BRESCIA EST - VALLI DEL MARMO - ALTO NAVIGLIO - VALTENESI - VALTROMPIA - FORESTA ALTO GARDA OCCIDENTALE - OLTRE CONFINE

sbrodolata sulla resistenza

La resistenza (non quel movimento spontaneo di persone, esatto, quelle che l’establishment dei tempi considerava da l’altra parte e che tante sono state e stati che hanno sacrificato la loro vita per la libertà di altre persone, di un popolo, del popolo italiano, e chi gli influencer non so, non considerano, nel senso che nello spot pro unità nazionale, tali influencer hanno dimenticato i Partigiani? carissimi, è che di storia della resistenza tali influencer non conoscono un ..zzo. E che spesso, e volentieri, con le gare del Torneo Podistico andiamo anche a fare i sentieri che quelle persone usavano per tenersi in contatto, e sfuggire alle SS, esatto, non usavano lo smartphone, esatto, usavano i sentieri e non facebook, esatto, i sentieri dei Partigiani che sono i bei sentieri che ci stanno a tante gare del Torneo Podistico. Che poi uno dei capi al quale facevano riferimento le Brigate Partigiane de l’alta Italia di cognome faceva Tedoldi, Leonida Tedoldi, non ha niente a che vedere con il sottoscritto, lui delle valli bergamasche. Solo omonimia. In particolare mi ha preso la storia di un giovane uomo, che come si fa a non ammirarlo per cosa ha fatto,ma di questi uomini, giovani e anziani, ce ne starebbero a migliaia e a migliaia da ricordare e ancora adesso, di non accomunarli in un’unica parola, seppur importante e scritta col sangue. A scuola dovrebbe essere obbligatorio raccontare la storia di quei uomini, altro che storia di Imperatori Romani. Non storia di Imperatori, ma persone semplici che si sono mossi e dati da fare, mettendo in gioco la loro vita e per far godere agli altri, alla maggioranza, la libertà che godono adesso. Altro che fare una vita di guardoni, a guardare e a scuriosare uno schermo e tutto il giorno, h24. Uno di questi e forse anche uno dei più amati nella nostra provincia, è stato Emiliano Rinaldini, assassinato dai tedeschi e che aveva solo 23 anni. Catturato dopo una spiata assieme a alcuni suoi compagni e assassinato perché non aveva rivelato il nome e il nascondiglio degli altri. Ma Emi, così lo chiamavano gli amici, era un fervente cattolico e anche persona molto colta, di lavoro, prima di unirsi alle Brigate Partigiane, faceva il maestro della scuola elementare. Qualche scuola elementare c’è che porta il suo nome, e con le gare di S.Gallo, facciamo campo gara a solo 30mt da una scuola elementare a lui intitolata. Ma poi anche a Gavardo, con la gara Camminando & Correndo Dove Nasce Il Naviglio, con la gara, passiamo sempre da una via a lui dedicata. Dicevo, amato dalla gente, i tedeschi hanno voluto offuscarne l’immagine, in pratica hanno usato uno stratagemma, con la scusa che gli cambiavano di prigione, per farlo passare da codardo, ma la gente sa bene come è stata la storia. I tedeschi, preso Rinaldini, a comando e tenendolo sotto tiro, una mattina che faceva molto freddo, gli hanno fatto togliere le scarpe e gli indumenti e lo hanno fatto incamminare giù per la stradina. I tedeschi dietro e Emi davanti a loro, al che, quando è stato a qualche decina di metri avanti, gli hanno sparato alla schiena, come al tempo si faceva coi codardi, al che, hanno chiamato le persone a vedere, esatto, avevano la scusa per giustificare l’assassinio, la scusa che aveva tentato di fuggire. Non è l’unico di bresciano che si è particolarmente distinto nella lotta della resistenza, la provincia di Brescia è piena di queste persone che hanno dato la loro vita per la causa della libertà, per la libertà degli altri, che adesso la stanno usando molto bene, difatti passano ore e ore a guardare e a scuriosare uno schermo i fatti degli altri. Anche questa è libertà? Poi i guardoni sono anche categoria di situazioni che ci stanno in siti porno. Che è forse la natura del homo sapiens e della donna sapiens di piacergli di fare i guardoni? di scuriosare quello che hanno fatto gli altri? Poi è anche vero che i giovani d’oggi vedono la resistenza con degli altri occhi, non avendo vissuto quei tempi, non la capiscono e non glie ne può fregar di meno della resistenza, l’importante è di avere uno smartphone a l’ultima moda. Chiuso con la sbrodolata, ma abitando in una zona che della resistenza qualcosa ne sa, e fin da l’antichità e passando dal Risorgimento, di questi posti, sono chi ha fatto la storia delle Gloriose X Giornate di Brescia. Il sottoscritto giorno si e giorno no che l’allenamento fa questi sentieri carichi di storia. E quando sei solo e corri sul sentiero, ti viene anche di pensare e non solo di fare vita da guardone) è la capacità della testa di far compiere alla famigerata coppia Lucignolo & Pinocchio, ehm, scusate a il nostro organismo e ai nostri muscoli uno sforzo prolungato e per diversi minuti e fino a diverse ore e senza che si riscontri un calo vistoso di performance atletica. Il calo di performance atletica inizia dal momento che subentra la fatica. Vista da l’altro lato, la resistenza è quella capacità di contrastare la fatica e di prolungare nel tempo lo sforzo. L’affaticamento può arrivare per più di un motivo, la fatica non è dovuta e solo per insorgere di affaticamento fisico e organico dovuto a l’attività motoria prolungata. Ci sta anche un affaticamento mentale, ci sta anche un affaticamento sensoriale, e anche un affaticamento emozionale. Come allenare il nostro fisico a resistere alla fatica? Non ne esiste una sola di metodologie per allenare la resistenza, e ogni tot decenni cambia anche il pensiero su cosa sia più importante di qualità del nostro organismo e muscoli di allenare e per la corsa a piedi. Dopo il periodo caratterizzato dalla scuola finlandese, (per loro correre era diventato come un gioco, avevano immensi boschi come palestra di corsa a piedi. Come è adesso in Africa, ai primi anni del secolo scorso anche in Finlandia non si conosceva l’asfalto. Ma lo sai a che anno era quando hanno asfaltato le provinciali della nostra provincia? Ma lo sai che a Nuvolento andavo alle elementari e tante strade non erano ancora asfaltate. Prima de l’avvento de l’asfalto erano strade sterrate o selciate, esatto, pavimentate coi sassi. E adesso, che è nemmeno cento anni che il bitume ci ha ricoperto, millenni e millenni di vita sul Pianeta Terra e senza bitume, e adesso, il bitume ci viene fuori anche dalle orecchie, scusate, quello è cerume, comunque sempre cosa che meglio non avere. Tanti i fighetti giovani di adesso che, fanno gli schizzinosi se non ci sta strada asfaltata dove far girare le rotelline del loro monopattino. I tempi sono cambiati, ma ditemi voi se in meglio o in peggio, datevela voi la risposta) a inizi del secolo scorso, a cavallo tra le due guerre, un’altra teoria aveva preso a circolare nel l’ambiente della corsa a piedi. Questa teoria, conosciuta anche come “interval training friburghese” e molto in voga fino ai primi anni’60, aveva fatto molti proseliti nel campo delle corse a piedi. Tanti fino ai primi anni ‘60 che praticavano questa metodologia di allenamento. (ma anche diversi i detrattori di tal metodo di allenamento intervallato, frazionato, specie e sempre in Germania a contrastare la teoria del allenamento frazionato stava prendendo piedi la teoria del allenamento di corsa continua e prolungata. Mentre la teoria de l’allenamento intervallato, che frazionava la tal distanza in tratti più brevi ma compiuti a velocità impegnata e che, consisteva di far abituare l’organismo a lavorare con alta percentuale di acido lattico in corpo. I detrattori dicevano: non solo non ha senso far lavorare l’organismo e i muscoli con tanta percentuale di acido lattico in corpo, ma addirittura è cosa dannosa per la salute. Ma di questa cosa già avevo sbrodolato ancora ai primi mesi de l’anno. Adesso solo qualcosina di quella, vecchia ma bella, sbrodolata) Passata la moda del interval training friburghese, (le famose ripetute, e che quelle con metodo friburghese non prevedevano recupero completo) adesso, a questa metodologia, seppur ancora usata e anche e ancora adesso e anche da campioni, (poi questo metodo ha una sua validità, in casi specifici, ma già lo avevo sbrodolato anni fa in che particolari casi, però sicuro che tanti non ricordano) in certi brevi periodi e a seconda la gara da preparare. Pian piano, l’interval training friburghese, ha perso la sua fama, la metodologia è stata un poco accantonata per via di allenare la capacità di correre a piedi in modo scientifico. Sostituita dalla metodologia che aveva preso a dare maggiore importanza, e specie, in fatto di allenare la resistenza e che deve venir buona in gare di corse a piedi, e che ha ridimensionato la fase ripetute, con la nuova metodologia la maggior importanza è stata data nel star a correre per più tempo sulle proprie gambe. Esatto, più tanti km in allenamento, più tanto fondo. Le nuove conoscenze in campo del corpo umano e la maggior conoscenza degli adattamenti che ogni tipo di metodologia apporta al nostro organismo e ai nostri muscoli, adesso, in primo piano viene posto l’accento sul fattore capillari. La famosa capillarizzazione. Esatto, più capillari ci sono che portano, che irrorano il muscolo di sangue, esatto, più ci stanno capillari, meno il muscolo si affatica e più resiste sotto sforzo. Adesso, da quel che si può vedere, il sistema che mette in primo piano le ripetute è ancora abbastanza usato per gare e fino 5/10km, poi più la distanza della gara diventa lunga, le ripetute assumono un altro significato. Per le gare di 1h e oltre più che la velocità della ripetuta, conta di essere capaci di fare meno pausa di recupero. Esatto, non tanto la velocità a dire chi è il campione, ma la pausa breve di recupero completo a dire chi è il campione. Esatto, non è uguale fare le ripetute per preparare gara di 800mt. o dei 3000mt. Gara di 5000mt o gara di 10000mt. Gara di maratonina o gara di maratona. Poi, se le gare sono gare di montagna, anche li è un altro paio di maniche. Ma quando è che, risultati alla mano, le ripetute hanno perso tutto il vantaggio che avevano su altre metodologie? quelle che invece teorizzavano l’importanza della corsa continua e non intervallata. Esatto, grande colpo da ko a l’allenamento intervallato, a l’interval training friburghese, glie lo aveva assestato Lydiard, che aveva fatto sua la teoria di E. Van Aaken, (corsa prolungata) in netto contrasto con la teoria di H. Reindell, (corsa intervallata) entrambi tedeschi. In pratica, la teoria di Van Aaken dice che: in allenamento non bisogna andare in debito di ossigeno, e la corsa intervallata deve essere inserita dopo due o tre giorni di corsa continua prolungata e deve prevedere il recupero completo, per dire, scendere coi battiti a 120 pulsazioni. Detto questo, le sedute di allenamento che prevede le ripetute non è stato abbandonato, meglio precisare per non creare dubbi e confusione. Solo che, si è visto che le sedute di allenamento che prevedono la corsa a intervalli, vengono ottimizzate dopo che ci sono state alcune sedute di allenamento di corsa continua prolungata e a una non massimale frequenza cardiaca, anzi, meglio se la corsa continua prolungata permette di conversare. (esatto, come quando facciamo seduta di allenamento con Training Company) Detto questo, quando ero stato una decina di anni fa e più a un convegno di tecnici di atletica, non come invitato come spettatore, come ospite pagante,  e presenti alcuni allenatori di corsa a piedi quelli che andavano per la maggiore. Preso la parola un famoso tecnico di un grande campione italiano di maratona, e dice: il mio atleta …, (non fatemi mettere il nome) tredici allenamenti a settimana, su tredici sedute di allenamento in una settimana, solo tre sedute dedicate alla qualità, esatto, cose veloci e ripetute. Questo, vorrà anche dire qualcosa o no? Dicevo di Lydiard, ebbene aveva fatto sua la teoria di Van Aaken, che l’aveva data alla stampa e ancora nel 1947, ma ci sono voluti gli atleti di Lydiard per far capire al mondo della corsa a piedi che la corsa continua prolungata aveva un senso, che era metodologia che aveva un suo fondamento. Come Cristoforo Colombo con le sue tre caravelle aveva scoperto il nuovo mondo, Lydiard, con Snell, Elliot e Clarke, aveva fatto conoscere al mondo sportivo della corsa a piedi, il nuovo continente de l’allenamento. Esatto, sono sempre i campioni a dettare le mode, e non solo in fatto di estetica, ma specie in modo di allenamento. Capisci a me, uno che vuol migliorare la sua caratura non è che copia il sottoscritto o ascolta quel che dice il sottoscritto, esatto, va a scimmiottare il campione, mi sembra logico. Detta da Van Aaken, e ancora nel 1947, la teoria della corsa continua prolungata era presa come una barzelletta. La stessa barzelletta, la stessa, ma raccontata da Lydiard ha cambiato il mondo sportivo della corsa a piedi. (il nostro Franco Volpi e il nostro Rino Lavelli, senza saperlo sono stati tra i precursori di questa metodologia, che dava importanza alla corsa continua, che loro facevano questo tipo di allenamento ma con valore aggiunto, il collinare. Carissimi, Lavelli e Volpi non conoscevano e di sicuro che non conoscevano Lydiard, il famoso Lydiard, e per loro, la corsa continua prolungata in collina era allenamento che privilegiavano e ancor prima di Lydiard. Caso mai è stato Lydiard che è arrivato dopo di loro) L’allenamento principale per qualsiasi che vuol migliorare la caratura nel praticare la corsa a piedi, è un allenamento di corsa continua prolungata con un range di frequenza cardiaca che deve stare tra 135 e 155 battiti del cuore al minuto. Questo tipo di sforzo crea adattamenti organici che migliorano l’efficienza sia del l’organismo che dei muscoli, grazie al salto di qualità del nostro apparato cardiocircolatorio e al nostro apparato respiratorio, oltre a reclutare nuovi vasi capillari. Da una tabella si evince che, il tempo da dedicare a una seduta di qualità, esempio, può essere il corto veloce, è tempo che è un terzo del tempo della corsa continua a 145 battiti, che tal seduta può arrivare anche a 2h, mentre il corto veloce, max 40minuti, e però, sto guardando tabella di atleta d’elite nazionale. Per l’amatore è consigliato il veloce a non più di 20minuti corsa. Mentre a 145 battiti, con la corsa continua, l’amatore può arrivare anche a correre per 1h. Sai che allora con Training Company siamo di un gradino più sopra di quel che dice la teoria, che andremo forse in overtraining o che magari staremo a aprire una nuova via sulla metodologia di allenamento? Vedremo alla riapertura delle gare cosa dirà la classifica delle mie due atlete. Perché con Training Company, 1h, è quando è poco. Per esempio, domenica facciamo 2h e collinare, logico, meteo permettendo. Si va a dire che la corsa in progressione non deve essere, meglio se percorso non più lungo di 8km, che per un amatore, un runner serio, può essere partire a 5minuti akm e finire a 4minuti akm. (il progressivo è sempre stato l’allenamento preferito da mio figlio Maurizio e che lo praticava di istinto, senza conoscere di corsa a piedi di come conosce adesso, e anche se ha smesso di correre a piedi, al momento è legato ancora allo sport come preparatore di una squadra di calcio dilettantistico) Il fartlek, che è cosa che tutti conoscete, ma ben pochi lo sanno fare bene, nel senso che, è allenamento adatto solo e per chi ha buona sensibilità nel conoscere il ritmo che sta facendo, ma visto che il libro è un po’ datato, adesso non vedo dove sta il problema, nel senso che, l’aggeggio al polso, ti dice già lui a che velocità si sta a viaggiare in quel preciso momento. Esatto, magari era difficile una volta e c’era il rischio di sballare l’allenamento, che magari andava a risultare o poco intenso o troppo intenso. Ma adesso, con tanto di aggeggio che ti dice in istantanea a che ritmo stai viaggiando, esatto, più facile di così, che vuoi. Con Training Company, è quasi sempre una specie di fartlek? Sai che da un certo punto di vista avete anche ragione, nel senso che, quando siamo in collina, il terreno ci fa modulare l’impegno, il cosiddetto fartlek naturale, quello primordiale, quello inventato dagli scandinavi, e specie, i finlandesi dei primi anni del secolo scorso. Visto che però, tanti e tanti che le ripetute sono l’oracolo del l’atletica, domani magari se ho ‘ispirazione vado a sbrodolare di ripetute, e anche se è cosa che sono allergico, mi da prurito, mi viene di grattarmi. Vediamo domani come sono messo con l’ispirazione. -continua- (mauro)

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