e di conseguenza di glicogeno assorbito. Che il pieno che si faceva diventava tre volte di più del normale pieno di glicogeno. (e anche senza dieta dissociata che fare cura di carboidrati specie l’ultima settimana, è cosa praticata da tutti i maratoneti e anche adesso, perché s’è dimostrato che carico di carboidrati a una gara di maratona ripaga la performance) Però, già trent’anni fa ponevano l’accento che allenarsi solo e esclusivamente su l’asfalto, andava, e alla lunga (la difficoltà della maratona non è la gara, è l’allenamento dei tre mesi prima, con ore e ore a impattare sul duro asfalto) a causare dei problemi articolari e muscolari, già allora li chiamavano microtraumi, e le parti più a rischio erano ginocchia, caviglie e tendine d’achille. Questo il motivo che già trent’anni fa si consigliava di alternare le varie superfici del terreno, da l’asfalto a lo sterrato ai sentieri. (Bikila è diventato Bikila anche e grazie ai sentieri a 1800mt di quota, che oltre a essere superficie d’impatto un po’ più morbida, ci sta anche l’altura, e si sa, più vai in alto e meno ossigeno c’è, e meno ossigeno c’è più globuli rossi ti fai, e più globuli rossi hai meno fatica senti. Quello di Bikila era un giro con saliscendi sui sentieri sterrati e che gli aveva tracciato il suo allenatore svedese. Anche il sottoscritto si allenava, qualche volta e volentieri a quella quota, la domenica mattina, a Pinzolo, al Doss del Sabbion. Poi, dopo l’allenamento, lì al rifugio in alta quota, una doppia porzione abbondante di buonissimo risotto al radicchio rosso e servito dalla bella e simpatica ragazza, affabile e cordiale, bei tempi. Ma sai che quasi quasi mi viene la voglia di riprendere ancora quella vecchia abitudine, adesso poi, il tempo non manca, non c’è bisogno d’andarci e per forza di domenica. Detto questo, allenarmi due ore a tal quota, sono rimasto una pippa, la stessa pippa di quando mi allenavo in pianura. Logico, l’adattamento e la produzione surplus di globuli rossi avviene dopo minimo tre settimane di permanenza in alta quota. Servono addirittura mesi, non è che una domenica si e l’altra no si innesca quel adattamento noto e derivato da l’ipossia che ci sta in alta quota. Però, non era tanto l’allenamento, era il posto che mi piaceva. Arrivavo a Pinzolo, parcheggio auto alla funivia e salivo in quota prendendo la funivia e la seggiovia. Arrivato al Doss, allenamento di un paio di ore tra le malghe e dopo essermi rifocillato, andavo di trekking, scendevo camminando fino a Prà Rodont a 1500mt di quota. Esatto, quel posto anche campo gara della gara Giro delle Malghe di Pinzolo. Posto attrezzato di tutto punto per passare una piacevole giornata. Arrivato lì a Prà Rodont, ancora trekking a fare il Sentiero del Lupo, e al ritorno, ancora con la funivia per ritornare giù al piano. Un anno una sorpresa, pensa te, ho incontrato Rino Bafo con sua moglie, che sono le persone che ci aprono la sbarra del m.te quando facciamo la gara Rally del Bosco) Si è notato che, non esiste un tipo specifico di maratoneta, se si guarda l’altezza, la lunghezza delle gambe, non esiste un biotipo specifico più adatto di un’altro per la gara di maratona, perché altre sono le qualità importanti di avere. In primis, la testa, che è da lì che parte la capacità di sopportazione alla fatica e di interpretare la gara. Bisogna possedere anche una buona “capillarizazione”, avere una grande rete di vasi capillari, condizione che permette di ossigenare di più e meglio i muscoli. Logico che serve avere apparato cardiocircolatorio di prim’ordine e apparato respiratorio di prim’ordine. (ricordate, non tutti hanno i mezzi per diventare un campione, e non tutti chi ha i mezzi, li ha usati o li usa al meglio, esatto, si ritorna alla testa) Per quanto riguarda il tipo di fibre muscolari, il maratoneta necessita di una percentuale altissima di fibre lente, esatto, che per le lunghe distanze sono più adatte delle fibre veloci. Che le lente, sono fibre che sono capaci a fare squadra e a suddividersi equamente fra di loro il lavoro di far correre, nel senso che, quando una parte di fibre lente lavora, le altre riposano, recuperano lo sforzo, e alternandosi i compiti lo portano a termine. (le fibre veloci lavorando tutte e quante assieme, rimarrebbero in testa alla gara fino ai cinquemila metri per poi ritirarsi dalla gara causa sfiancamento) Adesso ho preso in mano un altro tomo, è del 1984 e parlando di corse a piedi dice che, la corsa a piedi che ha fatto conoscere al grande pubblico di tutta Italia il podismo, la corsa a piedi è stata la Stramilano del 1972. Nel senso che, ci stava già qualche corsa a piedi, ma erano di due tipi, o tirate, solo per runner, scusate ai tempi podisti di grande valore, o corse per le famiglie, un po’ di corsa un po’ di camminare, esatto, passare una domenica mattina in compagnia facendo un po’ di attività motoria (ma le famiglie della provincia di Brescia, tranne le domeniche che causa austerity le auto non potevano circolare, le famiglie si vedono poco, diversa cosa sul veronese, dove di famiglie intere se ne vedono ancora parecchie, e anche in compagnia del loro quattrozampe. Da be e bella che Brescia è provincia dove è privilegiata la fase competitiva. Se Brescia, per la Fiasp, è sotto Bergamo, questo la dice lunga della scarsa propensione dei podisti bresciani a fare solo che i non competitivi e a organizzare solo gare che non competitive). La grande svolta e la grande intuizione di quella Stramilano è stato il numero di pettorale gara e per tutti i partecipanti, esatto, anche per i camminatori. Cosa che poi, un po’ tutte le corse podistiche hanno copiato. Esatto, la Stramilano ha cambiato il modo di vedere e organizzare le corse amatoriali. A quella prima Stramilano, e assegnando un numero di pettorale a tutti i partecipanti, ebbene, i partecipanti, tutti si sono sentiti un po’ protagonisti in gara. Questa cosa ha avuto un tal successo che, ha aperto le porte alla corsa a piedi di massa, man mano sempre più persone hanno iniziato a correre, (adesso è diventata una vera e propria moda, una gran bella moda e che è il modo più facile e più indicato per riservare un occhio di riguardo alla propria salute) con il sogno di partecipare, magari un giorno futuro, di partecipare anche a una gara di maratona. (che poi uno dei fiori a l’occhiello delle gare del Torneo Podistico è proprio un plurimaratoneta, tanto da essersi meritato uno dei riconoscimenti più ambiti nel l’ambito delle gare di maratona e per quanto riguarda il movimento delle maratone in Italia. Ciao Pierangelo) Dopo quella Stramilano, tante altre gare a diventare Stra…. questo e quello, col risultato che sempre più gente che non aveva più vergogna di farsi vedere in tuta a correre per le vie delle città, dove era abitudine degli automobilisti di sbeffeggiare i podisti. Ai giorni nostri le cose si sono esattamente invertite, adesso sono gli automobilisti a vergognarsi, loro in auto gli altri con le proprie gambe. Poi si fa riferimento a una regola (ma quando mai si è rispettata? Come altre regole che ci stanno e non sono però rispettate, e solo per cercar di facilitare di fare tempo finale più bello che in altre maratone) che forse per questioni di business è stata forse tolta? Carissimi, la regola che ci stava va proprio a toccare il tasto che avevo anche sbrodolato la settimana scorsa, esatto, il tempo massimo. Anno 1984 la regola del tempo max di tutte le corse su strada che ci stava in Italia recitava così: 1 minuto a km in più del tempo impiegato dal vincitore. Esempio: vale a dire che, gara di maratona, sono max 43 minuti più del vincitore. Adesso, dimmi tu, se regola così va d’accordo con il business che è nato intorno alle maratone, dimmi tu se si poteva tenere buona questa regola (la questione pistaioli e trailrunners, le regole si cambiano solo se fa comodo al cassetto iscrizioni? Volere è potere, se si vuole le regole si cambiano, se si vuole anche i trailrunners possono avere una gara alle Olimpiadi. Volere è potere) che logico che non va assolutamente d’accordo nemmeno con le palanche di n° tessere Fidal.(esatto tutti parteciperebbero solo che da non competitivi e alle non competitive, e che te ne fai di tessera Fidal? sai il danno di fatturato a tal casse federali e non solo agli organizzatori. Perché le palanche c’entrano con lo sport? Le palanche oggi come oggi, ieri come ieri, hanno sempre direzionato il vivere degli homo sapiens. Esatto, le palanche è e di sicuro che è cosa che hanno a che fare con le performance gara. Domanda agli africani. Vuoi le belle performance gara o vuoi le medaglie alle Olimpiadi o vuoi le palanche? ah, ho capito, potendo, perché non tutte e tre le cose?) Vuoi vedere che se nelle classifiche delle gare su strada non metti il tempo finale di ogni partecipante, e metteresti invece di quello che c’ha impiegato ci metteresti, come da regola che ci stava, fuori tempo max, a maratoneti sopra le 2h50’ quanti te ne trovi alle prossime gare? esatto, non trovi più le migliaia di partecipanti, e di conseguenza, il cassetto tavolo iscrizioni farebbe cura dimagrante e snellente. Guardate che essere presenti in classifica è cosa che ai più tanti li fa godere, al di la della performance, perché se arrivi dopo due ore dal vincitore, vuol dire che ti ha doppiato in gara di maratona. Ma anche al Torneo Podistico c’è stata lamentela una volta, da parte di una partecipante, che l’avevo messa in classifica ma senza tempo o che non l’avevo messa in classifica, non ricordo più bene come è stata la cosa. Arrivata nelle ultimissime posizioni. Apriti o cielo, due e-mail piccate, a dirmi che dopo una settimana la classifica non era ancora stata aggiornata, da quella volta lì non ha più partecipato a una gara del Torneo Podistico. Carissimi, pensate che per un runner africano la cosa di non apparire in classifica e in ultime posizioni di classifica lo avrebbe fatto arrabbiare? Esatto, la differenza sta qui, loro guardano al concreto, (le palanche piuttosto che la medaglia, per loro è questione di sopravvivenza, vivono e mangiano di concreto e non di immagine) noi occidentali guardiamo di più al farsi vedere, perchè del mangiare non abbiamo più problemi. Esatto, per gli occidentali, correre è bello solo se però con tal marchi di tal famose aziende pubblicizzate, basta questo, un bel abbigliamento da poter sfoggiare e da far vedere, a una corsa a piedi basta questo a farci contenti, esatto, farsi vedere in gara con abbigliamento di moda, di marca e costoso, poi fa niente, se i fatti, in gara, dicono che sei una pippa. Poi prendo in mano un altro libro, che in passaggio, che dice parole sacrosante, dice: alle leggende gli si chiede di esser belle, non importa se poco vere. Scusate, siete Phidippide, l‘eroe greco che va annunciare la vittoria, ma scusa, è la vittoria, che stai li a sfiancarti? È logica questa? La logica vuole che se devi sfiancarti è solo che per annunciare e avvisare di pericolo imminente, o no? Non la vedete così voi? Tu, andresti a sfiancarti e solo perché c’è stata vittoria? O andresti a sfiancarti per avvisare di imminente pericolo? Datela voi la risposta. Poi, mai nessuno che ha voluto far chiarezza su un’altra leggenda, esatto quella di Bikila. Perché ci sta qualcuno che dice che, c’era si alla partenza un maratoneta a piedi scalzi, ma non era Bikila, che parti con le scarpe, e dopo poco non le aveva più. Ma come si fa, a quei tempi siamo nel 1960, ci sono i filmati, come si può non venirne a capo della realtà? È forse per paura di rovinare la leggenda? A me che mi da allergia, non tanto che Bikila abbia gareggiato scalzo si o no, ma se è vero come dice qualche storico, che c’era anche rappresentante dell’India che era pure lui scalzo, e allora, perché non nominare pure lui? Che motivo c’è di non raccontare la cronaca, che c’erano due uomini scalzi, e solo per creare un mito? (dopo un live the Black Sabbath, un giornalista scrive il suo pezzo, e per rendere il pezzo interessante, ci mette dentro che, a un certo punto un pipistrello vola sul palco, Ozzy è talmente svelto che lo cattura con una mano e gli stacca la testa con un morso. Ma lo sai noi ragazzi come abbiamo bevuto questa cosa, sai la leggenda che si è creata intorno a Ozzy? Una sera Frank Zappa, esatto quello citato nella canzone the Deep Purple, in Smoke On the Water, si mette in contatto con Ozzy, e vuol sapere proprio della storiella del pipistrello, Ozzy gli fa sapere che non è vero niente, che è tutta e pura invenzione di tal giornalista. A questo punto, Frank Zappa, che tra le altre cose, oltre che vero genio della musica ha insegnato a Jimi Hendrix a usare il pedale dello wha-wha e diventato poi il migliore di tutti. Zappa gli dice a Ozzy, sta zitto, fa che tutti la credano questa cosa, sai quanto ne guadagna la tua immagine e la tua notorietà. Di leggende inventate ce ne stanno eccome ce ne stanno anche ai giorni nostri, ma nei tempi antichi si viveva solo che di leggende. Le famose apparizioni, esatto, Angeli che annunciavano, Madonne che parlavano e vi ricordate gli UFO? non la mitica rock band inglese che vista live due volte, UFO, esatto, quelli che li vedevano solo quelli senza testimoni. Però, qualcosa mi lascia perplesso, esatto, più passa il tempo, di quelli che venivano a annunciare e a parlare e a explorare, esatto, ai nostri giorni, di queste storielle meno se ne sentono e meno se ne vedono. Esatto, il come mai è da un bel po’ che non appare più niente e quant’altro, che adesso come mai non appaiono più cose, diciamo così? che non appaiono più cose strane? Sarà solo coincidenza? E che quando apparivano erano quasi sempre apparizioni isolate e senza testimoni, se non solo che a poveri e ingenui pastorelli e bambinelli? Che dire della leggenda della creazione de l’universo, che poi il settimo giorno s’è riposato? Da be e bella che s’è riposato, in pratica ha lavorato, per modo di dire, perchè se non sudi che lavoro è? Non so, dimmelo tu, se teniamo per buono la storiella, lavorato solo sei giorni e basta e stop, esatto, poi sempre riposato, e non il settimo giorno s’è riposato. Con la leggenda de l’Arca come la mettiamo? quanto tempo è passato da l’annuncio che tal stava mandando una punizione esemplare a tutta l’umanità, che altro che voler bene, ai tempi mandava solo che punizioni perché gli umani non ubbidivano, e dal momento che poi è arrivata la pioggia per 40 giorni ininterrotti, esatto, il diluvio universale, e in questo lasso di tempo, da l’annuncio al diluvio, una sola famigliola è riuscita e senza essere del mestiere a costruire una barca galleggiante talmente grande da contenere una coppia di tutte le specie esistenti e compreso dinosauri & affini? Beh, che pensi, sicuro che si può, con l’aiuto del tal si può tutto, esatto, i miracoli. Ma se il tal voleva dare lezione a l’umanità, non avrebbe avuto nessun altro modo? Che quello di far lavorare 24h al giorno la piccola famigliola? L’Arca glie la fai trovare già pronta e loro risparmiavano la fatica, o no? Le leggende dei draghi vi dicono qualcosa, vi ricordate quando i draghi il loro hobby preferito era andare a rapire le belle fanciulle e rinchiuderle nella torre del castello? Che un santo sul suo cavallo bianco, e scusa, che volevi forse di altro colore, aveva liberato la popolazione uccidendo il drago. E del tal mostro di tal lago, come mai non si sente più parlare? basta, mi fermo qua, perché si potrebbe continuare a l’infinito per far capire come, agli homo sapiens ci piacciono le belle storielle e anche se non sono vere, o siamo semplicemente dei abboccaccioni? Magari far viaggiare la materia grigia oltre che le gambe? sai che magari qualche risultato di abbattere i privilegi e il business in direzione e in favore sempre di tal caste comandatrici, sai che forse un rimedio si troverebbe, se le cose le sai immaginare, magari le riesci anche a fare, esatto, la canzone di J. Lennon & Yoko Ono. Esatto, forse a far viaggiare la materia grigia come con le gambe, magari l’umanità avrebbe anche meno problemi di convivenza, dico forse, perché in fin dei conti siamo tutti homo sapiens e degli homo sapiens hanno paura anche gli animali) Alla prossima (mauro)

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