BRESCIA EST - VALLI DEL MARMO - ALTO NAVIGLIO - VALTENESI - VALTROMPIA - FORESTA ALTO GARDA OCCIDENTALE - OLTRE CONFINE

sbrodolata che continua su l’argomento che cos’è la televisione

che cos’è diventata la televisione, come è sfruttata subdolamente da l’establishment la televisione. Però, come detto dal papà di Striscia la notizia, la televisone è come l’aids, se la conosci non ti uccide la mente. (Però, caro papà del gabibbo: e i bambini? e le bambine? e gli adolescenti? e le adolescenti? e i ragazzi? e le ragazze? e il popolo capra? li come è che la mettiamo? sei sicuro che conoscono come fare a proteggersi da contagio aids dei programmi televisivi?)

Della televisione tanti che sono e sono stati simpatici al sottoscritto e che non ne hanno e non ne avevano una bella e buona opinione, anzi, il contrario, visto che tanti di loro ci hanno anche “lavorato” dentro quel mondo della realtà virtuale che è quello che è esattamente la televisione. Uno di questi che non aveva una gran bella opinione, che ripeto non l’aggeggio, ma per il modo di usarla come arma “contro” il popolo, nel senso di fargli bere quello che comoda a l’establishment, usando il subdolo modello collaudato e vincente, che il popolo non fa un passo se da l’alto non c’è chi comanda i muove i fili e gli dice come muoversi. Questi fili si chiamano testimonial, simpatici testimonial, e soprattutto gli experti invitati a rassicurare, che invitati spesso nei telegiornali, dove ne l’immaginario collettivo il telegiornale è la cosa più seria e più credibile che esiste al mondo, ma fatemi il piacere, ma quando mai. Che aspettiamo a diventare grandi? e a cominciare a fare i passi da soli e di imparare a camminare da soli? Detto questo, uno che a scritto una breve canzoncina su la televisione è stato anche il grande Enzo Jannacci RIP. Ecco il testo della canzone: La Televisiun La televisiun la g’ha na forsa de leun (la televisione ha la forza del leone) la televisiun la g’ha paura de nisun (la televisione ha paura di nessuno, non teme nessuno) la televisiun la t’endormenta cume un cuiun. (la televisione ti addormenta come un ..oglione. Ti imbortola e ti ammaestra, ti addormenta la mente) Enzo Jannacci, non solo musicista e diplomato in conservatorio, ma Enzo Jannacci, anche cardiologo, prima che musicista e cabarettista, autore e attore, esatto, prima di tutto il resto che faceva, prima, si sentiva dentro di essere un medico. Non uno qualsiasi, uno che aveva studiato e aveva avuto la fortuna e la competenza di aver lavorato, tra l’altro, anche con l’equipe di tal Barnard. Che quante critiche mosse dai suoi colleghi medici e perchè? esatto, perché voleva la sanità che fosse pubblica, che si fosse potenziata la sanità pubblica, e non come al contrario stato fatto, esatto, depotenziata a favore del privato. (quelli che adesso si lamentano della situazione scarsità posti adeguati in corsia d’ospedale, dove eravate voi? esatto, … tu mostri adesso le tette al vento, io lo facevo già 40’anni fa …, esatto cazzata ispirata da una canzone di Guccini. Che dopo vediamo un suo pensiero su la televisione) Che fuori da l’ospedale, medici a gongolare a fare doppia giornata, e anche nel privato, esatto, che vuol dire forse doppio fine mese. Che però, quando tanti gli accessi di ammalati a gli ospedali pubblici, ecco che solo allora si lamentano di come è stata trascurata la sanità pubblica? Esatto, quando c’è tanto lavoro iniziano forse a lamentarsi? E dove eravate cari medici che non vedevate di buon occhio il cardiochirurgo Enzo Jannacci? Quando denunciava il degrado della struttura ospedaliera pubblica. Che tanti di voi medici di allora, apostrofavate con disprezzo, gli davate del: Comunardo, perché di idee e filosofia di sinistra, il Comunismo sognato anche da Fo, Pasolini e Gaber. Esatto, gli rimproveravate di lo stare dalla parte dei diritti del popolo capra, quello senza mezzi per pagarsi la clinica privata. Quello che anche Enzo Jannacci, di una visione di vita come in una grande comunità, di la ricerca de la felicità de il vivere felici si, ma se, esatto, in mezzo a altrettanti che vivono anche loro e le loro famiglie la stessa felicità che aspirano i ricchi, e anche se i poveri più in piccolo? anche se più in piccolo, però, di avere anche chi senza mezzi chance e diritto di rincorrere il suo sogno di felicità. Esatto, che anche chi nato in famiglia povera, in situazione di povero, che anche per loro il diritto di aspirare a un po’ di felicità. Esatto, dove adesso non è proprio così, se nasci fa famiglia ricca è un bel concerto, mentre, esatto, se nasci da famiglia povera è quasi sicuro, la vita è brutta suonata che stonata e un continuo rincorrere il tempo. Ritornando a sbrodolare di televisione, tutti sono a rischio. Ma cercate di capire, non tanto la televisione come aggeggio ha essere di natura cattiva, ma quanto a l’uso che ne fa chi la comanda, e l’uso che ne fa chi si ciba di essa. Non del sottoscritto, ma detto da gli experti sociologi, che, da subito, sin dalla nascita, la televisione ha scavalcato le istituzioni tradizionali, quelle che regolavano la tradizionale vita sociale. Esatto, la televisione diventata più importante della famiglia, della scuola e della chiesa. A tutti gli effetti, oggi, la televisione è diventata l’oracolo, la situazione che narra la vita di tutti i giorni, e nel mondo. Quella che ricostruisce (però a suo modo di vedere di chi comanda?) le vicende del passato, e sempre a suo modo di vedere? di prospettare al popolo ammaestrato, di far vedere come diventerà il futuro. Esatto, troppo potere che stato dato in mano a un aggeggio? Esatto, dove non esiste il contradditorio, solo la sua campana. Con la televisione, uno dei tanti e tanti danni fatti alla psiche, è aver ucciso la fase di crescita del bambino e della bambina, che attraverso lo schermo, proiettati da subito nel mondo dei grandi, che il mondo dei grandi, esatto, fatto e soprattutto, fatto, di violenza e erotismo. (esatto, non tanto le soap, non tanto il talk show, quella situazione imbortola i grandi, ma i bambini sono attratti da scene di violenza e erotismo, adesso che con smartphone, più che erotismo, i bambini vanno diretti dentro i siti della pornografia. Cosa vuoi che gli interessi ai bambini e agli adolescenti di cultura, quando con un click entrano dentro centinaia di siti porno, altro che studiare, il tempo passa molto più piacevole a guardare i porno. Dove stessa cosa anche in passato, ma almeno ci stavano le pagine da sfogliare, una qualche attività cerebrale si doveva fare. Dopo, l’amico ti passava il suo che aveva preso di nascosto a suo papà, ma poco da vedere, solo la metà, perchè l’altra metà tutte pagine incollate, dai che l’avete capita) Ma l’assassinio della fase de l’infanzia, non è l’unico e il solo danno grave che deve subire il bambino e la bambina. Non sono quantificabili i danni, che si vedranno però in futuro? bambini trascurati, da soli in una stanza in balia della televisione. Dove la televisione a diventare da subito, fin dai primi anni di vita, la baby sitter elettronica, dove parcheggiare i pargoli e in modo di avere più tempo di stare con smartphone in mano e di cibarsi delle perle di saggezza del gruppo amicizia di moda sui social? Il bambino e la bambina, si trovano catapultati in mezzo a realtà della vita da una parte e finzione della televisione dall’altra, una confusione e non riescono più a distinguere il reale dal virtuale, a distinguere il reale da l’inventato. Dopo, più tempo si sta imbambolati con sguardo ipnotizzato da lo schermo televisivo, è lapalissiana la cosa, che più tempo rubato da dedicare a altre attività ben più adatte alla crescita di uno spirito di vita di qualità, sia dei bambini che degli adulti. Stare tanto tempo, farselo rubare dalla televisione, esatto, è tempo rubato a stare in compagnia, è tempo rubato a le amicizie, è tempo rubato al socializzare in carne ossa, il miglior socializzare da che mondo è mondo. Ecco, però c’è una situazione dove la televisione è utile e allunga la vita e fa sentir meno solo, è la fase della vecchiaia, dove i vecchi, a quella categoria di persone, la televisione è una vera e propria medicina, anzi, meglio delle medicine. Se l’aspettativa di vita si è allungata, è proprio grazie alla televisione, dove arrivati a una certa età, gli anziani con difficoltà a uscire di casa, senza televisione lascerebbero questo mondo prima del tempo. Questo che e parere personale del sottoscritto, che se si vuol bene ai vecchi, è di non proibirgli di guardare la televisione. però, ripeto, parere personale del sottoscritto, dunque parere che vale niente, meno di zero. Detto dei vecchi, per i bambini è esattamente l’opposto, o quasi esattamente. I bambini esposti al bombardamento televisivo, crescono anche con ritmi televisivi, riescono a stare concentrati solo per tempo brevissimo, esatto, come la durata tale e quale di uno spot pubblicitario, con conseguenze catastrofiche su l’apprendimento scolastico. Non c’è da meravigliarsi di quante e tante capre danno spettacolo di ignoranza culturale in televisione, nemmeno il minimo indispensabile. Questo, non era così 40’anni fa. Di quando ci stavano meno canali e le trasmissioni della televisione iniziavano a ore 17,30. Esatto, il pericolo che i futuri adulti di domani cresciuti con una percezione della realtà in modo deformato, mischiato la loro visione della vita, mischiata, una mescianzina, tra reale e inventato. In Inghilterra e in diversi paesi occidentali, ci sono state proposte, di interrompere le trasmissioni 1 ora ogni tot di trasmissione, in modo di salvaguardare i bambini e le bambine, come una specie di scudo, in modo di proteggerli da passare troppo del loro tempo solo con occhi imbambolati e ipnotizzati,  e sguardo fisso sullo schermo. Esatto, una specie di ora d’aria di quel che è diventata la televisione, vero e proprio carcere con catena legata a la televisione. Questo però, va a scontrarsi con chi la televisione è un portentoso e micidiale arma e strumento che deve venir buono per proprio tornaconto, a l’establishment, omologando il pensiero, al padrone delle televisioni per fare tante palanche, mettendo la televisione a servizio del potere e della industria del consumismo. Pasolini e Eco, due grandi pensatori, avevano opinione diametralmente opposta su la televisione. Pasolini diceva che la televisione in mano allo Stato era pericolosa per la società, mentre Eco era favorevole. Pasolini auspicava la televisione in mano ai privati, ma caro Pasolini, se ancora vivo, ti accorgeresti di come sbagliavi a pensare su questo fatto. Esatto, secondo personale parere del sottoscritto, la televisione è di natura che non potrà mai diventare libera, per forza di cose, costretta e sempre a fare l’interesse di chi comanda, televisione di Stato o televisione privata cambia niente. Mentre Eco, altrettanto, se saresti ancora vivo, ti renderesti conto di come sbagliavi pensiero su questo fatto. La televisione è una brutta bestia che brava a cambiare pelle e balle in tempo reale, brava di fagocitare in tempo reale chi gli va contro. Brava a fagocitare la materia grigia, e che tempo dopo avevi detto e ti eri scagliato contro i social e internet, esatto, caro Eco, la televisione sempre stessa famiglia è. Tu prova a candidarti e a promettere ottimo servizio sanitario però in cambio di penalizzare la televisione, tu prova poi mi sai dire quanti che ti votano. Come esattamente il contrario, tu prometti più tanti canali della televisione e vai a comandare, e anche se dopo di lamentarsi perché aspettare una visita a l’ospedale, aspettare sei mesi, con la promessa della televisione vai a comandare. Sotto gli occhi di tutti, che da iniziale aggeggio di intrattenimento, subito e in fretta, che però e sin dalla nascita, mai stata un aggeggio di far vedere la realtà. Esatto, chi comanda, hanno capito subito che più che un aggeggio, che una arma e strumento micidiale in mano a chi bravo e lo sa sfruttare, dove il punto massimo è la manipolazione politica e il vendere le merci e creare i consumatori e omologandoli a il pensiero che fa comoda a l’establishment. Allora, da qui si evince che la televisione usa e sfrutta lo stesso principio della droga. Dove a piccole dosi a piccole dosi, il consumatore televisivo diventa un drogato di programmi televisivi. Esatto, che per non andare in crisi di astinenza, dove non può più stare senza accendere la televisione per qualche giorno, esatto, altrimenti va in crisi di astinenza. (la stessa cosa è diventata la stessa situazione con lo smartphone) A l’inizio, non pensiamo affatto che la televisione ci faccia male, anzi, guardare i programmi tv ci fa star bene, pensiamo di esseri liberi di scegliere e di spegnere la televisione come e quando vogliamo, che siamo noi che comandiamo la televisione. Ma non è così, perché già arrivati al secondo stadio della dipendenza, ci si accorge che quando non è accesa la televisione, stiamo male, ci manca qualcosa. Non ci stiamo accorgendo ma siamo in dirittura d’arrivo al terzo stadio. Esatto, per paura di perdere programmi televisivi che ci piacciono, per sapere e di conoscere tutto quello che le televisioni trasmettono in settimana, si va a comperare riviste dove ci stanno tutte le trasmissioni h24 di tutte le emittenti televisive. Quando stiamo a vedere un programma, telecomando in mano a cambiare programma in continuazione, e per paura di perdere qualcosa di bello che ci sta su altro canale, dove alla fine, esatto, il risultato che non abbiamo visto nessun programma da inizio alla fine, solo spezzoni, e con tasti del telecomando consumati. In pratica, si chiama zapping, che a continuare a schiacciare tasti, alla fine son passate ore e senza aver visto niente. L’argomento, ispirato anche da un amico del Torneo Podistico, che prendo occasione e lo saluto, lui lo sa. Con questo argomento che mi affascina, continuo anche domani. Prima di finire la sbrodolata quotidiana di oggi, adesso butto li qualche frase di personaggi famosi e a riguardo de la televisione. La televisione non si sceglie, si subisce. Il cinema si sceglie, la radio si sceglie. La televisione è una grossa fatica. Io credo che la televisione vada guardata ma non accesa. —  (Alessandro Bergonzoni comico e scrittore italiano 1958 Origine: Citato in Dalle sale con Pinocchio al teatro di Varese) Io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite, riflettori e paillettes delle televisioni, alle urla scomposte di politicanti professionisti, a quelle vostre glorie vuote da coglioni. —  (Francesco Guccini cantautore italiano 1940) Il diavolo esiste: è la televisione.—  (Vittorio Gassman attore italiano 1922 – 2000. – Al sottoscritto sembra di sentire ancora mia nonna Marta) Non è successo niente in televisione, è successo tutto a voi! (traduzione del sottoscritto: alla vostra testa, al vostro modo di vedere, al vostro modo di pensare) —  Aldo Busi scrittore italiano 1948 La televisione. La televisione è la cosa più sinistra del nostro pianeta. Va’ subito a prendere la tua TV e buttala dalla finestra o vendila e compra uno stereo migliore.(tradotto del sottoscritto impara a suonare uno strumento musicale, vedi come, di colpo, la tua vita diventa più bella. Caro Kurt, a te non è andata così, visto che ti sei tolto la vita suicidandoti, forse meglio che la guardavi un po’ di più?) —  Kurt Cobain, libro Diari In America puoi apparire in televisione e prendere in giro i politici. E politici possono apparire in televisione prendere in giro te. (più chiaro di così) —  Groucho Marx comico 1890 – 1977 La televisione è come l’Aids; se la conosci non ti uccide. —  (Antonio Ricci autore televisivo e anche di Striscia La Notizia e produttore televisivo italiano 1950 Origine: Citato in Nicoletta Melone, Meglio un giorno da veline che cento da telegiornalista. A detta del sottoscritto, che forse anche Ricci da be e bella che gli viene allergia a giornaliste labbra rosse e tacchi a spillo) Tutta la televisione oggi è adulazione. (esatto, come dice il sottoscritto? esatto, vai in televisione solo se non dai fastidio a l’establishment)“ —  Claudio Amendola attore italiano 1963 La televisione è come la storia: c’è chi la fa e chi la subisce. (esatto, la storia la scrivono sempre i vincitori, già detto anche questo nelle sbrodolate del sottoscritto) —  Fabrizio De André cantautore italiano 1940 – 1999 Televisión, quanti dé, quanti nòcc sö quei pultrón | Televisión, quanti nòcc quanti dé cun quèl butón. (Tradotto: Televisione quanti giorni e quante notti seduto su quella poltrona. Televisione quante notti e quanti giorni a schiacciare i tasti del telecomando—  Davide Van De Sfroos cantautore, chitarrista e scrittore italiano 1965. esatto, i chitarristi un po’ di materia grigia gli viaggia anche) la televisione ha una sua grammatica che è lungi dall’essere stata capita […]. La televisione consente di guadagnare molto denaro. (tradotta frase dal sottoscritto: la televisione non serve a far capire, la televisione serve a ammaestrare in modo di rimanere a comandare e di e in modo di guadagnare, tanto guadagnare, guadagnare tanto potere e tante palanche) —  Vittorio Sgarbi critico d’arte, politico e opinionista italiano 1952

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