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SBRODOLATA CHE VA A SPARAR CAZZATA ANCORA SU LA PIRAMIDE SOCIALE

CHE VA A SPARAR CAZZATA SU L’ISTITUZIONE SCUOLA, CHE VA A SPARARE CAZZATA SU CHE SON PASSATI PIÙ DI CINQUECENTO ANNI MA LA DELAZIONE È ANCORA NE L’ANIMO UMANO, CHE VA A SPARAR CAZZATA CHE TUTTI SI NASCE UGUALI TUTTI DA QUEL BUCO, E SOLO LA RUOTA DELLA FORTUNA CHE CI FA BECCARE IL PREMIO DI CHE VITA VIVREMO IL PERIODO PASSATO SUL PIANETA TERRA

Un altro dice, la scuola è un diritto, dovrebbe essere un diritto di tutti, però, la realtà a dire che non è così. (ripeto che eravamo a 60/70 fa) Ci stanno chi dotati, e che farebbero molto bene anche a scuola, ma in assenza dello Stato, dove l’alternativa era, senza palanche in famiglia, era: o mandarli a studiare dai frati e fargli intraprendere la “carriera” ecclesiale. (che poi, anche il prete, il frate e compagnia bella dovrebbero essere solo che una missione che si sente dentro di avere, e non per casualità e circostanze della vita) Tante ce ne stavano di queste situazioni, dove la povertà della famiglia, tanti ragazzi e ragazze e anche dotati intellettualmente, che la ruota della fortuna li ha costretti a l’abbandono scolastico e per essere d’aiuto in casa, a andare a lavorare e per il sostentamento della famiglia. Viceversa, chi con tante possibilità economiche, senza problemi finanziari famigliari, della scuola, a prenderla come una cosa da fare per forza e per il volere dei genitori, e per altri di prenderla come uno svago di passare le giornate. Che a scuola a pensare a altro, tranne che a seguire la lezione, e tutto, tranne che impegnarsi nello studio. (il sottoscritto qualcosa ne sa, anche se poco qualcosa ne sa. Di quando a andare a giocare a biliardo li al bar a Mazzano, invece di fare i compiti di gruppo a casa di ….) Cosa che quando si andava alle medie, la generazione del sottoscritto, in piena ondata ‘68ttiana, con le belle professorine con le gonne corte, a chi nei banchi in prima fila che gli cadeva sempre la penna e il quaderno a terra, e ai tempi non erano le dita sullo smartphone a scorrere, era la mano a scorrere nei pantaloni. E qualche nome potrei anche farlo. Allora cercate di capire che erano altri tempi, tanti e tanti anni fa. Se la scuola la fanno i maestri e le maestre e i professori e le professoresse, la moralità e il linguaggio, quello no. Il linguaggio non parte da l’alto, ma parte da la base, checchè se ne dica. Non è più il tempo de l’oscuro medioevo, dove il linguaggio era imposto dalla Chiesa. Adesso nemmeno la Scuola e nemmeno la Chiesa che in grado, con il potere, che più non hanno, non più in grado di imporre la moralità. Adesso, è dal basso che avviene sempre il cambiamento, e non più chi in alto e che comanda. esatto, adesso, l’evoluzione dei usi e costumi della società viene sempre dal basso, e specie: il linguaggio. Il linguaggio si evolve, e il linguaggio è sempre linguaggio usato e sdoganato dal popolo, dai poveri, che poi, visto che i poveri stanno alla base della piramide sociale, tal linguaggio fa presto a diffondersi tra la popolazione, e l’establishment, per non rimanere indietro e continuare a dettare legge e a comandare, si adegua e cavalca tal nuovi usi e costumi e tal nuovo linguaggio. Esattamente, quello che si è visto e si vede nella Scuola e nella Chiesa. Basta a le classi separate maschi  e femmine, basta ai banchi separati maschi e femmine, basta divisa scolastica maschi e femmine, basta messa “obbligatoria” al mattino per gli scolari. Esatto, l’establishment, per rimanere in sella al cavallo del potere, cambia a seconda che direzione prende il popolo. Il linguaggio adesso nasce dal basso, non più a nascere da l’alto. Dove adesso, superata anche questa fase, diventata vecchia anche questa fase, dove adesso è la moda dei social, esatto, spesso adesso sono parole di altra gioventù straniera, a far presa sui giovani e le giovani italiani, specie se linguaggio “moderno” inglese e americano. Che adesso, più che la Scuola, a dettare nuovo linguaggio, sono gli influencer e le influencer belle e sexy fig.A dei social inglesi e americani. Vedi quante parole e anche inglesi e americane nuove che a ogni nuova edizione di vocabolario italiano, esatto, viene aggiornato con le nuove parole straniere e poi diventate di uso quotidiano e diventate e sdoganate come parole del linguaggio italiano. Esatto, alla faccia di Dante. Dove non esiste poeta o scrittore, fate voi, che ne l’immaginario collettivo, cosi sovrastimato del suo reale valore, di più di quel che invece è stato di persona nella realtà. Esatto, parere personale del sottoscritto, mai nessuno poeta e scrittore in Italia a esser stato vantato così tanto per essersi inchinato al volere della Chiesa e a scrivere, su commissione, tal famosa Divina Commedia. (ai tempi, qualsiasi, esatto, di testa propria, non si poteva dipingere e scrivere e scolpire a piacimento, erano attività solo che fattibili e solo su commissione. Esatto, solo che opere e soggetti commissionati dai potenti signori dei tempi, ma più spesso, quasi sempre, opere e soggetti commissionati dalla Chiesa. Se voi pensate che si poteva scrivere quello che volevi, esatto, sei fuori strada, sei fuori strada alla grande. Una donna vedova e con proprietà, se non aveva figli già in età adulta, con una scusa, veniva accusata di stregoneria e la Chiesa si pappava le sue proprietà. Dove chi aveva fatto denuncia, la famosa delazione, beccava un bel po’ di tal proprietà, e dove beccava anche il carnefice. Non vi dice niente la parola Autodafè? Dal libro La Santa Inquisizione, per far capire meglio: 25% della proprietà spettava al delatore 25% spettava a chi poi aveva il pelo sullo stomaco di eseguire gli ordini di condanna a morte, se uomo veniva bruciacchiato, se donna che però il popolo nutriva dubbi che era una strega, il Santo Inquisitore, aveva la scusa, il trucco, la mandrakata. Diceva, leghiamogli una pietra al collo, se è una strega si libera, viene a galla e se viene a galla la prendiamo e la bruciamo. Mai più di quelle centinaia e centinaia.migliaia di donne a non venir più a galla, e accusate dal delatore di compiere atti di stregoneria. Morta per annegamento le incolpevoli donne, le sue proprietà venivano ne più e ne meno pappate ugualmente, dove il 50% diventava di proprietà della Chiesa. I delatori ci sono sempre stati, e se una volta era di fare delazione per interesse e per vendetta, ai nostri giorni, è forse per invidia? invidia che altri si divertono a una festicciola tra amici? non ditemi per senso civico, per senso civico ci stanno altre mille cose che andrebbero già state fatte e anche dai delatori moderni, e fatte anche ai tempi di ben prima di periodo nero di Covid 19. Caro delatore, non solo di denunciare i vicini di casa è di fare il dovere civico, detto questo, ti sei tirato la zappa sui piedi, perchè visto che sei ligio al dovere civico, adesso, come mai non fai anche tutti gli altri doveri civici che dovresti fare? esatto, non li fai, la delazione ti piace, esatto la delazione la fai perchè sei tipo invidioso che gli altri trovano in questo periodo buoio e nero, non di Santa Inquisizione, ma di Covid 19, nonostante questo non si fanno condizionare la vita da un virus, e cercano di trovare di passare qualche ora in allegria, alla faccia del virus. Ma lo sai che son passati più di 500 anni ma, da la televisione sembra ancora di essere a quei tempi del medioevo. Dove adesso, ci sta chi addirittura ammazza le persone perché felici, e solo quando va bene si limitano alla delazione. Sembra di essere nel film che descriveva il periodo della China a l’epoca del dittatore Mao. Dove i genitori andavano ne l’armadio a parlare e per non farsi sentire dal figlio quello che si dicevano) Checchè se ne dica, l’arte, a quel periodo buio della storia, non era assolutamente libera scelta, era solo che di lavorare su commissione, e non rispettare, fare di testa propria, voleva dire andare incontro a delazione e col risultato di andare incontro a la morte certa, e ti andava bene se prima non ti torturavano. Detto questo, il linguaggio e gli usi e i costumi è situazione che proviene dal basso e non viene n’è dalla Scuola e ne dalla Chiesa, esatto, il cambiamento non viene assolutamente dalle Istituzioni, le quali, poi, visto la mal parata, cambiano in fretta idea, e logico, per rimanere in sella al cavallo del potere, quello che prima dicevano che cosa sbagliata, dopo, ecco che d’incanto diventava cosa giusta. (quando si dice opportunismo?) La minigonna portata dalle ragazze popolane per prima, non dalle ragazze de l’alta società. I jeans stracciati, prima i ragazzi e le ragazze popolani, non i ragazzi e le ragazze de l’alta società. I tatuaggi prima i ragazzi e le ragazze popolane e non i ragazzi e le ragazze de l’alta società. Detto tutto questo, si evince che più di mezzo secolo fa, la scuola era ancora un privilegio per pochi, per chi la ruota della fortuna aveva fatto di nascere in famiglia benestante. Alla faccia delle pari opportunità. don Milani diceva: logico che è più facile fare la scuola, più facile di insegnare a alunni, a ragazzi e ragazzi che capiscono velocemente, che non sono lenti di comprendomio (esattamente come il sottoscritto?) però, una scuola che segue solo i più dotati, ma che scuola è? Certo, viene la voglia di levarseli di torno quelli che sono lenti nel l’apprendimento, certo che a volte viene la voglia di levarseli di torno e bocciandoli. Ma questa sarebbe la stessa cosa di un medico, che vorrebbe solo che in ambulatorio solo che pazienti sani. Come che del medico c’è più di bisogno dove ci stanno pazienti malati, così la scuola, esatto, c’è più bisogno di maestri e di maestre e professori e professoresse, proprio con chi è più lenti nel l’apprendere. Dove, don Milani, in modo provocatorio, questa situazione la paragona a una specie di razzismo, che separa chi veloce nel l’apprendere da chi invece lento. Poi, don Milani, paragona la scuola a la burocrazia, una istituzione che mira solo alla sua sopravvivenza, alla sopravvivenza delle figurine che ci stanno dentro gli uffici e dentro le aule scolastiche della piramide sociale. Insegnare? non più una missione? ma un lavoro, e solo per il salario fine mese? Dice, sempre don Milani che dice: che come è adesso la scuola non è fatta per i ragazzi, la scuola è purtroppo la scuola degli adulti, è stata concepita dagli adulti e fatta e ragionata come che i ragazzi tutti avessero già “un cervello e experience da adulti”. don Milani dice: ma come si può pensare che arrivati a dodici anni, i ragazzi e le ragazze, tutti sono arrivati a lo stesso grado di maturazione? (il mio maestro di radiotecnica era solito dire: il genio è solo in età giovanile, non si va a dire genio a uno di 50’anni. Il genio è quello che apprende prima degli altri e apprende anche cose che, “normalmente”, si imparano da adulti. Ma poi a venticinque anni il genio, di colpo, non è più un genio, diventa magari se era genio nel campo scientifico, magari molto probabile che da genio diventa un experto. Che povero genio, avrà anche si imparato tanto, ma non sa però cosa si è perso) Esatto, la scuola così come concepita (non so adesso, ma don Milani diceva della scuola di 60’anni fa e più) è fatta per ragazzi e ragazze, che veloci ne l’apprendere, ma ragazzi e ragazzi già nati vecchi, nati bambini ma con mentalità di già vecchi. Il mio maestro di radiotecnica, simpatizzante di don Milani, era solito dire: la gioventù è bella, ci stanno i sogni, ma soprattutto ci sta la spensieratezza. Che non è proprio così, caro maestro, non è proprio così, se nasci in famiglia povera la spensieratezza non hai mai avuto modo di conoscerla, e anche se però ci stanno i sogni, chi nato povero non hanno mai conosciuto la spensieratezza. Beato chi, la spensieratezza, l’ha conosciuta. Poi, sempre don Milani, dice: sui giornali quotidiani non ci sta niente di quello che voi illustri docenti insegnate a scuola, questo che, se i giornali raccontano la realtà della vita, voi a scuola insegnate niente di quello che è la vita reale e non insegnate niente di quel che veramente serve nella vita reale. Che la vita reale non è la vita accademica. Dopo, voi, illustrissimi docenti, vi ritenete colti, avete tutti letto gli stessi libri, e per convenzione, chi ha letto anche loro i libri, gli stessi che avete letto voi, li ritenete colti, e gli altri no, gli altri da scartare. Esatto, voi giudicate col solo vostro metro di comoda, di insegnamento di paraocchi, voi decide, e sempre voi giudicate, e se un alunno non ha letto i libri che voi volete che leggono, ecco che, per punizione, li bocciate? (esatto, gli alunni e le alunne devono tutti, tutti uguali, di rientrare nello stampino predisposto da fabbrica ministeriale delle menti) La scuola è come un ospedale, dove la situazione che mai si vorrebbe, è di non riuscire a salvare il malato. Così la scuola, il suo cruccio dovrebbe essere di insegnare e proprio a chi meno dotato, e non di levarselo dai piedi e bocciandolo. (ripeto che sono pareri e opinioni ispirati da don Milani) Dopo, ecco che don Milani va a toccare il tasto tanto caro ai Fauni, le diseguaglianze, i due pesi e le due misure. Va a dire come mai in situazione uguale i figli dei ricchi non vengono mai bocciati? Che ai figli dei ricchi gli si danno le lezioni anche in privato, e perché la famiglia benestante può pagare? Ecco, ancora una volta l’insegnare è conferma che per voi è diventato solo che un lavoro che deve far beccare palanche, e non più una missione. Perché non dare le ripetizioni a gratis al figlio del povero? Questo che don Milani dice: i ragazzi e le ragazze nascono uguali, è la scuola che li rende diversi. La lotta di classe (parole di don Milani, non del sottoscritto, e anche se non cambierebbe una virgola di questo suo pensiero) se la fanno i ricchi, è una lotta signorile per il progresso de l’umanità. Se la stessa cosa, la lotta di classe la fanno i poveri diventa una rivoluzione e che va solo a far del male a l’equilibrio, col rischio di far crollare la piramide della società. Quando la lotta di classe proviene e viene alimentata da l’alta società non scandalizza nessuno, ne le Istituzioni e ne la Chiesa, ne i Preti e ne i Professori che vanno in aula a insegnare con l’Espresso in tasca. Dove, don Milani, rimprovera a la Scuola di essere tale e quale a una fabbrica di catena di montaggio, dove poi il controllo qualità scarta i pezzi fallati, gli alunni da bocciare. don Milani insisteva nel dire che, nessun ragazzo doveva essere bocciato e fino in terza media, dopo, era altro paio di maniche. don Milani, esortava la Scuola a comprendere il periodo de l’adolescenza, il periodo che secondo don Milani era il più importante per lo sviluppo comportamentale e psichico e di e per qualsiasi persona. Poi, una frase dura contro l’establishment, dice: capire i problemi dei ragazzi delle famiglie povere è al primo posto, dovrebbe essere al primo posto per qualsiasi docente. Esatto, va a dire, ma come si fa a non cercar di capire i ragazzi e le ragazze nati poveri e solo per colpa della ruota della fortuna che s’è fermata nella casella MI SPIACE, TI TOCCA ESSER NATO e NATA POVERI. Ma come si fa a non voler bene a queste creature e di non voler cambiare le leggi ingiuste e di pensare a fare leggi migliori. Esatto, che non leggi che adesso, come sono adesso, sono leggi discriminanti. (frase che aveva ispirato anche Martin Luther King, se una legge è sbagliata se è una legge senza senso, ma che …zzzo di legge è?) Poi, don Milani, lancia un’accusa: dite attenti ai classisti, che la lotta di classe è cosa che può diventar pericolosa, ma quando mai, che quando i primi classisti siete proprio voi insegnanti di scuola, che siete negazionisti della fame nel mondo, che siete negazionisti del l’imperialismo e del colonialismo, che siete negazionisti del razzismo. Conclude la frase, e adesso, è finito il tempo di fare le elemosine, adesso è il tempo delle scelte. Ma caro don Milani, che scelte vuoi che si fanno, le scelte sono e sempre le stesse, esatto in direzione di e per mantenere in vita la piramide, il modello sociale basato su le figurine poste ai vari piani della piramide sociale, magari gli cambiano di nome, ma la sostanza non cambia. E se che questa cosa l’avevi insegnata tu, come fai a non capire. Questo è, è proprio il l’intelligente bipede che non vede altra soluzione alla piramide, che pensa che la piramide è il modello di società migliore. Esatto, se chi comanda porta il paraocchi e che gli fa vedere solo il suo vantaggio e non gli fa vedere la sofferenza di chi fuori dalla sua visuale, che pretendi? caro don Milani, pretendi forse cambiamento? ma se lo dicevi tu che il cambiamento viene sempre dal basso, ma come puoi solo pensare che il cambiamento viene da l’alto? Esatto, non i presidenti, non i potenti, non i ricchi, non i papa a esser in grado di cambiamento, il cambiamento è solo dalla base della piramide. Adesso termino la sbrodolata ispirata da don Milani sulla scuola cosiddetta che era la scuola de l’obbligo, fino a la terza media. Magari domani se l’ispirazione chiama, vado a sbrodolare e sparare cazzate su la scuola magistrale, quella del liceo, la seconda parte che ispirata sempre da don Milani. 1 ABBRACCIO MANY KISSES (mauro)

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