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SBRODOLATA CHE VA A SPARARE CAZZATA SU QUESTIONE CHE SI PONE CHI HA MATERIA GRIGIA PERFORMANTE, E QUESTIONE SIN DAI PRIMORDI DE L’UMANITà, ESATTO, LE PALANCHE DANNO SEMPRE LA FELICITà? E ANCHE SE SONO POCHE? lE PALANCHE, ESATTO, NELLA REALTà, HANNO FATTO VEDERE CHE, LE PALANCHE CREANO DIVISIONE DI PIù CHE DEL COLORE DELLA PELLE, DI PIù CHE CREDO DI RELIGIONE

CONTINUAZIONE DI SBRODOLATA DI IERI, ANCORA COPIA INCOLLA. Eppure, anche nella tanto decantata culla della civiltà, anche nella civile Italia, solo negli ultimi 15 anni, guarda te, le amministrazioni locali non si sono e minimamente preoccupate delle problematiche conseguenze “globali” delle loro scelte urbanistiche (esatto, a parole, a bla bla bla si, amministrazioni molto attente alla disastrosa situazione ambientale, dopo, i fatti a far vedere colate di cemento) e approvate continue varianti espansive ai piani regolatori e colate di cemento e asfaltatura di campi, strade che intasate di auto, vere e proprie verruche maleodoranti del suolo del Pianeta Terra. Gli amministratori, nella loro miopia, non si preoccupano di capire che, in molti casi, la sopravvivenza delle loro comunità è assicurata dal fatto che –a differenza della vera Rapa Nui – i nostri territori sono sistemi ecologicamente legati tra loro, sistemi ecologicamente aperti, non una piccola isola, ma n’è più e n’è meno, sistemi che possono continuare solo se ci sta un equilibrio, esatto, è per forza che ci deve stare almeno un minimo di precario equilibrio. Mentre la progressiva cementificazione e catramazione del suolo ha messo in crisi, e da be e bella, rotto questo precario equilibrio. Questo, che a l’aumentare della popolazione mondiale, non può assolutamente corrispondere altrettanta cementificazione catramazione del suolo terrestre. Logico che per sfamare la sempre più tanta popolazione mondiale si deve aumentare la superficie da coltivare, esatto, più campi e erba e meno cemento e catrame. Ma cosa succederebbe se in troppi homo sapiens e donna sapiens e omini verdi, senza tenere conto di quello che succede altrove e in posti industrializzati, dove i campi? esatto, sono solo nei documentari della televisione. Ma riuscite a immaginare di costruire centri commerciali e capannoni e fabbriche, che vuol dire colate di cemento e catramazione, che vuol dire cancellare anche buona parte del territorio agricolo e boschivo. Che non vuol dire solo mancanza di habitat e rubato ai bipedi, ma rubato e anche agli animali, alla fauna, esatto, ma degli animali e della fauna chi se ne frega? è questo il pensiero di homo sapiens e donna sapiens e omini verdi? Cari amministratori, cari del fare, cari economisti, cari del crescere, ma avete materia grigia che sufficientemente performante di riuscire a farvi immaginare a come diventerebbe a continuare seguire le vostre insane e vecchie idee di, prima di tutto, bisogna far crescere il Pil? Ma veniamo a una seconda domanda. Davvero i parametri economici incidono sul nostro benessere e sulla nostra felicità? Perché quali sono i più importanti indicatori di riferimento benessere, esatto, la vita semplice e meno stressante (esatto la qualità e non la quantità). Il benessere non sono n’è il PIL e nemmeno delle aride cifre con segno +, ma il benessere è la qualità della nostra vita, esatto, che per tagliarla più fine, esatto, che conta è la nostra salute, la nostra cultura, il nostro vivere in armonia con le persone e col creato. Esatto, dove di primario, ci sta che il nostro benessere è per forza di cose solo che va a braccetto e che dipende anche dal benessere che vive il Pianeta Terra e chi lo abita, animali e vegetali compresi. Pensiamo, ad esempio, alla folgorante crescita dell’economia dell’ultimo secolo. Secondo le statistiche, l’economia Europea è cresciuta di 47 volte nell’ultimo secolo (dall’inizio del processo di industrializzazione), l’America del Nord, è cresciuta in 1 secolo di ben 678 volte in termini reali. Che media mondiale, ne l’ultimo secolo, l’economia mondiale globale è cresciuta 53 volte. (esatto, nel gioco del PIL, ne l’ultimo secolo, America del Nord nel gioco crescita insensata, esatto, quello che decantiamo come miracolo industriale, America del Nord batte resto del mondo 678 a 53. Ma chi è quello stolto che, ai posti di comando, di non vedere che questo pericolo di simulazione, di copiare il miracolo industriale, porta dritto sulla strada della morte del Pianeta Terra. Esatto, tutto quello che fanno i capitalisti gli viene aggiunto valore, nel caso degli industriali, diventa non il deleterio, ma diventa il miracolo industriale. Tu immaginati se altro secolo e crescita anche del resto del mondo a arrivare a 678 volte più di adesso. Ma chi è lo stolto omino verde che non vede il pericolo? Chi sono gli stolti omini verdi che non vedono che continuando di questo ritmo, che non vedono il rischio di andare incontro di default del Pianeta Terra?) Anche i redditi pro capite dei paesi occidentali sono cresciuti, cresciuti vertiginosamente, cresciuti velocemente e in modo impensabile e inimmaginabile fino a 1 secolo fa. Ma siamo sicuri che il benessere e la felicità siano aumentati in egual misura? E per tutti gli abitanti della terra? Evidentemente no. Beh, indubbiamente che c’è stata una prima fase in cui, la crescita economica ha portato ad un significativo aumento del benessere delle persone (anche se con una distribuzione imperfetta, crescita di assurda e insulsa e pericolosa sperequazione che ha allargato la forbice in favore dei paesi occidentali rispetto al resto del mondo). Poi, però, da qualche decennio, qualcosa si è inceppato e al crescere di redditi e crescita di PIL, esatto, non c’è stato un corrispondente aumento della felicità e specie della felicità della popolazione occidentale. (esatto, il PIL rende felici i soliti noti, banchieri in testa) Le ragioni sono spiegate dalle analisi di alcuni economisti. In particolare l’austriaco F… H…ha scritto un interessante saggio dal titolo “I limiti sociali dello sviluppo“, nel quale introduce il concetto di “beni posizionali” in economia. I beni posizionali sono, in sostanza, beni il cui principale valore intrinseco è dato dalla valenza simbolica, attribuito a tal bene simbolico solo che valore di convenzione di immaginario collettivo. Esatto, non il bene per quel che è il valore reale (dove il valore reale sono: Aria pulita da respirare, acqua buona da bere, cibo naturale, non tirato su con la chimica, che la chimica di logica che va a influire su la fabbrica chimica dei animali, esatto, che il primo a andare in tilt da sovradosaggio di chimica è il fegato degli animali) che non tanto l’effettiva utilità degli aggeggi fabbricati, ma la loro “riconoscibilità” che l’immaginario collettivo riserva a tal aggeggio. Una, auto, una casa, una maglia firmata da nome e nome pubblicizzato anche da testimonial che piacciono alla gente. Ad esempio, una maglia, un paio di pantaloni, che hanno e fanno lo stesso servizio di uso di una maglia e d’un paio di pantaloni che non pubblicizzati su riviste di moda, e venduti nei negozi di periferia, dove tal maglia e tal paio di pantaloni fanno n’è più e n’è meno, lo stesso servizio di maglia e pantaloni pubblicizzati su tal riviste e con tal testimonial, esatto, ma che, esatto, venduti a un costo di gran lunga superiore. (quel che i nostri vecchi montanari dicevano pagare la marca e non il prodotto per il sevizio che fa. Pagare la carta del prosciutto di più del prosciutto stesso. W la forza ammaestratrice della pubblicità) Non a caso molti beni posizionali sono definiti status symbol. Quello che conta non è il bene in se stesso, ma la possibilità che tal aggeggio della pubblicità, che ci ponga, il solo a possederlo, ci colloca nel l’immaginario collettivo, in una posizione diversa, più in alto, rispetto agli altri che però non posseggono tal aggeggio e di marca status symbol. (è questa la tanto decantata intelligenza di homo sapiens e donna sapiens? elevare un aggeggio a essere adorato come un Dio?) Spesso la soddisfazione derivante da l’acquisto di tal aggeggi è effimera: perché neppure l’acquisto dell’ultimo modello di aggeggio di marca e con grande campagna pubblicitaria (il cui bisogno è probabilmente indotto da un’abile campagna di comunicazione) di sicuro non ci farà stare bene. (ci farà star bene solo per un brevissimo tempo, solo fino a l’uscita di un nuovo modello di tal aggeggio) Se nel frattempo, infatti, uscirà il modello successivo (che altri acquisteranno) cesserà anche il piacere, di colpo a l’uscita di nuovo modello, oltre che sparire la effimera felicità che ci donava tal aggeggio, si andrà a provare senso di disagio. Esatto, a farsi vedere con tal vecchio modello ecco che la nostra vita diventerà, esatto, diventerà vita infelice, esatto, di andare incontro a un vero e proprio senso di frustrazione. (fino a 1 anno fa, con tal modello, felici, l’anno dopo, uscito nuovo modello e però noi avere modello vecchio, ecco che, con lo stesso identico aggeggio che felici 1 anno fa, di colpo, dopo un anno diventa problema esistenziale) All’aumento del denaro speso, non sarà corrisposto un aumento del benessere duraturo, anzi, benessere sempre a tempo più breve e effimero. (w le pecore che seguono la pubblicità della televisione, piffero incantatore in mano ai padroni incantatori e ammaestratori della vita del bipede gregge) Lo spiega molto chiaramente un altro economista, R… E…, il quale, nel 1974 ha elaborato un’intrigante teoria, denominata “paradosso della felicità(o paradosso di E…), attraverso la quale lo studioso dimostra che la correlazione tra ricchezza e felicità è vera solo in minima parte. Quando la ricchezza serve a garantirsi beni fondamentali o beni comunque “utili” la correlazione con la felicità è diretta. Superata una certa soglia di ricchezza, non solo la felicità non aumenta, ma tende persino a diminuire, mentre subentrano le preoccupazioni. (le preoccupazioni mal conciliano a una vita semplice e felice. Magari sei felice intanto che stai nella “casa del scuriosato fratello”, quando in quella casa trovi tutto di pronto, ma viene anche il giorno che è di uscire, e di amministrare le palanche che ti hanno dato per dar spettacolo di ignoranza, ecco, con tal denaro piovuto in modo inaspettato e senza sudare, ecco che, è quando ce l’hai in tasca le palanche, che li iniziano anche le preoccupazioni?) Si rischia che andare a la ricerca di sempre e di più, di rincorrere sempre il molto di più (consumando e inquinando molto di più alla rincorsa del superfluo) ma che questo di più (di sicuro) è senza alcun beneficio reale in termini di benessere. Ma torniamo alla crescita degli indicatori economici. Pensiamo ad una curva di crescita annuale del PIL. Che più è veloce la crescita, esatto, prime si raggiungerà e proprio e grazie a la crescita esponenziale raggiungeremo presto il limite “fisico” sopportabile del Pianeta Terra. Dove l’habitat che impoverito di risorse per il mantenimento de l’equilibrio precario sul quale è cresciuto, e aveva vissuto e fino a adesso, come diventerà? come diventerà per chi lo abita questo habitat? (la capacità di carico, l’impronta ecologica, le risorse della terra, energia, inquinamento assorbibile sono fattori di che meglio non prendere sottogamba). Però, anche con altre funzioni di crescita, compresa la semplice crescita lineare, (esatto, ci starebbe di non la ricerca della crescita ma la ricerca de l’equilibrio) il limite, anche se più in là nel tempo, verrà comunque raggiunto e superato. E anche qualora, grazie alle innovazioni tecnologiche – che sono sempre la speranza degli economisti – si riuscisse a far salire l’asticella del limite max raggiungibile, da sciocchi pensare di con la tecnologia di riuscire a spostarla sufficientemente in alto, in modo da impedire che, prima o poi, di non arrivare al tragico momento disastroso che superata l’asticella limite, di cadere nel baratro di un Pianeta Terra distrutto da la intelligenza de homo sapiens donna sapiens e omini verdi. Del resto dobbiamo sempre fare attenzione alle parole e all’uso che ne facciamo. Quando parliamo di crescita e di sviluppo, dovremmo chiederci: “crescita e sviluppo di cosa?” (di conto in banca?) Immaginiamo la “crescita” di un bambino. Quando si dice “il bambino cresce”, sto dando una buona notizia. Quando parliamo di crescita, esatto, la nostra mente associa l’immagine del bambino che diventa sempre più grande e forte. Però, sappiamo bene che il termine crescita implica qualcosa di ben più complesso. Lo sviluppo psichico e cognitivo del bambino saranno e sicuramente altrettanto importanti della crescita fisica. Anzi, nella continua e veloce crescita, e speriamo non diventi invece un momento in cui potremmo preoccuparci se nostro figlio e nostra figlia continuasse a crescere in altezza e in peso. Un aumento eccessivo sarebbe “troppo” per quello che Madre Natura ha immaginato per homo sapiens e donna sapiens. Col passar del tempo, degli anni, tal situazione di abnorme crescita potrebbe anche nascondere una patologia e presumibilmente tal eccesiva crescita, quasi sicuramente, comprometterebbe anche la sua serenità e la sua felicità di adulto. Forse dobbiamo renderci conto che il PIL, esatto, è tale e quale come il nostro bambino e la nostra bambina? Esatto, non è così importante la continua crescita del PIL, l’importanza che basilare è l’armonia, sia fisica che psichica. È molto più importante la distribuzione della ricchezza e la ricerca di un benessere e di una felicità diffusi, gente felice in mezzo a gente felice. (non felici solamente i soliti noti? che creano e disfano a piacere?) Ecco, una crescita squilibrata, anche questa è una crescita, ma che solo che crescita squilibrata che deriva da un malinteso concetto di benessere. Anche quella squilibrata è una crescita, ma è non è una crescita sana. (sbrodolata fatta cover dal sottoscritto, personale adattamento tratto da un lavoro di Tullio Berlenghi) 1 ABBRACCIO MANY KISSES  (mauro) 

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