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Storiella di un cinghiale che grugnisce e grufola nella testa dei homo sapiens e delle donne sapiens, un cinghiale del quale aver paura e che è meglio cambiar sentiero

Non andare a correre nel bosco e perché? perché vi hanno detto che in zona c’è un cinghiale? Cioè, smettere di fare quel che vi piace fare? e farvi comandare da un cinghiale? Ecco, se lascerete che le parole e il giudizio della gente diventino come un cinghiale che grugnisce e intanto che grufola nella vostra mente, finirà che ne avrete davvero paura, vi bloccherete e cambierete zona e andrete solo a correre nella zona che gli altri vi hanno indicato, esatto, a correre dove non ci stanno i cinghiali. (dove in mezzo al gregge siete bene accetti e dove i giudizi della gente sono buoni) Esatto, i cinghiali tale e quale ai giudizi della gente, che grugniscono e grufolano e vanno avidamente devastare la vostra mente. (esatto, per paura delle parole e i giudizi della gente andrete a correre nel tranquillo gregge delle pecorelle e protette. Ma del cinghiale? esatto, niente più da temere protette dai cani del pastore) L’altra faccia della medaglia è che, non prestare attenzione al giudizio degli altri, infischiandosene di tutto e di tutti, si corre il serio rischio di diventare persone presuntuose. Detto questo, diventando troppo dipendenti dal giudizio degli altri, ben poco si combinerà nella vita, perché state sicuri che, in tutto quello che vi piacerà di fare, sul vostro sentiero dei sogni, ci staranno sempre dei cinghiali a grugnire e a grufolare nella vostra mente. Questo vale in tutti i campi e anche in una gara di corsa a piedi, quanti che ho visto e vedo che sono succubi del giudizio degli altri, e anche sui campi gara. Basta che un gruppo di cinghiali grugnisca e vada a grufolare nella mente, ecco che, chi è succube, frena, si blocca, tanta è la paura dei cinghiali, (giudizio degli altri) ecco che ritorna sui propri passi e va esattamente a rifugiarsi e a correre dentro il recinto dove ci sta il gregge delle pecorelle, con tanto di cani pastore a fare da guardia. (una volta, siamo a una gara, mancano due minuti alla partenza, dei cinghiali vanno da la mia bella, più che bella, e forte atleta, e gli dicono: ma come, corri con quelle scarpe li? Non hai le chiodate? Questa gara è da correre con le chiodate. Era una campestre di fine febbraio si correva di pomeriggio e il terreno era secco, complice la settimana bellissima e con tanto di sole. Lei, contrariamente a quello che gli avevo suggerito, di fretta e frisù, corre subito alla borsa e si cambia le scarpe. Ma si può, a due minuti prima della partenza. Quando si hanno i paraocchi, che non ti fanno vedere altre cose, ma per essere accettati, vedere solo le cose che vogliono vedere anche gli altri, ditemi voi. Logico che il sottoscritto s’era anche arrabbiato con la tal atleta. Che poi, visto che i giudici gara hanno ritardato di poco la partenza e per aspettarla, il cambio de l’ultimo minuto è andato a buon fine, e l’atleta ha anche vinto la gara. Ma carissimi, l’avrebbe vinta ugualmente, talmente era a quel tempo la sua superiore caratura che avrebbe vinto anche a piedi nudi. Anzi, per paradosso, se correva a piedi nudi era anche meglio, perché oltre che a vincere ugualmente la gara avrebbe fatto anche miglior servizio ai suoi piedi, li avrebbe rinforzati di più, esatto, come usano a fare i forti runner africani. Carissimi, il rischio di buttare via la vittoria in quel occasione è stato altissimo, e solo per colpa che dei cinghiali erano venuti a grugnire e a grufolare nella sua mente. Voi immaginatevi lo stato d’animo a far tutto in ansia e di fretta, a due minuti dalla partenza, immaginatevi l’agitazione, e se i giudici non aspettavano 1 minuto in più? Carissima atleta, e se quei cinghiali, da maliziosi, erano venuti li apposta a gli ultimi due minuti e per farti innervosire? Sta di fatto che quei cinghiali la erano anche forti atleti, vuoi mettere la loro parola, il loro grugnire nella testa della mia ex atleta, era di 20 decibel più potente delle parole del sottoscritto. Chiuso parentesi del perché tante volte il giudizio degli altri è solo e unicamente per non permettere alle persone di correre incontro al loro sogno, esatto, che magari è sogno che è di svantaggio per i cinghiali?) Sono arrivato a pag.128 e, di questa pagina e delle due seguenti sottoscrivo tutto al 100% quel che dice l’autore, non cambio di una virgola, che dice: la corsa non è mai solitaria. Quando qualcuno dice che corre solo per se stesso e non dà importanza a quel che dicono gli altri, anche se lo dice in buona fede, non dice il vero. Esatto, pensa in quel momento di essere libero dal giudizio della gente, ma non è così. Già a pensare di quel che potrebbe dire la gente ci pensa ancora prima di uscire di casa, dal tipo di abbigliamento indossato, difatti, adesso tanti e tanti che escono bardati di tutto punto con abbigliamento tecnico e spesso di gran marca. (a trenta / quarant’anni fa non era così. Un paio di scarpe, una maglietta e un paio di pantaloncini corti, di solito, per fare allenamento, gli indumenti quelli meno costosi) Correndo per strada, incontrando delle persone o passando in centro al paese, si darà un contegno, uno stile di corsa più vicino allo stile di corsa di runner più veloce di quello che nella realtà è la sua caratura atletica. Ancora prima, dal parrucchiere, si farà fare taglio di capelli alla moda del momento, quella che va per la maggiore e che è apprezzata nella sua cerchia di amici e sul lavoro. Quando andrà a acquistare un’auto, penserà di aver fatto la sua scelta, ma inconsciamente è sicuro scelta fatta e condizionata da l’ambiente in cui vive, amici in primis, e poi a seguire mille altri condizionamenti, tra i quali, far colpo sulla fidanzata, sui colleghi di lavoro, avere una scatoletta gommata come quella che dice la pubblicità e così via. Ecco, tanti che gli piace definirsi runners, adesso run runner running maratona trail sono parole che danno valore aggiunto a chi pratica tal attività. Esatto, a differenza di una volta, quando questa pratica si chiamava podismo. (e da sempre che il sottoscritto va a dire che è diventata solo che moda, prendi la classifica dei primi 100 in una maratona, somma i tempi, fa il confronto totale del tempo finale dei primi 100 di adesso, coi primi 100 di 30/40 fa. Non c’è da andare a scuola per poi dire: si, adesso, il correre a piedi, cambiando nome, cambiato da podista a runner, è solo che diventata una moda. Sempre più sono a seguire la moda del running, e purtroppo sempre più a rubargli la dignità. Adesso, al giorno d’oggi e più di ieri, sai che bello, mens sana in corpore sano, adesso questa cosa è molto di moda, chi pratica il mens sana in corpore sano si colloca di un gradino più su nel giudizio che gli altri daranno di lui) Esatto, non tanto la salute e lo star bene, quanto il giudizio degli altri. Palpabile è il fatto che quando correte in centro o sul viale, li sentite dentro di voi i giudizi della gente, che se immaginate positivi, gonfierete il petto orgogliosi, esatto, non tanto il correre a piedi a inorgoglirvi, quanto il giudizio degli altri, più o meno orgogliosi a secondo di come pensate vi avranno giudicato. Questo, e specie a livello giovanile, esatto, ne sono penalizzati i bambini, che più che alla gara, pensano a che giudizio riceveranno dai genitori, dal l’allenatore, dai compagni di squadra. Esatto, è una cosa che ci hanno inculcato e sin dalla tenera età, quella della grandissima importanza di fare bella impressione alla gente. Ecco, i grandi campioni temono anche loro il giudizio della gente, ma lo temono di meno. Che non avere la mente che frena, o che frena di meno, è un vantaggio non solo per fare buona performance gara nel running, ma anche in altri campi della vita. Tanti sono i campioni dello sport che non stanno li a smacchinare la loro mente di cosa è che penserà di loro la gente. (sono a segnare il giro di una gara, con me c’è una persona venuta a aiutarmi, mi dice, sai che critiche, sai che diranno di questo brutto sentiero i partecipanti. Ecco se stava a dar questa importanza per la scelta di un sentiero di montagna, voi immaginatevi questo nella vita di tutti i giorni, a che condizionamenti è sottoposto) Detto questo, sicuro che anche il giudizio della gente è importante (ma meno di quello della propria coscienza) esatto, non viviamo su di una isola deserta, viviamo in una società, per quanto non ancora del tutto civile e ancora piena di magagne e di difetti. Però un conto sono regole basilari di convivenza, un conto sono i meccanismi inventati e affinati millenni dopo millenni e per tarpare le ali a chi vuol provare volare fuori dalla voliera e della gabbia della omologazione. Una società civile? Quella che è fondata sul giudizio della gente? Quel cinghiale che costringe la nostra mente a frenare, (abbandonare quel che ci piacerebbe fare e solo perché il cinghiale non vuole? Ma è vita questa? Questo più che vivere è tirare campare e senza andare incontro stress che non saremmo capaci di sopportare? Ispirata dalla canzone Attenti Al Lupo?) e di cambiare in fretta frisù il sentiero che ci piace e per seguire il sentiero dove il cane pastore conduce il gregge, cosa così, di seguire il gregge, è stata seminata nella testa degli homo sapiens e delle donne sapiens e ancora in tenera età, tenerissima età. Che il cane pastore dove conduce? Esatto, il cane pastore conduce sempre il gregge e sempre dove vuole il suo padrone. Detto questo, volenti o nolenti, i cinghiali che abitano nella testa, iniziano a grugnire e a grufolare e ancora a partire da l’asilo. Alla prossima, alla prossima siamo arrivati in cima alla stairway to heaven della corsa a piedi. L’ultimo gradino si chiama: SBAGLIANDO SI IMPARA (mauro)

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