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dieci passi al castello di drugolo (un po’ di storia, ma da che punto di vista?)

Buon martedì | Duck cartoon, Cartoons episodes, CartoonMagari e perchè no? ecco un po’ di quel che ci dice la storiella sul Castello di Drugolo che come tutte le grandi opere si conosce il nome di chi s’è intestato il lavori ma non si conosce nemmeno un nome di chi morti per la gloria dei potenti. (esatto, come che la guerra, si conoscono solo i nomi dei capi di stato e i nomi dei generali, ma ti ricordi tu il nome di un soldato morto in guerra? e morto perchè il potente dietro a una scrivania gli ha ordinato di andare a morire, conosci tu il nome di uno di questi ragazzi e ragazze morti in guerra e perchè costretti a una visione del mondo ad personam del potente di turno? altro che la furbata dei patrioti. Comoda stare dietro la scrivania e di dire che chi non va a morire in guerra non sono patrioti, quando chi che comanda i primi a starsene comodi a casa e a fare i loro interessi e perchè dietro a una scrivania su la cavalla del potere dentro ne la stanza dei bottoni) Esatto, come le Piramidi, come il Colosseo, come il Duomo di Milano, come il Naviglio Grande di Brescia, Machu Picchu, La Grande Muraglia, ecc, ecc, ecc, la storia riporta solo che il nome dei potenti che hanno voluto tal mastodontiche e imponenti opere, e però, loro, tal potenti comodi comodi, grazie al sudore di chi stati sottomessi, che li hanno obbligati anche con la forza de la loro prepotenza a una visione del mondo ad personam del potente di turno. (esatto, ispirata da una canzone fatta cover da Vasco Rossi … che gli altri vivono per niente perchè i furbi siete voi …. Alcuni anni fa avevo anche commentato questa canzone, che avevo tagliato più fine il senso, ma oggi come oggi ho paura di tagliarla fina, chissà perchè oggi come oggi ho paura, boh) Ecco che quel che segue è storia di questo castello che ha ispirato la gara di venerdì prossimo e non perchè il sottoscritto uno studioso, ma è solo che copia incolla da vari siti, e specie, copia incolla da Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani con immagini anche da wikipedia

DRUGOLO

DRUGOLO (in dial. Drùgol)

Località a SO di Padenghe a m. 219 s.m. in amenissima posizione fra colline e campi. Il nome era Drugoli nel sec. XII, Druvulo nel 1167, Brugolo nel sec. XVII. Il castello che fu poi degli Averoldi viene fatto risalire al sec. X Il nome però è ben anteriore. Probabilmente deriva da “Drupa” – nel latino altomedievale = recesso. In quella che fu la selva a settentrione di Drugolo sorge un’altra chiesa o meglio un santuario sorto su un lazzaretto che fin dal 1445 raccolse, come indica un mattone conservato nel Museo cristiano di Brescia, gli appestati di Drugolo e di Padenghe. (esatto dove che stato campo gara a l’edizione de lo scorso anno) Gli Averoldi conservarono poi il luogo come cimitero degli appestati nei sec. XVI e XVII. Nel 1575 assieme a Drugolo, venne posto dagli Averoldi sotto la giurisdizione ecclesiastica della parrocchia di Bedizzole e perciò legato definitivamente alla diocesi di Brescia. Nel 1723 sempre per intervento degli Averoldi il santuario venne ricostruito nelle linee attuali. Un segno della devozione delle popolazioni vicine sono i molti ex voto e la stele sormontata da Croce eretta nel 1854 da Angelo Serina di Lonato mentre una croce, rinnovata nel 1888, ricorderebbe alcune fanciulle che per sfuggire alle insidie di soldati francesi perirono in una buca colma di calce viva. undefinedIl castello è di fatto annidato in una insenatura del colle. Ma forse deriva anche da un composto di “ad” e “rugol” per “rogol” = rovere. Fu borgo antichissimo forse di origine longobarda, come potrebbe far credere la dedicazione della chiesa di S.Michele consacrata il 28 settembre 1167 dal vescovo Raimondo. Il falso diploma di Ottone III del 998 lo attribuiva agli Averoldi che ne divennero invece proprietari più tardi. Nel secolo XV era considerato comune indipendente dalle quadre in cui era divisa la Riviera. Il castello venne presumibilmente ricostruito, nelle sue mura perimetrali, sulla fine del Trecento (probabilmente su un precedente castello medievale) sembra dai Griffi, famiglia che ebbe notevole ruolo nella vita bresciana, ma poi del tutto scomparsa. Venne, con il castello di Monticelli d’Oglio, confiscato da Pandolfo Malatesta che lo diede in feudo nel 1409 a Malagnino da Padenghe; questi lo vendette ai due fratelli Bartolino e Antonio Guarini, i quali nel 1411 lo cedettero, per amore o per forza, ai nobili milanesi Vimercati. Ribellatisi i Vimercati nel 1414 al Malatesta, questi confiscò il castello e ne investì il 27 settembre 1414 il comune di Padenghe per il prezzo di 400 ducati d’oro. Scomparso il Malatesta, il castello ritornò, non si sa come, ai Vimercati. Il 21 gennaio 1436 Stefanone Vimercati con atto notarile di Giacomo Robotti, lo vendette per 1600 fiorini e 36 soldi imperiali a Giovanni Averoldi, dal quale passò ad Antonio e Carlo Averoldi e venne riconosciuto luogo separato dalla Riviera, con ducali del 4 novembre 1452 del doge Francesco Foscari che confermò antiche esenzioni per Drugolo e adiacenze. Gli Averoldi specie Giacomo e Giovanni Pietro, che difesero Bedizzole nel 1483 e ai quali in divisioni dell’8 marzo 1477 era spettato Drugolo, nel 1498 riedificarono il castello, in gran parte diroccato. Gli Averoldi a Drugolo accampavano anche diritti particolari, come quello di emettere (nel 1537) bollette di transito per la riviera con grave danno dei dazi sul vino per la Repubblica. Agli inizi del 1500 Drugolo, che comprendeva oltre al castello 1440 piò di terra, era già diviso tra i quattro figli di Pietro Giacomo: Antonio (n. nel 1466), Gerolamo (n. nel 1472), Lodovico (n. nel 1473), Traiano (n. nel 1477). Estintisi via via tre dei rami discesi dai figli di Pietro Giacomo il castello andò sempre più suddividendosi per eredità anche fra i Fenaroli e i Gambara, fino a quando nel ‘700 inoltrato lo rivendettero a Giulio Antonio II Averoldi, che intraprese una vasta opera di bonifica. Disboscato e dissodato il terreno, lo ridusse a coltura ordinata migliorandolo con “vantaggiose scoperte” e con la costruzione di dispendiose vasche, ampie e capaci di raccogliere dai vicini monti una quantità di acqua sufficiente alla irrigazione. L’opera di bonifica era quasi ultimata nel 1783, anno in cui vi condusse sposa Cecilia di Angelo e Lucrezia Averoldi, che gli fu sagace collaboratrice per avere anch’ella da tempo rinunciato alla città, preferendo la villa paterna di Gavardo. L’opera di bonifica riuscì a liberare la zona anche di bande di banditi che la infestavano. La fatica del patrizio bresciano, che si inserisce lodevolmente nel novero dei benemeriti agricoltori bresciani, non passò sconosciuta. Ebbe gli elogi di Francesco Saladino e le simpatie di tanti amici. Rimasto signore assoluto di Drugolo Giulio Averoldi lasciò tale proprietà ai figli Giovanni, Angelo e Gherardo. Nelle divisioni Drugolo rimase ad Angelo (n. nel 1805) che fu podestà di Brescia nel 1848. Questi lo lasciò al figlio Andrea (1839 – 1920), il quale pochi anni prima di morire vendette il castello e parte dei terreni al cugino Gherardo (1862 – 1940) qd. Ettore qd. Gherardo il quale nel 1935 si trovò costretto a vendere tutta la proprietà al miglior offerente che fu il barone Armando Lanni della Quara, padre dell’attuale proprietario. Questi restaurò il castello e sistemò le abitazioni dei contadini, ripristinò un antico acquedotto e sviluppò l’agricoltura locale con la costruzione di pozzi trivellati per il sollevamento d’acqua dal sottosuolo e una rete di distribuzione a pioggia. Il castello stesso è stato restaurato intorno al 1953 nel lato esterno settentrionale con rimaneggiamenti dei loggiati interni e restauri di sale e ambienti. Sono scomparse pacchiane sovrastrutture, gli archi sono tornati alla luce, nelle stanze già impiastricciate dagli imbianchini riaffiorarono le fini decorazioni di un’età mai abbastanza rimpianta. Ai restauri hanno imprestato il loro pennello il pittore Dante Graziotti ed altri. Anche esternamente, dopo essere stato liberato da modeste casette che si addossavano al lato verso mezzodì, si presenta in una struttura uniforme, compatta ad imponente. La chiesa secentesca venne dedicata come la più antica a S.Michele. E’ sempre stata chiesa pubblica. Vi si trovano due buone statue: una della Madonna del ‘600 e una di S.Antonio da Padova del 1643. Il Lechi ha scritto: undefined“Tra i pochi castelli residenziali esistenti integri in provincia di Brescia, questo di Drugolo è senz’altro il più eminente in grazia del suo buon stato di conservazione ed anche dei restauri recenti condotti con senso di rispetto, anche se non sempre fedeli al carattere rustico del casamento”. Il castello, costruito su un alto muro di scarpa, è di un tracciato quasi perfettamente quadrato, che riflette forse un perimetro anteriore di età medievale. Venne poi arricchito di torri, beccatelli e merlatura coperta chiaramente aggiunti. Ha ponte levatoio. Le murature intermedie culminano in una merlatura “ghibellina” libera. All’interno si trova un loggiato a due ordini con archi inflessi sul superiore. Su un altro lato vi è una loggia di stile pienamente rinascimentale. Notevoli all’interno alcune sale a travature con tavolette dipinte. Di fronte, al di là del piazzale, sta la cappella gentilizia, buona costruzione del sec. XVIII, collegata da un basso portichetto, di costruzione più recente, con fornici a tutto sesto quasi tutti murati, che porta a locali rustici. Presso l’alto muro del castello vi è una vera da pozzo sulla quale venne incisa, forse nel ‘700, una iscrizione ben pessimistica che dice: “Se l’eco riportasse / quel che lontan da noi / dicon di noi gli amici / quanti s’aman / diverrian nemici”. Al centro del piccolo piazzale sorge un obelisco basso di pietra sul quale sono incisi nomi di casa Averoldi. Esso venne qui portato nel 1906 da Gussago, quando la villa di Gussago venne venduta a Giulio Togni. Il Lechi così descrive il resto del castello: “Oltrepassato il ponte levatoio, dopo un androne semplice, ci si affaccia sul cortile dalla pianta quasi quadrata, come il Castello, con le sue quattro brevi facciate varie e interessanti. Bassi porticati, ad archi tutto sesto e pilastri si aprono sui lati di mattina e di monte; belle invece le loggette ad archi a tutto centro, con le colonnine in marmo di Verona dai capitelli fogliati, taluni con lo stemma Averoldi, che si svolgono al primo piano, con sette arcatelle sul lato di mezzodì e con quattro su quello di mattina, sull’androne. Sul lato di monte, invece delle loggette si aprono cinque finestre quadrate con una larga cornice in pietra, sul cui lato inferiore sono scolpite le parole: “Libertati – Quieti – Amicitiae – Meditationi – Sacrum”. Al secondo piano, soltanto su questo lato vi è una loggetta, con sette archi inflessi, irregolari. Nell’interno, a pian terreno rispetto al cortile, vi sono quattro belle sale, con volta a botte, che guardano verso mezzodì; due di esse hanno le volte ben decorate dal Tellaroli, buon pittore del principio del secolo XIX. Nei piani superiori le stanze sono a travetti, come tutte le nostre vecchie case, ma vi è stata una troppo abbondante opera di restauro. Galleria immagini di questa strutturaPoco lontano dal Castello sorge una casa gentilizia che ha occupato l’area di un convento di cappuccini costruito nel sec. XVI, da cui si gode la vista del lago di Garda, della pianura bresciana, mantovana e cremonese, e delle montagne. Il convento venne eretto dalla famiglia Averoldi e specialmente da Ottavio che donò il terreno e sostenne la gran parte delle spese per la fabbrica, alla quale concorsero anche le popolazioni di Lonato, Bedizzole e Desenzano. Il convento venne aperto nel 1571 e fece parte dapprima della provincia milanese fino al 1587, quando passò alla provincia dei S.S.Faustino e Giovita. Il fabbricato molto umile, era composto di 23 celle, la cucina, il refettorio, la biblioteca e ambienti di lavoro. La chiesetta dedicata all’Annunciata, venne consacrata il 29 gennaio 1581 da mons. Giacomo Roveglio di Salò. Drugolo: il castello vicino a Lonato del Garda - tuttogarda.itLa chiesa devota e semplice ha una cappella in cornu Evangelii e altari in noce. Sempre in cornu Evangelii vi è una tomba nella quale è sepolto Giovanni Averoldi, morto il 15 agosto 1574. Un’antica tradizione popolare vuole che mentre si edificava il convento vennero visti di notte molti lumi danzare sopra la fabbrica, il che avrebbe accresciuto la venerazione del popolo verso i cappuccini. La quale si accrebbe nel 1630 quando i frati si dedicarono con tutte le forze nell’assistenza agli abitanti del luogo, abbandonati da tutti. Nel 1606 in occasione dell'”Interdetto” i cappuccini di Drugolo avevano preso possesso dei conventi di S.Francesco e dei S.S.Pietro e Marcellino di Brescia. I cappuccini, specie per l’opera di p.Apollonio Porcellaga, trasformarono il luogo selvaggio in un vero e proprio giardino. Il convento venne usato, dato il clementissimo clima, anche come convalescenziario. Altre volte venne usato per studentato con cattedre di filosofia e teologia. Soppresso nel 1769 dalla Repubblica veneta venne riaperto nel 1799 per intervento degli Averoldi, ma nel 1802 venne di nuovo soppresso. Rimasto, come lo era sempre stato, dei nob.Averoldi, nel 1830 l’immobile in occasione di una divisione rimase al nob.Gherardo, che lo ridusse ad abitazione privata, mantenendo, del convento, oltre la chiesa, una cisterna e parecchi ambienti rustici. Il resto fu atterrato per edificarvi una casa chiamata “Palazzo dei Signori” che incominciò ad essere abitata nel 1854. Il figlio del nob. Gherardo, Ettore, lo vendette, nel 1875, al card. Hohenloe che l’anno appresso lo donò al fratello, duca Vittorio di Ratibori. (esatto, ai tempi se non eri nobile non arrivavi in alto ne la gerarchia de la Chiesa) Riacquistato ancora nel 1899 da Vittoria Morelli di Popolo, seconda moglie di Ettore Averoldi, da essa passò alle figlie ed in seguito, per successione ereditaria, divenne proprietà Monti e Masetti. Per qualche tempo il caseggiato ospitò un seminarietto dei Canonici Regolari. Nel 1965 venne acquistato da Luciano Sorlini. Vi esiste una bella tela del Richino, raffigurante l'”Annunciata”. Nella cappella laterale si venera un bel Crocifisso, già veneratissimo nel convento delle suore di S.Cristoforo di Brescia. Dopo la soppressione del convento voluta dal governo napoleonico, il Crocifisso venne ospitato per qualche tempo in casa Averoldi, e in seguito il 4 novembre 1810, trasportato con solenne e foltissima processione nella chiesa della Annunciata dell’ex convento e qui intronizzato. In quella che fu la selva a settentrione di Drugolo sorge un’altra chiesa o meglio un santuario sorto su un lazzaretto che fin dal 1445 raccolse, come indica un mattone conservato nel Museo cristiano di Brescia, gli appestati di Drugolo e di Padenghe. Chiesa dei Morti della Selva | Lonato -Bedizzole | Lago di Garda - Garda  tourismGli Averoldi conservarono poi il luogo come cimitero degli appestati nei sec. XVI e XVII. Nel 1575 assieme a Drugolo, venne posto dagli Averoldi sotto la giurisdizione ecclesiastica della parrocchia di Bedizzole e perciò legato definitivamente alla diocesi di Brescia. Nel 1723 sempre per intervento degli Averoldi il santuario venne ricostruito nelle linee attuali. Un segno della devozione delle popolazioni vicine sono i molti ex voto e la stele sormontata da Croce eretta nel 1854 da Angelo Serina di Lonato mentre una croce, rinnovata nel 1888, ricorderebbe alcune fanciulle che per sfuggire alle insidie di soldati francesi perirono in una buca colma di calce viva. 1 ABBRACCIO (mauro)