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sbrodolata che va a sparare di festa della donna, dove le parole sono la cosa che amano le donne. esatto, le parole più che i fatti

Volevo continuare il filone, quello che bello fare il gay e il ..algiolio col …uletto degli altri. Volevo sbrodolare di altro divenuto famoso e solo perché aveva copiato, ma poi, arrivato a una trentina di canzoni e eravamo arrivati solo a anno ’64, sembrava elenco telefonico. Poi ecco che, visto che, come aveva sempre detto anche David Bowie, dove spesso era stato accusato di copiare, Bowie risponde: certo che tante volte ho copiato, ma, bisogna anche essere bravi di sapere cosa copiare e cosa che non di copiare. Carissimi, le canzoni de l’epopea di maggior splendore della musica italiana, dal ’57 al ’70, è tutto un copiare da altri. Esatto, altro che ispirazione. Non c’è un cantante di quelli famosi a essere vergine (si salvano forse solo i cantautori nati musicalmente da metà anni’60, ma che però non vendevano dischi. Dovete sapere una cosa, se canta una canzone uno sconosciuto, vende, ma se va bene, vende mille copie. La stessa, la stessa identica canzone, se la fai cantare a un cantante già famoso, di copie se ne vendono centomila e minimo. Se voi sareste giovani e con poche palanche, che cosa preferireste tra le due situazioni, che la vostra canzone resta, cantata da voi, resta anonima o che diventa famosa e anche se cantata da altri? Nel senso, se di una canzone, di diritti d’autore, è solo esempio per farvi decidere la scelta. Se becchi 1€ perché la canti, se becchi 1€ perché hai scritto la musica, se becchi 1€ perché hai scritto il testo, esatto sono 3€ a disco. Mentre, metti che hai scritto solo la musica o solo il testo, becchi solo 1€, ma, se tal disco vende centomila copie, e moltiplicate x 1€ = esatto sono centomila euro. Mentre vuoi cantare tu che sei sconosciuto, becchi 3€ a canzone e per mille copie vendute, esatto fanno totale tremila €, esatto, ci stanno 97mila € di differenza, a voi la scelta, se rimanere anonimi e con le palanche in tasca, o togliervi soddisfazione di apparire in pubblico e rimanendo senza palanche, a voi la scelta) Questo non è solo che in campo musicale, a capirla. Esatto, se sei di quella parte a fare una cosa tutti ti elogiano, se sei da l’altra parte ti condannano? Esatto. Scusate, ma non lo avete visto con la corsa a piedi e specie in provincia di Brescia. Quello che fatto anche dal sottoscritto con G.S. Mariele, con Atl. Monte Maddalena Brescia, con the running & adventure, con Amici Torneo Podistico, se altri di altra parte, gli avrebbero fatto monumento, esatto, mentre sottoscritto? esatto condannato, e al minimo sbaglio. Esatto, alla minima pagliuzza sbattuto fuori, mentre le travi di altri ben accettate, e di buon grado. Ma il bello è questo, che nonostante, in mezzo a mille difficoltà, il gioco continua, e continua in barba a chi vorrebbe farlo morire. (esatto, se Dio è Morto, è Morto per Tre Giorni poi è risorto) Ecco, arrivato a questo punto, messo da parte l’elenco telefonico delle canzoni copiate dai ben visti de l’establishment (ma poi guardate che non è proprio così. Nel senso, l’establishment non sta sempre quello, ciclicamente e periodicamente va a cambiare chi sta sulla sella del cavallo di comando. Voi tutti conoscete certo Giorgio Bocca RIP, esatto considerato gran giornalista, e che scriveva su autorevoli testate di quotidiani e riviste e settimanali. Sapete che diceva di un certo giovane Celentano, degli inizi. E agli inizi, di quando copiava Elvis Presley, sapete cosa diceva? No, un articolo molto duro, e si era scagliato non solo contro a Celentano, ma a tutta quella nuova moda giovanile, chiamata vivere rock e che da l’America stava invadendo l’Italia. I titoli sui giornali erano di questo genere: Palazzo del ghiaccio, devastato dal nuovo idolo del rock ‘n’ roll. Non ti dico l’assembramento, era sul finire anni ’50. Adesso, il titolo, cambiato chi su sella del cavallo di comando, il titolo a stessa scena e identica, il titolo diventerebbe: Tripudio e ovazione, migliaia e migliaia di fans, ammiratori e gente comune accorsa al palaghiaccio di Milano a rendere tributo d’onore a Celentano, l’idolo del rock ‘n’ roll più amato. SVEGLIATEVI. Non è solo della musica questa cosa, questa cosa è cosa di tutti i giorni, dipende se la cosa è fatta di uno di una parte o di uno di altra parte malvista a chi sta su la sella del cavallo di comando)   Detto questo, oggi 8 marzo Festa delle Donne. Ma quali donne? Ce ne stanno di tanti tipi. Ci stanno quelle labbra rosse, tacchi a spillo e unghia lunghe e decorate. Esatto, le donne oggetto, le donne che vogliono essere oggetto desiderato del maschio con carta credito gold, e ci stanno quelle senza unghie, che lavorare, logico, le unghie lunghe ti impediscono di lavorare, danno fastidio. A voi donne la scelta la scelta, non del maschio. Adesso a tante e tante di quelle che vanno in televisione con belle pitturate labbra rosse e tacchi a spillo, dico a voi, (che ve ne fregate di quelle non fortunate di andare in televisione, come invece fortunate voi, che fortunate di bella tazza, siete state brave a vendere la tazza alla persona giusta. Che altro che solidarietà femminile, che solo a parole in televisione, che ai fatti, la situazione vi fa comodo, voi in televisione e le altre in fabbrica o a ninnare i pargoli) conoscete Rita O’Grady, esatto la battagliera sindacalista inglese che lavorava alla fabbrica inglese della Ford. Esatto, stiamo parlando del famigerato anno 1968. Carissime labbra rosse e tacchi a spillo in televisione, non di certo voi a cambiare la situazione e il ruolo della donna in una società maschilista, che però (grazie ai tipi di donna come Rita O’ Grady) sempre meno maschilista, questo è sotto gli occhi di tutti. Ma non siete state voi bellezze che volete solo che essere oggetto di desiderio di uomo con carta gold, non voi donne di questo tipo che avete migliorato la vostra condizione nella società. Chi ha migliorata la condizione femminile nella società maschilista sono state i tipi alla Fernanda Pivano e anche i tipi alla Rita O’Grady. Andate a vedervi il film tratto dalla sua storia personale di sindacalista. Film tratto da un fatto vero e accaduto, con tanti testimoni ancora viventi. Dove le donne le prime che gli erano contro a la sua iniziativa (quelle che la pensavano e la pensano come la moglie della canzone di Celentano che aveva vinto il Festival di Sanremo, la canzone Chi Non Lavora, Non Fa L’Amore) Quanto ha dovuto patire Rita i giudizi di quelle donne, dopo, quando Rita O’Grady ha vinto la battaglia, le donne, quelle che prima contro, e solo per opportunismo, tutte a salire sul carro di Rita e sempre per opportunismo. Ma andate a vedere il film, titolo originale WE WANT SEX (in italiano con titolo Cambieremo Il Mondo) Adesso faccio copia incolla di presentazione, ma prima, ancora una cosa, donne, cosa ve ne fate di un solo giorno, solo di 8 marzo? Donne si dovrebbe avere orgoglio di essere 365 giorni l’anno, tutti i giorni h24. La vita è Madre Natura (e non papà natura) e la vita de l’umanità (chi mette al mondo) è in mano a la DONNA, con la D maiuscola, e non in mano a donne che per una carta gold, di voler essere desiderate da chi possiede carta gold, esatto, si pitturano di tutto e non solo labbra rosse, tacchi a spillo e unghia lunghe e decorate. Quelle di questo tipo di donna, (poi come libero il sottoscritto di pensare, libera qualsiasi donna di pensare e vivere come gli piace a lei e non al sottoscritto) sono loro che gli piace di essere donne oggetto costoso, che hanno e fanno un loro prezzo, non so se l’avete capita. Care giornaliste donne labbra rosse e tacchi a spillo, e a uscire dal guscio e vedere la realtà? quello no? perchè? non è perchè ci sta motivo di palanche che vi fa comodo? Ma ecco la presentazione del film WE WANT SEX (dove in italiano? We=noi Want=volere Sex=questo lo sapete. Dove logico che però è sottinteso parità di sex, parità di sesso) Sono i tipi come il sottoscritto che hanno rispetto della condizione femminile, altro che sessisti. Ma a voi donne però vi piacciano quelli che parlano bene di voi in televisione e dopo però, sono i primi che vi comprano con carta gold. Quelli che fanno il gioco delle parti, nel senso che, a parole vi difendono, ma coi fatti vi tengono nella vostra condizione, di vedervi solo, voi donne solo come, solo che oggetto da comperare. Una bella bambola in carne e ossa e per fare sesso, pagando oggetto che fa godere. Mentre nel lavoro, oggetto che, quelli che in televisione uomini che parlano bene di voi e vi difendono a parole, quando si tratta poi coi fatti, i fatti che questi uomini contenti, che pagando poco e sminuendo il vostro lavoro, la furbata li fa guadagnare la fabbrica. (però voi donne contente così non i fatti, l’importante per voi donne le parole di solidarietà, fa ‘..ulo i fatti) Dove in fabbrica, non la lavoratrice che più meritevole, ma quella con più bella tazza? DONNE SVEGLIATEVI. Ma ecco il copia incolla: Dagenham, 1968. La fabbrica della Ford è il cuore industriale dell’Essex (Inghilterra) e dà lavoro a 55mila operai. Mentre gli uomini lavorano alle automobili nel nuovo dipartimento, 187 donne cuciono i sedili in pelle nell’ala della fabbrica costruita nel 1920, che cade a pezzi corrosa dalla pioggia. Lavorando in condizioni insostenibili, le operaie finiscono per perdere la pazienza quando vengono classificate come “operaie non qualificate”. Con ironia, buon senso e coraggio riescono a farsi ascoltare dai sindacati, dalla comunità locale e dal governo. Rita O’Grady, loquace e battagliera leader del gruppo, diventerà un vero e proprio ostacolo, duro e insuperabile, per il management maschile e troverà sostegno nella deputata Barbara Castle che le consentirà di sfidare anche il Parlamento. Insieme alle colleghe Sandra, Eileen, Brenda, Monica e Connie, Rita guiderà lo sciopero delle 187 operaie addette alle macchine per cucire, ponendo le basi per la legge sulla parità di diritti e di salario tra uomo e donna. 1 ABBRACCIO MANY KISSES (mauro, che però malvisto dalle donne? si può sparare cazzate? No, non importa, tanto il sottoscritto non è mai stato a dipendere e da nessuno ne di uomo e ne di donna. Poi, alla mal parata, ci sta sempre Federica, la mia mano amica)

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