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running & ecologia

(c’è ancora tanta strada da fare per far sposare le due cose, ma sicuro che diventerà anche scelta obbligata e per forza. nel senso che questo è l’unico Pianeta della Galassia a poter ospitare la vita)

Da più parti, sui vari media che si interessano di corsa a piedi, si va a dire che, adesso i runners hanno preso più coscienza de l’aspetto che riguarda il rispetto del Pianeta Terra. (ma quando mai, non sono tanti, semmai è vero il contrario. Non stare seduto dietro la scrivania, esatto, prova girare per le strade, vedi solo che cumuli di rifiuti, e tanti di questi rifiuti sono gel energetici e borracce) Si va a dire che tanti e tanti runners vanno a scegliere proprio le gare a meno impatto ambientale (ma quando mai, non sono tanti, semmai è vero il contrario. Non stare bel comodo e aria condizionata dietro a una scrivania, i sentieri del bosco adesso sono più pieni di rifiuti e anche di gel energetici, che non è alimento di sedentari. I responsabili di alcune famose gare di maratona italiana, loro testuali parole, prendo da tal riviste, vanno a dire: al runner, gli interessa solo la sua corsa, non vede nient’altro. L’altro dice, un quartiere della città era invaso e alluvionato da l’acqua, tutto intorno macerie, volontari lì a sudare per normalizzare un poco la situazione, passano due runners, invece di fermarsi almeno a guardare, non dico di rimboccarsi le maniche e dare una mano, tirano dritto, incuranti, fregandosene di tutto e di tutti. Quel l’altro ancora: non lo vedo questo comportamento attento verso la questione de l’ecologia da parte dei runners, diciamo che i runners stradisti se ne fregano proprio, prendono al ristoro intermedio la bottiglietta da mezzo litro, dopo aver bevuto un sorso, incuranti, la gettano a terra, per loro conta solo la gara. Quel l’altro ancora dice: nel trail è un po’ diverso, si nota più attenzione verso il problema de l’ecologia, ma sono due tipologie diverse di runners, i trailrunners hanno più rispetto, finito la gara tanti vengono anche a ringraziarti, collaborano spesso con gli organizzatori per cercar di non sporcare l’ambiente, c’è ancora tanto da lavorare per portare gli stradisti ai livelli di rispetto della natura, come ce l’hanno invece i trailrunners. Non parole del sottoscritto, parole di organizzatori di blasonate gare di corsa a piedi. Però, eravamo nel 2012, adesso, anche nel trail, è entrato di tutto e di più, la tipologia non è più così omogenea, adesso la massa è entrata anche dentro nel Trail e la natura inizia a patire e soffrire. Il trail mordi e fuggi è già da qualche anno che ha preso piede). Carissimo, va be che non devi “urtare” la suscettibilità dei tuoi lettori, che comprando la rivista, con le vendite della rivista, dove tu sbrodoli seduto dietro una scrivania, quel tipo di runners, è quella che ti paga i tuoi articoli, ma da questo e non vedere la realtà e solo per una busta paga, questo fa bene al tuo portafoglio ma non a l’ambiente. Mi vai a dire che adesso c’è più sensibilità e rispetto per la natura? questa cosa non la vedo, non la vedo proprio. La vedi tu? tu che stai seduto dietro una scrivania e al fresco de l’aria condizionata. Mi domando, ma come si fa a scrivere un pezzo che parla di natura se non la vivi e non la frequenti? È possibile? O è solo una tua impressione e idea che ti sei fatto, perché hai visto il lievitare e il proliferare delle corse TRAIL, una volta, ai primi tempi, conosciute come Ecomaratone, e che erano gare ben più rispettose de l’ambiente, con tanto di numero chiuso. nella famosa Marathon Des Sables, se solo ti vedono gettare un pezzo di carta vieni squalificato, e anche made in Italy è così? Carissimo, lo sai che, adesso, correre a piedi è diventata solo che una moda, caro runner da scrivania, ma ti sei reso conto o no? Secondo te, chi sono quei runners che seguono la moda? esatto, chi segue è il gregge, che di natura del gregge, è anche di logica che poi va a correre dove è diventato di moda, dove ci sono i più tanti iscritti. Non son più i tempi dove ci stava numero chiuso di partecipanti? e quando per una gara in mezzo al bosco e era vergogna gettare un rifiuto per terra. Se una volta ci stava il max n°250 partecipanti, adesso ci sono organizzatori che si vantano delle migliaia di iscritti mordi e fuggi. Ben sapendo che i runner, come un gregge, va a correre dove vanno i più tanti, e se lo fanno i più tanti, è solo che una moda, ma una moda che fa anche guadagnare, e bene, ma agli organizzatori e non alla natura? che fa guadagnare gli organizzatori quelli col bernoccolo degli affari? Ma lo sai l’impatto ambientale che 1 solo runner provoca a l’ambiente? Lo sai o no? Ti fa comodo non saperlo? che fai, dalle pagine della tua rivista gli vai a dire di andare a correre senza questo e senza quello, esatto, che poi sono aggeggi che vendono i marchi che comprano le pagine della rivista dove tu scrivi e dove te ciàpèt ì dànee. Ma ti sei accorto rispetto a una trentina di anni fa, hai visto quante donne, e ben venga la cosa di moda, le donne portano sempre un qualcosa di bello da vedere e sono vero e proprio valore aggiunto a una corsa a piedi. Guarda solo gli ultimi 5 anni quante son diventate di numero quelle che corrono, oddio, corrono parola grossa, che joggerano, lo sai che quest’ultime, lo sai che hanno iniziato a correre non perchè attività sportiva, ma, e solo, per la moda della corsa a piedi che sta furoreggiando in questi anni. Le donne sono le prime che cambiano e vanno a seguire le mode a secondo di come tira il vento. (da rivista e articolo scritto da una donna) Hai sentito ancora uomini in gruppo a parlare di aerobica, gag, pilates e chi più ne ha più ne metta. Esatto, parlare e praticare solo perché così fa moda, perché lo fanno anche le tal starlettine tv. Ma hai sentito ancora un uomo a dire a un altro runner: caspita, come ti sta bene quel completino abbinato al colore delle scarpe, ma dove l’hai comperato? Ma hai sentito ancora un uomo a domandare a un altro runner se per caso si era portato il phone da casa? Ma hai sentito ancora due donne, due amiche, che mentre erano in fila, coda e per andare in bagno e sentendo altre due donne che parlavano della corsa e indossavano un abbigliamento molto provocante, succinto, in modo di far vedere la serie dei tatuaggi che ricopriva il corpo e facendo immaginare che abbellivano anche parti intime, le tal due amiche dire: che antipatiche, son qui solo per farsi vedere, costi quel che costi ma a quelle due lì dobbiamo arrivargli davanti. Ma ti è mai capitato che se prima a una donna gli arrivavi dietro, quella volta che poi tu eri diventato più forte e nelle ultime gare la superavi, questa, man mano ti aveva tolto il saluto. Non ti è mai capitato? Sicuro, se stai dietro una scrivania e non stai in mezzo al mondo del quale vai a riempire le pagine e senza vivere il campo gara, sicuro che la tua visione è limitata al tuo immaginario. Ma lo sai che gli organizzatori hanno più problemi con le donne che con gli uomini quando si tratta che dentro il pacco gara ci sta una t-shirt. Esatto, le donne la vogliono provare, poi, se l’amica gli va a dire che starebbe meglio con taglia in più o in meno, ecco che, trafelate corrono e cercano di farsela cambiare con altra taglia. Ma tu, carissimo, ma tu non le hai mai viste queste cose? Ma hai mai visto di qualche bella atleta che arrivata sul campo gara, subito a far vedere alle amiche il colore delle unghie che si intonava alla maglietta e alle scarpe. Mai sentito sul campo gara che, delle runners, che parlando fra loro a dire, e della loro innata seduzione, dire e molto orgogliosa, a dire e vantarsi: sai l’altro giorno m’ha telefonato … tal Top Runner e mi ha chiesto se una sera volevo uscire con lui, così, per passare un po’ di tempo assieme, a far due parole e andare a bere qualcosa, m’ha cosa s’è messo in testa quello? Secondo te, questo è lo spirito runner? O è lo spirito di farsi vedere a praticare cosa adesso molto in voga e di moda? o del farsi vedere? No, allora dimmelo tu cos’è. Non hai mai visto che quando scattano delle photo a delle donne, ci stanno subito di quelle che vogliono vedere se sono “venute” male o bene, non hai mai visto? Esatto, per il sottoscritto sono entrati nella corsa comportamenti che è solo che contorno e coreografia, nulla a che fare con la vera essenza del correre a piedi. Dovesse passare la moda, certe donne, quelle donne che prima di presentarsi al via vanno in bagno a sistemarsi il trucco, quelle, e son diventate tante, sarebbero anche le prime a smettere di correre e per dedicarsi a una nuova moda emergente. Ragazzi, ascoltate un consiglio di un vecchio corridore a piedi, fate un bel corso di economia domestica, che vi insegni a lavare a stirare e a cucinare e a rammendare, è il più bel investimento che potreste fare di questi tempi, un investimento che sicuro giova alla vostra vita futura, di quando col passar del tempo …. Questo descritto è uno spaccato di come è cambiato il correre a piedi nel corso dei decenni. Ma non è il solo cambiamento. Vogliamo vedere la nuova generazione di runners africani? Esatto, adesso quasi tutti si stanno specializzando per diventare forti in gara di maratona, ma non maratona istituzionale che regala solo medaglie e gloria, ma maratona dove ci stanno ingaggi e sponsor, maratone dove circolano le palanche. Adesso ce ne stanno tanti di runner africani di nuova generazione e che non vogliono più gareggiare in gare su pista, dove solo la gloria ma poche palanche. Tanti e tanti che non gli interessa battere il record di un diecimila in pista, e anche se nelle gambe hanno la potenziale medaglia d’oro della tal specialità. (da be e bella che la pista non affascina più, è diventata come una vecchia e decrepita donna. Man mano diventerà solo cosa per atleti di seconda schiera? Esatto, medaglie d’oro senza nessun fascino per i Top Runners. Esatto, per i più forti il fascino sono solo che le tante palanche da poter mettere in tasca, e questo, lo garantiscono solo le grandi e famose maratone alla moda) Non tutti i corridori africani vanno a sputtanare quello che hanno guadagnato correndo a piedi, e andare a sputtanarlo nei bar di Nairobi. Da be e bella che la nuova generazione di runners africani sta attenta a quel che mangia e beve, più attenta della nuova generazione di runners occidentali di sicuro. Questi sono runners di una nuova generazione, più svegli di tanti giovani occidentali cresciuti nelle comodità e che a sudare per loro è dura. (e guardando i filmati porno, sempre più donne occidentali che sono anche curiose di assaggiare il biscottone nero? e un motivo ci sarà, o no?) Due dei più esperti e forti trailrunners italiani, dopo la gara nel deserto, esatto, una delle più famose, la Marathon Des Sables, una gara a tappe di più o meno 25h di gara. A domande rispondono: per tener leggero lo zaino, e che con l’acqua arrivava a 7,2kg, ho eliminato tutto il superfluo, ho tenuto solo una maglietta, un paio di pantaloncini, un paio di calze e un buff e gli alimenti obbligatori, i gel energetici. Poi una domanda significativa dei tempi odierni e risposta altrettanto significativa. A domanda se sarebbe possibile battere e abbassare il record della gara, la risposta: sicuro che si può e è anche facile, basta fare montepremi come alle famose maratone di moda, e qui verrebbero a gareggiare anche quelli che viaggiano a 3 minuti a km, e battendoci tutti. L’altro trailrunner concorda, un maratoneta di prima fascia vincerebbe e abbasserebbe il record facilmente, ma dove lo trovi il maratoneta forte che rinuncia a ingaggio e a montepremi di famosa maratona e per rovinarsi una stagione correndo nel deserto? Questo si ritorna ancora sul vecchio concetto che solo chi ha tanta fame è in grado di fare e sopportare grandi sacrifici necessari per grandi imprese. Ritornando al rispetto de l’ambiente, il degrado ambientale, il peso che ognuno di noi ha sul nostro Pianeta Terra, a quello, ultimamente si è dato una unità di misura, è stata chiamata la misura di IMPRONTA ECOLOGICA LASCIATA DAL HOMO SAPIENS. Ovvero, sta a dire, il rapporto di tempo che l’homo sapiens consuma le risorse naturali e queste materie che sono state consumate (e quelle che invece son diventate solo che rifiuti? Ci vuole anche secoli e secoli? Esatto, forse anche millenni per degradarsi e rinnovarsi), quanto tempo gli ci vuole per rinnovarsi. Quasi tutti i paesi occidentali sono in debito col Pianeta Terra, ovvero, gli occidentali in genere, consumano tre volte e mezza di più e più in fretta di quello che il Pianeta Terra gli ci vuole per rinnovare tal consumo di risorse, esatto, il consumismo, che è l’hobby preferito e più intelligente de l’homo sapiens. Per dire, al momento attuale, vorrebbe dire che, se analizziamo la situazione in Europa, il Pianeta Terra, per non risentirne più di tanto, il Pianeta Terra dovrebbe essere più grande di tre volte e mezza di come è. Ma tra qualche decennio, magari arriveremo anche a rapporto di cinque volte più grande. Magliette, pantaloncini, scarpe, aggeggi, e quant’altro, sono materiale che spesso viene sostituito e buttato durante il corso di qualche mese. Già solo lo spostarsi in massa, concentrati in una ben delimitata zona, questo fa soffrire il Pianeta Terra. Già il solo arrivare in auto sul campo gara migliaia e migliaia di runners ha un forte impatto ambientale e su l’ecosistema. Se poi calcoliamo che sul campo gara sono migliaia e migliaia di bicchierini, di involucri, di sacchetti e quant’altro, esatto, quintali e quintali di immondizia, non è difficile immaginare il degrado. Esatto, non è solo la bella bionda (NYCM) a generare immondizia. Però, già qualcosa si sta muovendo, già a qualche gara (per adesso solo che a qualche gara trail) non vengono fornite bottiglie e bicchierini. Esatto, te lo porti da casa e te lo riporti a casa, l’occorrente per bere. Già qualcuna sono le gare con distributori di acqua e che tu vai li col tuo bicchiere e che il tuo sporco te lo riporti a casa tua. Sicuro, non è che sono le gare quelle di moda, quelle che, chi se ne frega de l’ambiente e della ecologia, l’importante è il cassetto iscrizioni a gara. Questa che si va pian piano facendo strada è una vera e propria rivoluzione culturale, dove ogni runner si deve far carico delle proprie responsabilità (e speriamo che diventi cosa così anche per quanto riguarda gli infortuni in gara, esatto, la responsabilità del runner e non de l’organizzatore, che non deve essere obbligato a stare anche nella testa de l’atleta) Ma purtroppo, se la salvaguardia de l’ambiente e il contrastare la situazione di cambiamento climatico e con un occhio a l’economia circolare e al riciclo non diventerà una vera e propria moda, sono scettico, e la vedo molto dura che, gli homo sapiens, faranno passo indietro e terranno buono solo che l’essenziale rinunciando alle loro comodità e al superfluo, e tal presidente per primo. Esatto, far viaggiare la materia grigia e non solo le gambe, e anche se son belle gambe di belle donne con lo smalto delle unghie delle dita e che si intona alla divisa da running. Alla prossima. (mauro)

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