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the dark side of the moon (l’altra faccia dello sport)

Il doping non è diverso da altre pratiche che si diventa dipendenti (se la ludopatia è riconosciuta malattia, ancor di più sono le altre dipendenze. Che una volta iniziato, diventano pratica che non puoi fare a meno, con l’aggravante che per raggiungere effetto, devi e ogni volta assumere sempre in dose sempre più maggiore) Dalle semplici vitamine via orale, si passa a assumere vitamine via iniezione, poi il passo seguente è l’iniezione di cocktail chimici, e quando vuoi tornare indietro, ecco che ti accorgi di essere stato preso dentro da questo meccanismo che non ti lascia più scampo. Non sono le parole del sottoscritto, è la confessione di un atleta, un ciclista, ma pentito. Atleta che è anche stato poi oggetto di cattiverie, da parte di chi non voleva che si parlasse di questo problema. Dove in ogni establishment e di tutte le discipline, (poche quelle vergini) vige la ferrea regola non scritta della omertà e del silenzio. L’atleta in questione è un ciclista, e la sua confessione offre anche una lettura diversa dei due casi che ho già parlato, esatto, la cattiveria del establishment del comitato affari che gira intorno al mondo doping, diventata una lezione a rovinare Pantani e Schwazer e che doveva servire per mettere sugli attenti anche gli altri. Un atleta, ogni atleta è come un bambino che ha un sogno nella testa, esatto, quello di diventare un campione (poi ci stanno e sicuro anche altri atleti che più che la gloria a tutti i costi, meglio il divertimento. Lo sport non è l’unico settore, anche in campo musicale tanti i musicisti che hanno chiuso la porta in faccia al facile denaro, per suonare la musica che gli piaceva, preferendo il piacere alle palanche. Ho già parlato di questo, e tante volte) e per il sogno, disposti a tutto. Poi, man mano che si cresce, il sogno ti fa perdere il contatto con la realtà (dalla canzone di Guccini … i vecchi nei sogni non distinguono il falso dal vero …) Il racconto (questo è un altro libro, sono su un altro libro, ma visto che la sbrodolata di prima era a sparare di doping, ecco che vado di overdose) inizia con l’atleta che si fa una domanda. Ma perché lo sport deve essere e dare una immagine di purezza a tutti i costi? E anche se non è vero? Per dire, un cantante, un attore, una rock star possono dire e tranquillamente che fanno uso o hanno fatto uso di droghe o che sono degli alcolizzati. Un allenatore o un presidente possono essere adulteri, esatto, mettere le corna, avere vizi, un politico che si fa pompare sotto il tavolo è cosa tollerata, mentre un atleta no, l’atleta deve essere vergine, un santo e condurre una vita irreprensibile? (Vedi caro atleta, il fatto che una competizione ha senso solo se non si bara, se no che competizione è? Al tempo del Impero Romano, di quando si voleva vedere la paura e il terrore dentro lo sguardo degli occhi dei Gladiatori, di quando si voleva vedere il sangue, e quando i due Gladiatori entravano dentro nel arena, rivolti a l’Imperatore, erano soliti dire: Ave Cesare chi va a morire ti manda saluti e baci. Ovvero, preferivano la morte a la tortura, cosa inevitabile se si andava in antipatia a l’Imperatore. Ebbene, per vedere più paura e terrore negli occhi, a uno gli davano gladio di legno, e a l’altro, gladio di ferro. Poi, se quello con gladio di ferro ammazzava quello con gladio di legno, ecco che il giro dopo a lui toccava scontro con in mano gladio di legno. Gli antichi romani? Esatto, i progenitori degli italiani. Sono stati proprio gli antichi romani a portare il sangue negli spettacoli, che alla plebe, al popolo, questa cosa gli piaceva, gli piaceva molto. Il popolo vuole solo un campione da idolatrare e i mezzi usati da tal campione per barare la competizione, il popolo se ne frega. Il popolo, che vai a dire della correttezza, il popolo della correttezza se ne frega. Ma non vedi che ama molto di più squadre di calcio che vincono coppe e scudetti e proprio grazie a doping finanziario, nel senso che, sai quanto costa mantenere quelle squadre che vincono coppe e scudetti? Esatto, tante volte anche cento volte di più delle squadre avversarie, ma secondo te popolo pallonaro, è competizione alla pari questa? No, questa è la conferma che nello sport vincono e sempre il denaro e le palanche. Nella antica Grecia, secoli prima, gli stessi spettacoli delle arene dei antichi romani, non prevedevano la goduria di veder scorrere “fiumi di sangue”. Alcuni reportage dell’epoca dicono che a fine spettacolo antichi romani, dopo una centinaio di Gladiatori e Cristiani ammazzati e sbranati in poche ore, il terreno diventava un lago di sangue. Dopo, caro atleta, sicuro che in altri ambiti ti do ragione, caro atleta, anche nel lavoro è cosi, il raccomandato o la bella fig.A sono più avvantaggiati. Salvo poi, la bella fig.A, una volta che s’è sistemata, ecco che va a denunciare, comodo così? Esatto, ispirata anche dallo scandalo del cinema, con tal produttore a approfittare, però sai che non so chi tra le due categorie ha approfittato di più della situazione) La svolta alla sua vita, a l’atleta glie l’ha data una situazione, è stato quel giorno che è stato a trovare un suo compagno di squadra. Appena ha aperto la porta della stanza dell’ospedale, aveva pensato di aver sbagliato stanza, l’amico era irriconoscibile, un cadavere. Dice di essersi trovato come davanti a uno specchio, anche lui aveva fatto le stesse cose del suo amico, lo stesso doping del suo amico. Dice che è stato quel momento, l’incontro con l’amico nella stanza dell’ospedale, a fargli prendere la decisione di mollare tutto. Tra sé e sé si diceva, ma che voglio fare? Voglio forse diventare come J. Dean, J. Morrison, J. Joplin, J. Hendrix (ho messo questi ma ce ne stanno altri, ho messo questi perché guarda che strano, iniziano tutti con la J e tutti morti giovani. … quando si è giovani non si pensa alla morte, quando si è giovani è strano … esatto, ispirata ancora da canzone di Guccini) raggiungere fama e successo in fretta e morire presto? Che ne sarebbe stato di mia moglie e mia figlia? le due cose che amo di più, che ne sarebbe stato? Pensava: ai ciclisti d’èlite non capita spesso diventare anche nonni, detto questo, ha appeso la bici al chiodo per stare assieme alla sua moglie e alla sua bambina. Poi fa una considerazione che si fanno in tanti, tutti gli sport sono uguali, però qualche sport è più uguale di altri? Si riferisce al Calcio, nel senso che ai mondiali di calcio in Francia, tanti controlli fatti, ma guarda te, tutti hanno dato esito negativo. Poi aggiunge, che forse il re, l’imperatore di tutti gli sport, che forse è intoccabile? Che forse perché è giro di affari stramiliardario come nessun’altro settore al mondo? Se nel ciclismo vige l’omertà, che è regola non scritta, il calcio, non è da meno, chi rompe il patto di omertà, glie la fanno pagare. Un calciatore ingenuo e onesto che andò in procura a denunciare la combine tra la sua squadra e la squadra avversaria, la sua carriera fini così, di colpo (non fatemi mettere il nome). Non trovò più una squadra che lo tesserasse. Nel senso che, come nella casta dei benpensanti, c’è il detto che dice che: si può far tutto, si, anche una pompata sotto il tavolo, basta che gli altri non lo vengano a sapere (che poi, a chi non gli piacerebbe farsi fare una pompata sotto il tavolo, è cosa normale, l’anormale, se ci sta l’anormale, è chi potendo non gli piacerebbe) Poi, e finalmente ci è arrivato anche lui, e dice: chi rovina lo sport, più di tutti, più del doping, è il giro miliardario di palanche e denaro che gira intorno al mondo dello sport. Le tante palanche, più tante palanche girano intorno, meno lo sport è credibile, basta vedere il giro di scommesse. Dice che anche nello sport, come in tutte le cose, tutto ha un prezzo, basta conoscerlo. Adesso va a parlare dello scandalo del Tour de France del 1998, quello dello scandalo Festina & compagnia bella, esatto, il Tour quello vinto da Marco Pantani. In pratica, chi era il favorito, e in testa alla classifica, a causa dei controlli serrati, non potendo alimentarsi con prodotti “speciali”, si è dovuto accontentare del secondo posto. Ecco si intravede che, Pantani non rispettando la regola non scritta, ha fatto di testa sua, che poi quello che ha dato fastidio che gli altri ne erano usciti ridimensionati, caxo, se Pantani gli ha dato quei distacchi, e è risultato pulito, vuol dire che prima dei controlli, gli altri correvano sporco. Ecco, si doveva far perdere verginità anche a Pantani, logico, cosa che non ha mai avuto nemmeno lui e al pari di tutti gli altri, però, ai controlli fatti a quel Tour è risultato pulito (ma poi non era nel suo carattere, rispettare le regole di squadra, vuoi che andava a rispettare regole di omertà non scritte e solo per far contento il circo delle corse in bici? Non vi ricordate di come quella volta che doveva vincere la tappa el diablo, che era il suo capitano, ma niente, non rispettando l’ordine di squadra s’involò sulla salita e andò a vincere la tappa) e traendo vantaggio dalla situazione che a quel Tour i controlli sul doping hanno sballato il tutto. Sicuro che dovevano fargliela pagare salata, difatti, a Campiglio, a un passo che era a vincere il Giro d’Italia, ecco la vendetta del circo delle corse in bici. Gli hanno fatto perdere il Giro e la Verginità presso i suoi fans, la Verginità sicuro, ma non l’Amore che avevano e tanti e tanti hanno ancora. Stessa arma usata col marciatore, controlli e procedura a dir poco discutibili, se proprio non manipolati (ma per il sottoscritto, opinione personale, in entrambi i casi c’è stata manipolazione. Gli altri si difendono col dire che sono amante delle tesi complottistiche? Ma gli altri, conoscono, sanno come lavorano i Men in Black? e, i Men in Black ci sono in tutti i settori dove ci stanno interessi, e sicuro anche nello sport) Schwazer cosa c’entra? tanti siete a conoscenza che c’è stato un medico e tecnico italiano, che prima di tutti, ha scoperchiato il vaso del doping, il suo nome è Sandro Donati, uno dei pochi che andava a dire che si poteva fare sport e senza barare. Donati ha messo in guardia, ha messo in evidenza che nello sport si era iniziato a fare uso intensivo di Epo. (ormone molto performante ma anche molto pericoloso) Però, tutto il mondo sportivo non apprezzò la cosa, anzi, l’hanno considerata cosa che andava a ledere il giro di affari che gira intorno al mondo dello sport. Ecco che, caso strano, forse che per fargliela pagare hanno colpito il suo atleta che seguiva? Esatto, proprio Schwazer (che per dire che era cambiato, si è messo in mano, alla persona che mai avrebbe tollerato pratiche proibite) Che anche qui con procedura a dir poco discutibile (e per me anche qui manipolata). Se poi ci mettiamo che era stato anche reo confesso tempo prima in altra vicenda di doping e che, ma da pulito, era in quel momento, il più forte marciatore al mondo, di una decina di minuti migliore rispetto al secondo più forte. Ecco che non si poteva squalificare la Russia e far vincere una Medaglia d’Oro a un ex beccato dopato. L’altro caso simile, esatto, quello di Gatlin, ecco li, stessa cosa. Ma li l’hanno fatto partecipare perchè erano sicuri che il divino Bolt avesse stracciato Gatlin. Se poi ci metti che Gatlin era di altra nazione, vedi la differenza, esatto, tutti gli atleti sono uguali, tutte le nazioni sono uguali, però ci stanno atleti e nazioni più uguali di altri. Esatto, stessa cosa della storia del California Zephyr Team di Skip? Esatto, stessa storia della cacciata del running&adventure da tal calendario gare?  Esatto, stessa storia della cacciata del Torneo Podistico da tal calendario gare? Detto questo, ma nello sport, ci stanno ancora gli atleti puliti? Sicuro che ci stanno ancora, però, sono quelli che guarda caso, non vincono mai competizioni importanti. Nel libro parla di due suoi compagni di squadra, che al massimo, prendevano un integratore vitaminico. In un mondo dove l’imbroglio è la regola, un atleta pulito risulta scomodo, molto scomodo. L’albo d’oro di D…n, uno dei due atleti puliti, anche se con vittorie meno prestigiose, brillava più di qualsiasi albo d’oro, e gli altri ciclisti lo sapevano, perché vittorie ottenute correndo pulito, non son tanti a poter dire questo. Di fronte a lui, gli altri ciclisti si sentivano colpevoli. Un giorno scrive lettera indirizzata al ministero dello sport francese e denuncia i fatti di sua conoscenza, credeva di poter cambiare la mentalità (i tipi alla Don Chisciotte mi son sempre piaciuti, magari domani pubblico testo della canzone di Guccini) dello sport. Ma un ciclista poco famoso, non ha molto peso in confronto di sponsor e majors organizzatori. L’Unione ciclistica internazionale gli diede del vigliacco, che col suo non rispettare la regola non scritta dell’omertà, andava a fare danni al giro degli affari del circo delle corse in bici. L’altro atleta, compagno di squadra, e notoriamente pulito, è stato B…s. Anche lui aveva deciso di intraprendere carriera ciclistica senza ricorrere al doping. Inutile dire che non ha mai vinto una corsa. Il primo giorno da professionista, e controvento, (chi si intende di corsa in bici sa cosa vuol dire una fuga da solo e controvento) parte a l’attacco. Il gruppo se la ride, dice: ecco un altro esaltato, lasciamolo andare, che, scommettiamo che nemmeno trenta km e lo riprendiamo e ohè, contento lui, lasciamolo sfogare, vedrete come farà presto a imparare la lezione. Solo che i km in fuga son diventati 140km di fuga solitaria, e il gruppo ha dovuto mettercela tutta per andare a riprenderlo. Quando è stato raggiunto, gli ho detto, ma che ..zzo hai fatto, e l’ho preso in giro, ma lui, esatto, era contento e soddisfatto di quello che aveva fatto. Non è mai cambiato, correva e per divertirsi.(il futuro non era un suo problema, avendo in tasca la laurea di ingegneria) Non è diventato famoso per le vittorie, è diventato famoso perché quando hanno beccato l’intera squadra, l’unico a esserne uscito pulito, pulitissimo, è stato proprio B…s. Lui B…s, considerato il Forrest Gump del ciclismo, era diventato di colpo famoso perché l’unico pulito, e tutti gli altri, tecnici e dirigenti compresi, tutti con la coda tra le gambe, messi alla gogna. Si ricorda di quando B…s gli ripeteva: Guarda che esiste la vita e anche oltre la bici. Non son qua per diventare un campione e guadagnare tanto, il più possibile. Se devo pensare a questo, correre in bici che piacere è? Mi ha fatto capire che, nella roulette della vita se punti solo su un numero, se non va bene sei finito, la ruota gira, e se non esce il tuo numero? Stessa cosa di tanti che da giovani hanno messo tutto in mano allo sport, e poi non è uscito il loro numero e si ritrovano senza essere n’è carne n’è pesce. Sai che le storie di doping fanno capire tanto anche del mondo che ci circonda. E le storie non son finite. (mauro)

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