BRESCIA EST - VALLI DEL MARMO - ALTO NAVIGLIO - VALTENESI - VALTROMPIA - FORESTA ALTO GARDA OCCIDENTALE - OLTRE CONFINE

SBRODOLATA CHE VA A SPARARE CAZZATE SU LA DIFFERENZA CHE CI STA TRA L’ATLETA, IL FACHIRO E LA PERSONA NORMALE.

SBRODOLATA CHE NELLA VITA I TRAGUARDI CHE CI PREFIGGIAMO, MEGLIO SIANO TRAGUARDI E ANCHE SE A FATICA, PERÒ, TRAGUARDI RAGGIUNGIBILI

Allora, detto che fitness & wellnes & allenamento, sono situazioni legate a attività motoria, ci stanno delle differenze di interpretazione e differenze a seconda di come praticare tal attività motoria in funzione e per arrivare al traguardo che abbiamo posto il e che vogliamo raggiungere. (devono essere traguardi raggiungibili, e più a breve termine è il traguardo, più si è motivati a raggiungerlo. Però, se il traguardo è di andare a inzuppare il biscotto nella bella tazzina della bella e sexy e affascinante e vogliosa bella bionda in gambe larghe oltre oceano, li ci vogliono almeno sei mesi di allenamento prima. Detto questo, ecco che il breve termine per arrivare pronti a tal appuntamento, possono essere ad esempio, di riuscire a correre, dopo un mese di allenamento, 10km e senza faticare, al ritmo di 5’akm. Dove in quel mese incrementare, partiti a fare la prima settimana con 8km giorno si giorno no, la settimana dopo fare 8,5km giorno si giorno no, e la terza settimana 9km giorno si giorno no. la quarta settimana scarico, nel senso, 5km giorno si giorno no, e dove la domenica gara di 10km tirata, quello che riuscite a fare. Poi il mese successivo, stesso schema ma attaccandogli 1km in più a ogni allenamento. Il terzo mese stessa identica cosa del secondo mese, ma a la quarta settimana, quella della gara della domenica, invece che i 10km, una mezza maratona o gara più o meno sulla stessa distanza. Quarto mese, stessa identica situazione, solo che la gara, invece de la quarta domenica del mese, la anticipate a la terza, e ancora una mezza maratona. Al quinto mese di avvicinamento per inzuppare il biscotto nella tazza della bella bionda oltreoceano, ma può essere anche qualsiasi altra bella e affascinante e sexy bella bionda e anche italiana, stesso schema, ma la gara della domenica che serve per il lungo, anticipata ancora, il quinto mese, alla seconda settimana, e gara da 27/30km, meglio se una mezza maratona, ma che allungate di 9km in più, nel senso che vi abituate anche a non saltare nessun ristoro. Il sesto mese, ancora tutto uguale, e dove non fate nessuna gara, solo allenamento al max di 10km, dove poi il lungo è il traguardo finale che vi avevate posti, che anche da tapascioni terminare una maratona. Questo schema ha già funzionato e la maratona la portate a termine tranquillamente sotto le 4h, già provato schema da Nico, un mio ex atleta. Esatto, il problema della maratona non è la distanza, è l’allenamento che ci sta prima, e tanti dove è che sbagliano? esatto, nel caricare tanto e tanto prima della maratona e che ci tengono, e a l’appuntamento o ci arrivano spompati, o infortunati o con qualche problema articolare. Col sistema adottato da Nico, c’è sempre 1 giorno di recupero, il kilometraggio settimanale è intorno ai 40km, poi li decidete voi se arrivare anche a 45/50km a settimana, ma attenzione, abbiate pazienza, non cercate di diventare maratoneti provetti in soli sei mesi, ci vuole pazienza e tempo, vostra mamma ci ha messo nove mesi, se ci metteva di meno, sicuramente adesso non sareste così belli e forti come invece lo siete. A la prima maratona, già stare sotto le quattro ore è un bel traguardo, ne conosco di quelli che ne fanno anche 60/70km la settimana di allenamento, e non è che chiudono di tanto sotto le quattro ore, mentre li sento tutti che hanno problemi alle articolazioni, specie le ginocchia. In gara, un corpo che non è stanco, rende di più di un corpo iperallenato ma stanco. Questo per la maratona alla prima volta, ma se a esempio il traguardo è riuscire a correre nel giro di sei mesi, di correre per 1h a fila, ecco che il traguardo è ancora più a portata di mano, e conserva l’entusiasmo, dove i sei mesi successivi di riuscire a correre per 1h e mezza a fila. Il sottoscritto a 60’anni aveva fatto 1° di categoria a una 6h, con quasi 58km, e con allenamento di 40/45km la settimana, dove chi specialisti di maratona, specialisti nel senso con decine e decine di maratone nelle gambe, mentre il sottoscritto nemmeno 1 maratona in carriera, al momento, pazienza c’è tempo, e anche fra vent’anni, anche a ottant’anni suonati. Lo stesso Zatopek aveva fatto record di maratona e facendo solo allenamento con ripetute sui 400mt. Esatto, non esiste il solo e unico e giusto allenamento, fosse così, diventeremmo tutti dei campioni. dove sbagliamo è di fare spesso e volentieri l’allenamento che fanno gli altri, che magari calza a pennello a gli altri, ma che va stretto o largo a noi. Esatto, da Gigliotti: il primo anno con Baldini ho sbagliato in qualcosa, allenavo Baldini come aveva allenato Bordin, che con Pizzolato, Poli, Bettiol, Leone, forse i maratoneti italiani conosciuti a l’estero, dove Baldini e Bordin anche campioni olimpionici. Ha detto Gigliotti, che l’allenatore appunto di tanti atleti a livello nazionale e anche di Baldini e Bordin, aveva riconosciuto che, l’errore era stato di allenare il primo anno Baldini, di fargli indossare lo stesso vestito di Bordin. Ma a tal convegno aveva detto: Baldini è Baldini e Bordin è Bordin. Questo che come che non ci sta che lo stesso vestito va bene a tutti, stessa cosa che non esiste l’allenamento che va bene a tutti. L’allenamento è tale e quale a un vestito, più è fatto su misura, più risalta anche le qualità fisiche de l’atleta. Esatto, prendi un modello di sfilate della moda, fagli indossare un vestito troppo stretto o troppo largo, e vedi che diventa ridicolo e goffo. Ma lo sapete che tanti ultratrailman&woman runners, che lavorano, possono permettersi solo 1 lungo la settimana, magari 40/50km, e che il resto della settimana arrivano, a far tanto, 15km al giorno, però, alla gara trail di 160km arrivano tra i primi. Poi, ci sta chi vuol tentare il guinness dei primati, ma i guinness lasciamoli a chi stato dotato da Madre Natura, tipo Dean Karnazes, che 50 maratone a fila in 50giorni. Ma ci stanno, non so se vero, ma da narrativa, ci stanno dei monaci che, il loro ordine prevede a il novizio che vuole entrare ne l’ordine di tal monaci, il passaggio d’ingresso, sono 100km al giorno e in 100 giorni filati, e con ai piedi delle specie di ciabatte con suola tipo paglia. Ma voi che pensate, chi sono i veri atleti? esatto, da non confondere gli atleti coi fachiri, dove il fachiro è solo questione di testa e di spirito, esatto, il fachiro è quasi un essere smaterializzato, non è un atleta, l’atleta è da ammirarlo di più, perchè se il fachiro è riuscito a far imparare alla sua testa e al suo spirito di non far sentire dolore al suo corpo, dove sta il merito de l’impresa? l’impresa è quando la porti a termine e anche se hai tutto il corpo che ti fa male, che il corpo ti dice di fermarti, che non ce la fa più, e che accompagnati da questa fatica e questo dolore del corpo si riesce a arrivare al traguardo, questa è l’impresa. Domandate a la Giuli, di quando che con Piero e a la Daniela eravamo partiti da S.Gallo, e abbiamo fatto Monte Conche e ritorno, quattro ore di allenamento su sentieri di montagna, tosta montagna, che a 2km dal finire l’allenamento la Giuli voleva fermarsi e di non più di continuare stremata dalla fatica, eppure aveva stretto i denti si era fatta forza e aveva tenuto botta ancora venti minuti e finalmente eravamo arrivati a dove avevamo parcheggiato l’auto. Il merito è arrivare al traguardo e anche se ti fa male il corpo dappertutto, arrivare al traguardo dove non ti fa male niente, sicuro, grande impresa, grande impresa che batti anche il record, ma prendiamo lo stesso atleta e quando invece gli fa male qualche parte del corpo se la gara la porta a termine, questo che dico che l’impresa, è anche di chi arrivando ultimo, ha portato a termine l’impresa e tutta la gara sentendo dolori per tutto il corpo. E di esempi ce ne stanno, di disabili che fanno questo ce ne stanno a tutte le maratone, ma i prezzolati giornalisti rincorrono il campione, non rincorrono chi fa l’impresa. Esatto, stessa cosa dei politici al governo e dei capi di Stato, che da sempre, forse più una volta che adesso, e sin dalle prime Olimpiadi Moderne, dove Re Giorgio con suo figlio il Principe Costantino a farsi vedere a fare il giro di pista finale della gara di maratona accompagnando il vincitore, tal Luis Spyridon, che talmente grande atleta che non ha poi più gareggiato per tutto il resto della sua vita? guarda che è strana la cosa. Esatto, il sottoscritto conoscete da be e bella da che parte pende, da la parte dei ultimi, di quelli che nella vita faticano e soffrono, di quelli che non hanno i Santi o i parrocchiani che gli pagano il pranzo, di quelli che, l’impresa eccezionale è quello di essere normali. Esatto, cazzata ispirata da le canzoni del grande Dalla, che, per dalla, non è un consiglio per le donne, ma intendo Dalla il cantante, RIP, le sue canzoni Piazza Grande  e Disperato Erotico Stomp. Chiuso parentesi della sbrodolata nella sbrodolata)  Dove non si deve avere fretta, pretendere tutto in fressa frisù, esatto, ispirata da il maratoneta italiano tra i più forti se non il più forte di sempre, esatto, da Stefano Baldini (esatto, per dire, ai tempi di chi prima di lui, ci stava anche meno concorrenza, con i tempi fatti registrare da Baldini, sai quante maratone avrebbe vinto e solo a venti anni prima?) che dice che: esatto, la corsa è uno sport dove, dote principale, ci deve stare la pazienza. Ecco, se del sbrodolare della situazione legata al fitness, è stato già detto e sbrodolato tutto in queste ultime puntate, dove, esatto, basta poco tempo della nostra giornata da dedicare a tal attività motoria e per occhio di riguardo per la salute. Esatto, che se una persona, una qualsiasi persona, non riesce a trovare mezz’ora al giorno da dedicare alla propria salute, esatto, questa non è vita. Esatto, non è in questa situazione di trovar sempre mille scuse pronte e per il fatto di trovar scusa di giustificare che non si è potuto fare attività, che se una persona ha in mano le redini della sua vita, mezz’ora al giorno per s’è stesso la trova. Al contrario, se non trova la mezz’ora di tempo, tal persona si fa condizionare e subisce gli eventi giornalieri, dove non lui o lei, dove non la persona a scegliere, ma gli eventi a decidere di quel che la persona deve fare. Carissimi, le persone libere, da non confondere con quelle che il tran tran quotidiano del perché così fan tutti, esatto, dalla legge dettata dalla moda, dettata dalla pigrizia e dalla comodità. Detto questo, del fitness c’è poco altro da aggiungere, mentre del wellness, qui non esiste nessuno in grado di essere la scienza del settore. Il wellness ha a che fare con lo spirito e con la psiche, e se per la psiche ci può stare qualche figura professionale che può dare una mano, per lo spirito non esiste nessuno in grado di allenare lo spirito, dove lo spirito, l’unico modo è di allenarlo by-self, in solitario, la meditazione. Mi fanno sorridere quelli che abboccano a corsi di meditazione trascendentale, che quel che si dice in giro la più efficace e salutare meditazione in commercio. Esatto, perché la meditazione collettiva e di iscriversi al tuo corso, situazione che ha a che fare con le palanche. Esatto, ci stanno organizzatori di corse a piedi e organizzatori di corse a piedi, (così come ci sta il Comitato del Torneo Podistico e come ci stanno gli altri Comitati) così come ci stanno maestri di meditazione e maestri di meditazione, come la maggior parte, anzi, tutti i maestri di meditazione hanno però un difetto, esatto, di amare più di tutto, di amare le palanche. La meditazione l’ha insegnata il saggio del Monte Magno, l’ha insegnata Gesù, l’ha insegnata S.Antonio, e ancor meglio la insegna la canzone della mitica rock band the America, la canzone A HORSE WITH NO NAME. Dove a Alessandro, uno dei miei diversi ex insegnanti di chitarra, non la conosceva, e sentendola, l’aveva messa da subito nel repertorio in scaletta di quando andava nei locali a suonare con la sua band. E dove ancor meglio cosa che aveva descritto Jack London nel suo romanzo IL RICHIAMO DELLA FORESTA, dove protagonisti John l’eremita cercatore d’oro e Buck un cane meticcio che John aveva salvato dalla legge del bastone. (a proposito di cani e di volergli bene, un ringraziamento particolare a Mariagrazia, che ieri, amorevolmente, ha curato il mio Peter, con lo stesso amore che ha per il suo amico quattrozampe di casa sua, che mi dice: il mio quattrozampe è una forza della natura) Ma questo film sarebbe anche da commento da parte del sottoscritto, perché sicuro che pochi che hanno capito il film, vedendoci dentro solo un romanzo d’avventura di libro per ragazzi, quando invece, film che parla de l’essere umano e di come è fatto. Esatto, la meditazione è solo che solitaria, il saggio del Monte Magno eremita nel bosco, Gesù 40 giorni da solo nel deserto, S.Antonio anche lui 40 giorni da solo nel deserto, e John l’eremita cercatore d’oro (la scena, prima che veniva ammazzato da gli indiani, che presi i dodici sacchetti pieni d’oro, ne aveva tenuto uno solo e gli altri aveva vuotato il contenuto ancora nel fiume, dicendo sono venuto per cercare l’oro, per diventare ricco, ma l’oro più grande, dove che sono diventato veramente ricco, è che finalmente ho conosciuto me stesso, ecco, lascio questo oro, che sia scusa anche per altri di venire a cercare oro, ma che invece di trovare anche loro, di trovare un oro molto più di valore, l’oro della conoscenza di s’è stessi. Ma ce ne starebbe di sbrodolare di questo film, come ce ne starebbe di sbrodolare di Jack London, dove facile intuire che libro autobiografico. Dove Il Richiamo Della Foresta è la vita di Jack London da giovane, dove John è l’alias de lo stesso Jack London, però il Jack London giovane, il carattere ribelle Jack London da giovane. Col passar del tempo, il successo e le palanche, lo hanno cambiato e anche Jack London è andato a morire democristiano, che invece il Jack London vecchio è dentro nel libro Zanna Bianca) Detto che lo spirito, arrivare a lo spirito è cosa in solitario, soli solenti a tu per tu con la propria coscienza, il running e la corsa a piedi, è situazione che è predisposizione naturale a situazione di conoscerci meglio e anche nel nostro intimo più profondo. Logico, se si corre in città, non è situazione predisponente, esatto, il bosco e la montagna in solitario sono le situazioni più adatte e predisponenti al miracolo di prender conoscenza di quel che realmente siamo, di come siamo fatti, nel bene e nel male, di conoscere di che pasta è fatta la nostra natura ancestrale? No, così come il fisico e così come la psiche, anche lo spirito risente da che educazione infantile ricevuta, non ancestrale. Esatto, la corsa più importante per un essere umano è il raggiungere la conoscenza di quel che è, e solo così può andare a modificare e in meglio le cose che del suo carattere non gli piacciono, e facendolo diventare una persona migliore con s’è stesso, e sicuramente, quando si sta bene con s’è stessi, sicuro che si è persone migliori anche col rapporto con gli altri, con il prossimo. Ecco che, detto che del fitness, basta anche e solo mezz’ora di tempo al giorno e da dedicargli, che invece dello spirito non esiste nessun maestro tranne che noi stessi, rimane solo le prossime puntate di andare a sbrodolare di allenamento, situazione che prefigge di andare a rincorrere dei traguardi prefissati. Ecco che allora chiudo così e che domani vado a sbrodolare di allenamento. CIAO (mauro)

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