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storiella del brutto anatroccolo e domanda ai due profeti del fantastico mondo dei social

Quante volte si è sentito dire sui campi gara (dopo che avevano beccato una sportina): quel bambino e quella bambina faranno strada in questo sport. Per primo, questa cosa di avere in casa un futuro campione, per primi questa cosa la pensano anche i genitori, ogni scarrafone è bello a mamma soja. Poi qualche pseudo tecnico delle giovanili vedendo di farci dentro una bella sua immagine di tecnico vincente, esatto, che avendo in mano due talenti di bambino e bambina, esatto, ci tetta dentro e si figura già di diventare famoso e di accompagnarli nella loro brillante e fulgida carriera sportiva. Però c’è un però, la strada di talentuosi bambini e bambine è lastricata di tanti e tanti e tanti abbandoni precoci, ancor prima di arrivare alla categoria Senior. Quasi mai, anzi, mai, chi poi diventerà un campione, era campione imbattibile anche da bambino. Campioni non si nasce, se si hanno le qualità, si diventa più in la coi anni, dopo aver vinto poco da bambini e dopo e spesso e volentieri praticato in età giovanile anche qualche altro sport (non fatemi mettere mi nomi). Non fatemi mettere i nomi di bambini campioni che hanno abbandonato e di chi bambino era uno dei tanti e che poi da adulto è diventato un campione. Diciamo che spesso, lo sport giovanile non lo si guarda con l’occhio della scienza, i tecnici delle giovanili, quasi tutti, fanno vedere che di scienza sportiva applicata ai giovani ben poco conoscono. In primis il sottoscritto, che suo figlio è stato uno dei tanti e tanti giovani promettenti ma che hanno abbandonato precocemente, il burnout giovanile. Nel senso che i tecnici delle giovanili allenano i bambini con lo stesso criterio che si usa a allenare gli adulti. Nel senso che, quasi tutti, anzi, tutti i tecnici delle giovanili non conoscono l’importanza della parola, della parola della multilateralità, e riferita alle capacità motorie di un bambino e di una bambina. Esatto, questi sfortunati bambini e bambine sono capitati per loro “sfortuna” in mano a tecnici delle giovanili che li indirizzano da subito in un’unica direzione, quella della specialità dove loro un tempo erano anche stati dei bravi interpreti di specialità. Il risultato è scontato e inevitabile, il bambino e la bambina talentuosi, spronati da tal tecnico e entusiasti, visti gli incoraggianti risultati, ci daranno dentro sempre più, sempre più, e fin quando un bel giorno, a una gara, cosa che non ti aspetti, chi gli arrivava dietro, che da bambino era uno dei tanti scaccioni, toh, a quella gara gli è arrivato davanti. Nessun problema, solo che rabbia per l’ex bambino che era abituato a vincere, rabbia e desiderio di vendicare l’onta subita in gara a la volta dopo. Ma toh, ancora cosa che non ti aspetti, quel scaccione di bambino che arrivava tra gli ultimi, adesso arriva ancora davanti a tal ex talentuoso da bambino. Il bambino che non più bambino era diventato uno junior, gli ex due bambini, da junior che sono adesso, lo scaccione gli da la paga a l’ex talentuoso da bambino. Sicuro che l’ex talentuoso, la cosa non riesce a digerirla e inizia a mettere in discussione tutto, e in primis proprio il tecnico che fino a che è stato categoria allievo e che vinceva, del suo tecnico ne vantava grandi doti e grandi capacità. Ecco che, per l’ex talentuoso, da quel momento inizia la trafila dei cambi società e dei cambi tecnico, col risultato che è sempre il solito finale, non arriva più nemmeno nei primi dieci a l’arrivo. Da qui, ancora qualche tentativo e magari anche con sostanze di farmacia, ma il risultato è sempre quello, gli altri scaccioni di qualche anno fa, adesso gli arrivano davanti. Di qui è inevitabile l’abbandono. Le cause del non più migliorare possono essere tante e diverse, ma le principali sono tre. Sempre secondo il sottoscritto, che di scienza poco conosce. Una causa è che, se da bambino a correre era solo che un gioco, diventato poi più grande, il correre a piedi ha assunto un aspetto non più di gioco, ma è diventata una cosa impegnativa e che conta il risultato per non deludere i genitori, il tecnico, la società, e di conseguenza, per non sminuire la propria immagine, essere costretti sempre a vincere. Esatto, quel che era iniziato come un gioco, non più il gioco ma diventato un obbligo e più impegnativo di un lavoro. E si sa, tra lavoro e gioco ci sta una bella differenza che è tutta di testa. Un’altra causa, è il tecnico, nel senso che nei momenti favorevoli al suo allievo, ci tettava dentro a fargli fare allenamenti di intensità, esatto, gli ha bruciato i mitocondri con l’acido lattico delle famose ripetute. E una volta bruciato i mitocondri, dimmi tu come è che fai a competere con chi non facendo le ripetute da bambino se li è salvati tutti? e che adesso che è adulto quei mitocondri in più, eccome che gli fanno comodo, lo fanno vincere. (…, non bisogna andare veloci a 16 anni, è a 25 anni che si deve andare veloce. Quante volte l’hai sentita dal sottoscritto questa frase? Esatto, millanta volte. … una gran bella donna appassionata di corse a piedi) Altro motivo, è scientifico, più che scientifico è biologico. Nella fase della pubertà, da cat, Allievi e fino a Junior, ci può stare situazione che la maturazione fisica non ha la stessa velocità e anche se il bambino e la bambina hanno la stessa età. Ci posso stare anche tre/quattro anni di differenza biologica tra un bambino e l’altro, tra una bambina e l’altra (il mio caso? che ero in ritardo biologico e non solo mentale? ma che purtroppo tale e quale son rimasto, esatto, pisello piccolo e cervello piccolo son rimasti, non son mai cresciuti, son rimasto bambino in tutto e per tutto. Si può ancora sparare cazzate e anche a tempo di Covid 19, nuova malattia, strana malattia, che più tanti che usano la mascherina e più alta è la percentuale contagi. Carissima coppia oracoli dei nostri tempi, e come sono adesso i tempi? belli o brutti? ma non dovevano diventare solo che belli? datevela voi la risposta. Carissima coppia che siete quelli che non danno fastidio a l’establishment, anzi, vi piace. Carissima coppia, una domanda, visto che adesso non si fa nulla senza che ci stia il vostro zampino, una domanda, questa, il mio piccolo cervello non riesce a spiegarsela questa cosa, che a ogni giorno, da quando è obbligatorio usare le mascherine, i contagi di tal nuovo e moderno Coronavirus, Coronavirus che ha più visualizzazioni di voi due messi assieme e anche degli altri due Corona messi assieme, ebbene, nonostante la mascherina i contagi aumentano? è possibile questo? e è già più di tre settimane che siamo costretti con la mascherina e nonostante la mascherina a ogni giorno diventano sempre di più, più la gente sta attenta, più aumentano i contagi, guarda che è strana la cosa. Di più contagi di 1 mese fa e di quando non ci stava obbligo di mascherina. Ecco, a voi giro questa domanda: Che magari c’entri la mascherina? Non lo so, domando, non sono uomo di scienza. Però, perché a Codogno e in Val Seriana, come sono messi adesso? ci sta ancora anche li alta percentuale? e se no, forse che magari prima, quelli di quelle zone, lo avevano beccato tutti questo Covid 19 e adesso hanno gli anticorpi giusti? Non lo so, ditemelo voi, non sono uomo di scienza, sono domande che mi faccio da perfetto ignorante quale sono. Visto che a voi, pregandovi, si è rivolto perfino il capo, il sottoscritto, umile pensionato e che non ha studiato, ecco il motivo della propria ignoranza che chiede lumi a vossia) Ecco che, se a dodici anni un bambino è quattro anni avanti e sto parlando avanti biologicamente, e un altro bambino è indietro due anni e biologicamente, sempre rispetto a l’età anagrafica. Ecco che, non è difficile vedere tutti e due i bambini a gareggiare nella stessa categoria di età ma che quello che biologicamante è avanti rispetto a l’età e che di anni biologici ne ha 16, ecco che, non ci vuole un genio a capire che vincerà in gara con bambino della sua età, ma che biologicamente è in ritardo di due anni. Esatto, è come aver fatto gareggiare un bambino di 16 anni contro un bambino di 10 anni. Non ci vuole un genio a capire questo. Questo che a scuola di tecnico la bella e arrapante dottoressa diceva: tra i diversi bambini, se devo puntare, punto al bambino che gli spunterà la barba il più tardi degli altri. Nel senso che, chi è avanti con la maturazione a un certo punto si ferma, esatto, a 16 anni è già un adulto di venti anni. Mentre il bambino in ritardo biologico, a 16 anni è come che ne ha 14 di anni e per arrivare a 20 anni ha ancora sei anni di crescere biologicamente, che vuol dire anche sei anni in più di crescere anche muscolarmente. E arrivati tutti e due i bambini a l’età anagrafica di venti anni, quello in ritardo avrà anche superato anche nel fisico e di gran lunga il bambino che era andato avanti velocemente. Salvo principio scientifico di caratteri ereditari, il famoso dna. (questa situazione mi fa venire a la mente le belle tedeschine, che a 15’anni erano già ben fatte e formate come donne di 20’anni, salvo poi a quarant’anni, dimostrare il corpo appesantito di una donna di sessant’anni, esatto, tali e quali diventate come le loro mamme) Poi, non sempre è così, perché il bambino in ritardo, probabilmente avrà già smesso molto tempo prima di fare sport, che da ragazzo o ragazza a arrivare ultimi non è che ti invoglia a continuare, non è che hai pazienza di aspettare. Mentre la corsa a piedi, una delle sue caratteristiche è di aspettare i frutti, i frutti de l’allenamento. Che non per niente che due tra i più forti corridori a piedi italiani vengono dal mondo della civiltà contadina, dove la pazienza è caratteristica innata. Prima si semina, poi si pazienta e infine si raccoglie quello che si è seminato. Ecco, il più grande difetto dei tecnici delle giovanili, è che non hanno pazienza, che non son capaci di far capire al bambino scaccione di portare pazienza che i risultati arriveranno più in la coi anni. Di pazientare, e intanto di allenarsi in modo sempre diverso. Tanti i tecnici che non raccontano al bambino scaccione la storiella, quella che racconta che da brutto anatroccolo che era, verrà il giorno che diventerà il più bel cigno della squadra. Beh, l’argomento mi affascina, da tecnico delle giovanili, tecnico solo su la carta, perché mai esercitato, l’argomento mi affascina. -continua- (mauro)

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