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sbrodolata sul correre a piedi: è meglio il divertimento o è meglio il sogno? A ognuno il suo

Ecco che, col libro, si va a dire che la corsa a piedi se diventa l’unica cosa della nostra vita, ovvero: il correre per vivere o il vivere per correre, poco importa, è n’è più e ne meno come un totem maligno che ne siamo diventati succubi. Nella nostra vita, sempre il libro che consiglia, il correre a piedi dovrebbe il diventare solo che essere protagonisti di voler quotidianamente vivere una avventura sempre nuova e diversa, dove la pratica quotidiana del correre, dovrebbe scegliere preferibilmente la location e sempre, di posti diversi, mai uguali e sempre corsa allo stesso modo. Logico, se la cosa e la situazione lo rende possibile (perché se abiti in città, dimmi tu, anche se non è impossibile inventarsi a ogni allenamento giro diverso di quello di ieri è anche e sicuramente cosa più problematica. Non è come abitare a Idro, dove coi miei vicini di casa siamo stati ieri mattina, già il solo fare il lungolago, anche il farlo dieci volte di seguito, ha un altro sapore del fare sempre quel giro del solito parco cittadino. Però, detto questo, cari cittadini, ci sta la Maddalena, è che i sentieri non partono unicamente dal piazzale delle Cavrelle. I sentieri della Maddalena partono anche da Costalunga, da piazzale Arnaldo, dal Castello, e chi più ne ha più ne metta. Dopo, se non si possiede fantasia, a questi farebbero sempre e il solito giro anche se abiterebbero in un parco naturale delle Dolomiti. Esatto, dal detto: ma te, co la murùsà, michèt sèmpèr èl biscoto à la tal ura e sèmpèr èn dèl stèss mòdo? Ma tu intingi sempre il biscotto nella tazza della tua morosa e sempre a la stessa ora e col solito rituale? Carissimi, non c’entra il posto, c’entra la mente, Salgari è stato scrittore di libri di avventure e senza mai essersi mosso da l’Italia, tra Verona e Torino, aveva dato vita a personaggi avventurosi e parlando di posti che mai aveva conosciuto. Poi, un contratto capestro con l’editore, l’ha reso come Jim Morrison, andato fuori di testa per aver firmato un contratto che lo obbigava a scrivere di avventure quasi 24h al giorno. The Doors, nel giro di due anni dovevano incidere sette Lp, e con canzoni nuove. Ecco, non è detto che sia obbligatorio per fare allenamento ogni giorno un giro nuovo. Non dovete andr fuori di testa e solo per trovare giro nuovo ogni giorno. Non so se avete capito il concetto) dovrebbe, rappresentare un adventure quotidiano, ma specie a livello mentale, esatto, di testa, il posto, la location viene in secondo piano in ordine di importanza (a scanso di equivoci, il libro è del 2008 e il running&adventure è del 2004. Nel senso che da a be bella che la corsa a piedi del sottoscritto, gli allenamenti quotidiani non sono le ripetute ma l’adventure) Nel senso che, tante possono essere le motivazioni che uno inizia a correre a piedi, tutte buone e valide, e anche l’autore del libro va a dire che le più forti, trascuriamo a livello giovanile, che li magari è solo per via dei genitori. Ma quando un adulto di una certa età inizia a correre a piedi, più spesso è per via della sua pietosa forma fisica, e con tanto di pancetta, oppure, per imitazione e per la moda, perché lo fanno le amiche e visto che di correre a piedi (che adesso si chiama praticare, fare running e chi pratica la corsa a piedi, e tutto bardato a l’ultima moda, gli piace sentirsi dire che è runner) che adesso tutti ne parlano di run e di running e di maratona, e sempre più tanti e a tutte le ore si vedono per strada a correre a piedi. Esatto, e sempre più sta crescendo il movimento degli appassionati della corsa a piedi, e sempre più il numero delle donne che corrono a piedi. Come sono belle, coi loro completini da running sgargianti, riescono proprio a attirare l’attenzione dei maschietti su di loro, e le altre sedentarie? ecco che scatta la molla della curiosità, esatto, la tal fig.A sedentaria a dirsi: e se ci provassi anch’io? magari ci riesco anch’io, e poi, sai che goduria far vedere agli altri il nuovo tatuaggio colorato, sai quanti punti, quanti like mi daranno i maschietti. (inutile che vi sto a dire che tante che corrono a piedi sono delle vere e proprie pin-up e che non sfigurerebbero nemmeno a Miss Italia) Poi, sai, adesso è di moda, adesso quelli che corrono a piedi son ben visti (esatto, non sono più i 30/40 fa, che dai finestrini abbassati delle auto, chi stava in auto, ti gridavano, in tono più che dispregiativo, a volte è con vero e proprio tono di disprezzo che ti gridavano: ma và a laurà ch’è l’è mèi, che tradotto vuol dire: stupido, ma chi te lo fa fare di faticare e sudare e senza beccare una lira, se vuoi sudare, fai le straordinarie sul lavoro che almeno qualcosa a fine mese hai anche guadagnato, e ugualmente hai faticato e sudato e ti sei n’è più e ne meno allenato) di più, chi corre a piedi adesso sono ammirati e ammirate (specie per le donne, 30/40 fa, era cosa completamente diversa, proprio l’opposto di adesso, che quelle che le trovavano a correre per strada, le apostrofavano con parole pesanti e offensive, tipo: ma set bràa i’se anche a corèr èn de toch i lètcc? Che tradotto, ma sei brava così anche a correre a passare da un letto a l’altro? e altre parole offensive che già vi immaginate, non serve una fantasia) e chi corre a piedi, adesso, sono invidiati e invidiate e proprio perché, loro, riescono di correre a piedi. (che non conosco nessuno e nessuna che anche a loro gli piacerebbe anche a lui e a lei di riuscire di correre a piedi per delle ore) Ritornando che la corsa a piedi. Quando ci sta l’adventure è una cosa che diventa un vizio che non si vuol smettere di perdere, del tanto questo vizio di praticare un runningadventure ti fa star bene. Sicuro che anche altre motivazioni ci possono stare, e tutte valide, e degne di rispetto. Non è che c’è un modo più dignitoso di un altro di correre a piedi (il sottoscritto la differenza la fa sulla terminologia, perché, come da sempre va a sbrodolare il sottoscritto, ci stanno diversi livelli di corsa a piedi. Nel senso: è sempre un correre a piedi, ma più di uno sono i livelli di caratura che suddividono le categorie che formano la variegata schiera degli appassionati corridori di corsa a piedi. Non confondete, il sottoscritto non sta a riferirsi a categorie della Fidal. Non confondiamo, il rispetto che si deve alla corsa a piedi, e non facendo una mesciànzìnà, e banalizzando, il tutto e tutti, e per affari e questione di palanche, star a fare una mescolanza, per cui, dentro tutti. Non facciamo mescolanza e solo e perché tutti pagando hanno in tasca una tessera Fidal, tutti dentro. Esatto, tanti che in gara camminano o poco più, ma, per la Fidal, esatto, tutti runner. Almeno nei campionati istituzionali prevedere un minimo, prevedere un tempo max, che rapportato al primo della tua categoria, sono campionati, ovvero che dovrebbero riguardare un qualcosa più vicino alla qualità che alla quantità, o no? Runner, lo sei solo, e appartieni alla categoria runner, quando sei capace di correre almeno mezz’ora a fila e in mezz’ora di corsa hai fatto almeno 6km, altrimenti? Altrimenti non sei un runner, sei sempre un corridore a piedi, quello si, ma di altra categoria, non dico inferiore, ma di altra categoria, quello si, sei un jogger, che non è una offesa. Esatto, sarebbe come a dire, e voler far capire il concetto, uso la disciplina sportiva dello Judo. Esatto, tutti con il Judogi, l’abito bianco dello Judo, ma a ognuno la sua cintura che fa vedere a che livello di categoria è con tal pratica e conoscenza di tal disciplina sportiva. Esatto, il livello della categoria è il colore della cintura. Una cintura di diverso colore a secondo il livello di capacità raggiunto in tal disciplina sportiva. In quello sport, la, in quella disciplina sportiva, i livelli di caratura, non hanno mai offeso nessuno. Magari nella corsa a piedi ci stanno più tanti permalosi e permalose? Ma lo sai in Jappone, ma lo sai che quando, e era la prima volta, che quando il Jappone non ha beccato la medaglia oro olimpica in tal specialità, ma lo sai quanti si son tolti la vita? Esatto, forse per la vergogna? Forse per l’orgoglio? Forse per l’aver perso una reputazione? Esatto, diversi i japponesi in patria a mettere in atto la pratica della antica usanza dei Samurai, che, fallito il compito, che subendo sconfitta, si toglievano la vita. Esatto, a non aver vinto l’oro nello Judo a le Olimpiadi, diversi Japponesi, come dei Samurai, a fare harakiri, squarciandosi la pancia con una spada, pratica che nel antichità era riservata e concessa solo ai Samurai) Detto tutto questo, cosa è più importante nella corsa a piedi? Come si fa a dire, a ognuno il suo, esatto, ci viene incontro la saggezza popolare contadina e montanara, esatto, quella del famoso burattino della bergamasca, esatto, di Gioppino dai tre gozzi, il quale, cosa è che diceva? Esatto, tach co, tate gràpe, tante teste, ognuna il suo modo di vedere. Però, per il sottoscritto, la corsa a piedi s’innalza a valore più elevato, quando è un modo per raggiungere il sogno. (ma il sogno, e anch’esso è relegato a una scelta max che riesce a concepire il sognatore o la sognatrice. Dal tipo di sogno del runner o della runner, il sogno sarà confinato in una sua collocazione di categoria, di più o meno alto livello di qualità del traguardo. Anni e anni fa a una mia atleta volevo con lei realizzare un sogno, però era solo il mio di sogno, quello di andare, anno dopo anno, farla allenare e per tentare di andare a battere qualche record italiano di categoria e in qualche specialità. Ma purtroppo, come quasi sempre i figli e le figlie hanno sogni che non sono quelli dei genitori, anche gli atleti e più spesso le atlete, non hanno i sogni degli allenatori, più spesso le atlete hanno il sogno misero di andare a battere la rivale nella gara domenicale. Poi, ci sta, e anche nella nostra provincia una forte runner che qualche record di specialità di categoria lo detiene. Questa atleta, non è che questi record italiani gli sono stati regalati, impegno e sacrificio le sono costati, e solo lei lo sa quanto si è impegnata per far diventare realtà il sogno. Questa atleta è anche una mia coetanea, e trent’anni fa viaggiava più lenta del sottoscritto, a differenza de l’atleta che avevo a cuore, che era di una categoria superiore a quella del sottoscritto. Ma come è che dice il sottoscritto? Esatto, l’atleta sta nella testa) Ecco allora che, detto questo, insomma, cosa è meglio? il sogno? o il divertimento? o il gioco? Il sogno, avere il sogno è sempre la vita, avere il sogno è sempre vivere. (però, detto questo, se il sogno di una vita è solo che correre a piedi, e senza a puntare alla più o meno grande impresa, si ritorna al dannoso concetto che la corsa è diventata solo che un vivere per correre o diversamente, un correre per vivere. I sogni dovrebbero essere un po’ di più di questo, vi pare?) Il divertimento, non è la stessa cosa, nel senso che il divertimento non comprende il sacrificio, la fatica il dolore che, per forza di cose, sono cose che si incontrano sulla strada che porta a incontrare il sogno, e a volte è strada talmente irta di ostacoli, che sono troppo, troppo grandi da superare. Sogno che se anche non hai raggiunto, però, hai il cuore sereno, almeno ci hai provato, ti sei impegnato. Un essere se umano, è fatto di ridere (divertimento) ma anche di piangere, (dolore e sacrifici. the Blood Sweat & Tears: Sangue Sudore & Lacrime) è la vita. Il ridere e il piangere, quando non sono strumentalizzati (dal detto èl ghà èl ridèr e èl piànzer èn scàrsèlà. Ha il ridere e il piangere in tasca, e li tira fuori al momento opportuno, quando fa comodo) sono quello che differenzia la bestia da l’umano. Diventa lunga a continuare, alla prossima sbrodolata. (mauro)

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