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stiamo coi piedi per terra, non andiamo a strafare

…non esaltiamoci del nostro bel momento di forma atletica e di voler di diventare ancora più forti e per andare sulla luna (storiella che quando si è in buona forma atletica, di più di li non si va, non esiste la super forma atletica, voler forzare a andare sulla luna, ecco che di colpo si precipita ne l’abisso de l’infortunio. Dopo più di trent’anni di carriera, il sottoscritto qualcosa ne sa, anche se poco qualcosa ne sa)

Si parla sempre di allenamento, ma mai, poco e quasi mai di disallenamento, non so se avete notato. Più tanti e tanti sono i maghi de l’allenamento, mentre scarso interesse riscuote l’aspetto del non allenarsi. (come adesso a scuola, solo poco più che nozioni, ma poco studio) Beh, è anche vero che lo studio è cosa già da un bel po’ superata, cosa superata da facebook, dall’avvento delle belle, più o che che belle, esatt, le influencer. Ecco avendo le maestrine e le professorine a portata di smartphone, questa sarebbe occasione giusta di, a scuola, bisognerebbe riinsegnare a gli alunni a camminare e a correre. In effetti, la specialità della Marcia una cosa in tal senso già fa, e presso gli alunni delle scuole elementari, esatto, la famosa Millepiedi. Che iniziativa utile al movimento dei marciatori, è basilare attività sana per l’alunno. Esatto, sono molto favorevole a la fantastica manifestazione per bambini delle elementari, la MILLEPIEDI. Peccato che a Nuvolento che vengono giù dal mondo della Luna, questa cosa forse è troppo cosa semplice. Magari mi sbaglio, ma a quanto ne so, a Nuvolento è cosa che non si fa (per me non sanno nemmeno da dove cominciare. Basti pensare questo, a Nuvolento, ai tempi, c’era una associazione di marciatori, una tra le più importanti e forti della provincia, il mitico G.E. Nuvolento. Ecco, a Nuvolento, calcio e ciclismo si sono pappati, mangiati in un sol colpo qualsiasi altro sport, lungi dal campionismo). Per dire il livello, di dove siamo, se non sei di quella parte, seppur bella iniziativa, non attacca. Per far attaccare una cosa, esatto, deve venire e solo da quella parte. (per dire: una volta il sottoscritto era stato presso i dirigenti delle scuole medie e elementari, in occasione della gara Corrida di Nuvolento, e per promuovere l’iniziativa presso gli alunni. Era la corsa a piedi disegnata e partecipata dagli alunni, con tanto di belle premiazioni a loro riservate. Ebbene, sapete quanto sono stati bravi a coinvolgere tal dirigenti scolastici? Esatto, zero di zero, nessun bambino delle scuole di Nuvolento a partecipare. Dirigenti scolastici, della nuova e moderna scuola a misura di studenti, GRAZIE. GRAZIE della collaborazione. Il danno, non al sottoscritto, il male ai bambini quello si, quello si che avete fatto. Che il sottoscritto è stato a buttare via tutte le targhe ricordo previste per gli alunni delle scuole, è forse la vostra e unica vittoria, ma coi vostri alunni avete perso, perso alla grande. Difatti, parlando i giorni successivi, nessun alunno e nessun genitore sapeva della cosa, GRAZIE a nome di tutti i vostri alunni) Chiuso parentesi sulla civiltà sportiva sempre più in calo nel paese di Nuvolento, c’è da dire che, anche brevi periodi di fermo, vanno a modificare in peggio la forma atletica del momento. Con conseguenze fisiche e specie, anche della psiche. (poi le eccezioni sicuro che ci stanno, vedi il sottoscritto? che seppur con allenamento quotidiano, giornaliero, la psiche è quel che è?) Poi, più si sta inattivi, più peggiora la forma atletica e più tempo serve per ritornare al livello di forma atletica precedente lo stop. Questo che ai miei atleti, che conoscono l’unico comandamento che gli ho dettato, esatto, una sola cosa c’è da fare molta attenzione, BISOGNA STARE LONTANO, MOLTO LONTANO DA L’INFORTUNIO. Però, dirlo è facile, più difficile è non incorrere in periodi di stop a causa infortunio. Sfido qualsiasi a dire di no, che in carriera non si è mai infortunato. Ma cosa capita a l’atleta dopo un periodo di inattività forzata? Nelle settimane che seguono lo stop, prima più lentamente, poi sempre più velocemente ogni giorno che passa, si perdono resistenza, forza, velocità, in compenso aumenta lo stato di malumore e stanchezza e fino a sfociare, in casi più gravi, fin alla depressione. (il brutto, che appena appena ci si sente di star meglio, si riprende come nulla fosse stato, gli stessi allenamenti tirati di prima del forzato stop, esatto, ripiombando ancora dritto come un fuso dentro in un altro infortunio. Arrivati a questo punto, spero che la lezione sia servita, vi sia servita, e spero che non dovrete più ripassare da questa brutta esperienza. Il sottoscritto c’è passato, anche se poco, qualcosa ne sa. Sono stato più di due anni che non riuscivo a fare due allenamenti a fila, fin tanto che anche due a la settimana erano problematici. Zero, zero, completamente fermo solo due volte, un paio di settimane in occasione dei due interventi a ernia inguinale sx e dx, un anno una, dopo sei anni l’altra. Qualcosa ne so, anche se poco, qualcosa il sottoscritto ha passato) Dopo una breve sospensione de l’allenamento quotidiano, vengono persi gran parte dei benefici adattamenti ottenuti in precedenza con l’allenamento quotidiano. Le benefiche modificazioni ottenute a livello cardiorespiratorio precipitano, i benefici enzimi muscolari indotti da l’allenamento scompaiono. In special modo si riduce: massima potenza aerobica, capacità di lavoro fisico, sia in durata che in intensità. Il volume ematico e della emoglobina si riduce fino a 8%, e dopo solo 1 settimana di fermo assoluto. Questo che piuttosto di zero, piuttosto che fermi a far niente, meglio poca e leggera attività motoria anche in periodo di infortunio. Cosa che, ultimamente, il sottoscritto ha anche fatto. Basta chiedere a le belle e sexy atlete del Training Company, che nonostante infortunio, non mi son mai fermato completamente. L’infortunio, come arriva se ne va. L’infortunio come arriva di colpo, un bel giorno se ne va di colpo. In carriera ci son passato più volte. Tanto da far dire al sottoscritto, fermarsi zero assoluto, è peggio che far sempre ogni giorno qualcosa di attività leggera, magari un’altra attività motoria e temporanea, l’importante è non perdere la capacità cardiorespiratoria che si ha raggiunto. (l’atleta, più che muscoli buoni, deve avere cuore e polmoni buoni. Per dire, anche a nuotare non perdi di allenamento cardiorespiratorio. La ripresa degli allenamenti una volta risolto l’infortunio, sarà meno traumatica, e si rientrerà in forma atletica molto, ma molto, prima) La forza, dopo i primi tre/quattro giorni di inattività, cala di un 4% ogni giorno che passa. Questa cosa di sicuro va a influire sulla psiche de l’atleta, che già si prefigura cose, le più brutte riguardo alla sua carriera. Esatto, la mancanza di endorfine che agivano anche su l’umore, calando, fanno vedere al soggetto infortunato scenari apocalittici. Questo anche che l’atleta sta nella testa, ci deve stare visione positiva del problema, dire, questa è un occasione di far riposare organismo e fisico, in modo di recuperare tutte le fatiche di anni e anni di allenamento, e ritornare tra un paio di mesi, fosse anche 1 anno, ritornare ancora più forte di prima. L’atleta sta nella testa, nella visione positiva delle situazioni. La Sara Simeoni, ha fatto 2,01 in periodo del suo ciclo. Quante ne ho sentite e viste di donne, che invece, in gara importante e nel periodo del loro ciclo si incupivano e mettevano mani avanti come una scusante. Esatto, la mente negativa, la mente che frena, di sicuro non porta a un bel risultato. Il non allenamento porta anche a un calo del Testosterone, con conseguente riduzione di sintesi proteica. L’inattività riduce anche lo spessore delle fibre muscolari, dovuto a ridotta produzione di proteine e a riduzione di unità motorie a l’interno del muscolo. L’inattività può influire sul sonno, mal di testa, maggior tensione e fino al cattivo umore e alla depressione. Questa cosa dovuta in piccola parte anche al calo di Testosterone e specie le Endorfine, la droga del runner. Però, detto questo, attenzione ma tanta attenzione va data alla ripresa degli allenamenti una volta che si è usciti da l’infortunio, come detto prima, riprendere come nulla fosse stato, il rischio sicuro è di andare ancora a trovare l’antipatico e nemico infortunio. Esatto, dopo l’infortunio, è indispensabile una graduale ripresa dell’attività motoria, esatto, non ripartire in quinta. Esatto, bisogna riabituare il fisico e l’organismo e l’apparato cardiorespiratorio e l’apparato mentale a riimparare a allenarsi. (… quando si è in forma massimale non si pensa a l’infortunio, quando si è in forma è strano … esatto da la canzone del grande Guccini) Alla prossima -continua- (mauro)

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