Cari runners, pratichiamo lo sport più antico e anche il più salutare, ma per che motivo? esatto, non c’è n’è uno solo di motivi. I motivi di partecipare a una corsa a piedi sono tanti e tutti più che validi. Dallo stare in salute alla beneficenza, dal divertimento alla competizione. Detto questo, ma ha un senso se si incentiva i majors organizzatori a far diventare una corsa podistica anche un motivo di andare a creare quintali di rifiuti? lo domando a voi runners, quelli che siete attratti dai volantini patinati, dalla pubblicità sulle riviste e sui giornali, che siete attratti dalle cosettine che ci stanno nei pacchi gara. Ebbene, la corsa è nata sport da poveri, ma da quando i ricchi hanno scoperto che è sport che fa bene alla loro salute, anche i ricchi corrono. (ispirata dal grande Lino Toffolo… i fagioli con le cotiche erano cibo da poveri, poi, una volta un ricco ha voluto assaggiare quel mangiare da poveri e, gli è piaciuto così tanto che, il piatto di fagioli e cotiche che costava 1000£ adesso costa 5000£. Esatto, il piatto di fagioli e cotiche, di colpo, è diventato un piatto solo per i ricchi. Quando un povero vende un quadro a un ricco, il quadro smette di essere solo un quadro, e di colpo, per diventare un opera artistica di grande valore. Come far diventare un quadro da 100mila lire, cambiando proprietario, farlo diventare quadro da 100milioni di lire. Esatto, potere della magia di essere ricchi) Detto questo, questo è quello che è stesso e identico che è capitato anche nel settore corse podistiche, esatto, una cosa che ha a che fare con le palanche, e specie con le palanche che rimangono nelle tasche degli organizzatori, esatto, che su domanda di autorizzazione, sottolineano e ben in evidenza: manifestazione sportiva popolare non a scopo di lucro. Ma chi si vuol prendere in giro? chi rilascia l’autorizzazione o gli ammaestrati partecipanti? esatto, da semplice e povera pratica sportiva del correre a piedi, è diventato: RUN e con abbinato altre parole in modo di gabolare meglio. Ma che senso hanno i pacchi gara? che cosa hanno a che fare col running? questa è solo mentalità del consumismo, mentalità di palancai. Esatto sfruttare di tutto e di più e tutto in ottica di far palanche e chi se ne frega se in cambio di palanche regalo quello che di li a poco diventa solo che immondizia. I pesciolini quelli più tanti, pardon i partecipanti quelli che amano la futura immondizia del pacco gara sono più tanti e li faccio abboccare col pacco gara dell’immondizia. Si può fare una gara di venti kilometri e senza pacco gara? e cosa cambia, per il runner cambia niente, anzi. Mentre cambia e si per gli scaltri organizzatori, cambia che poi non ci guadagnano, esatto e se non ci guadagnano non organizzano più, figuratevi se ci rimettono di tasca loro. Caro runner, che te ne fai di migliaia di palloncini lasciati volare in cielo, esatto, immondizia che vola. Che te ne fai di manifesti appiccicati ai muri? Che te ne fai di volantini patinati sotto il tergicristallo? Che te ne fai di t-shirt e cappellini colorati, e che tra 1 anno diventano immondizia. Che per produrre queste t-shirt, che per risparmiare e in modo da trarne maggior profitto, non si va tanto per il sottile, si usa “veleno chimico” e che una volta smaltito, questo veleno, ce lo ritroviamo nelle falde acquifere? esatto, anche nelle falde acquifere. Che ce ne facciamo delle bottigliette colorate, dei bicchierini monouso, dei pettorali gara dei gadget in buste e bustine di plastica, di flaconcini di plastica e chi più ne ha più ne metta. Pratichiamo lo sport più ecologico che ci sta, e andiamo a vanificare il tutto col finito la gara, esatto, di lasciare il campo gara come una discarica a ciel aperto. Ma adesso chiedo a tutti i runner, ma ha un senso questo? Correre a piedi ma cosa ha a che fare con tutto questo commercio di materiale? che esaurito, e dopo pochissimo tempo, il suo servizio diventano tonnellate di immondizia. Ma caro runner, ma ha un senso questo? L’ispirazione della sbrodolata me la da una moda, la più bella moda che ci possa stare, e speriamo prenda piede anche nella tanto e decantata e civile Italia. (che strano che quelle cose che riguardano l’essere avanti, esatto, nel avere occhio attento al bene comune e alla collettività, di queste mode poche arrivano da l’Italia, dico poche, ma scusatemi se di queste mode per il bene comune collettivo, al momento, non me ne viene in mente nessuna di italiana, ma sono ignorante e non solo in questo campo, perciò se ce ne stanno mi scuso con chi le ha inventate) Sono forse gli aggeggi che diventano dopo poco tempo immondizia quelli che stimolano molto di più la creatività degli italiani? che di aggeggi inventati dal popolo italiano ce ne stanno a miriadi. Che forse l’argomento “ambientalista” non è quello in grado di stimolare le ingegnose menti italiane? è sotto gli occhi di tutti ma si fa finta di non vedere? Che forse i runners sono obbligati a girare in lungo e in largo le città e i boschi e solo per sporcare? no, carissimi, noi runners non siamo obbligati, la scelta spetta a noi. Adesso, che bello, se per l’ambiente, per la collettività, per il bene comune, se tutti iniziassimo a fare una cosa, esatto, iscriverci solo a gare che rispettano l’ambiente e a basso impatto di immondizia collegato alla gara. Dicevo, della nuova moda, è stato inventato un nuovo e ecologico sport, più che uno sport, un nuovo modo di tener da conto la salute, sia personale che del Pianeta Terra, esatto, che oltre a far bene alla salute propria, fa bene anche tanto bene alla comunità e al Pianeta Terra. Esatto, popoli che non hanno illustri antenati come il popolo italiano, hanno inventato il PLOGGING. Adesso prima di imbarcarmi in sbrodolata sul Plogging, pubblico delle immagini di rifiuti a causa di corse podistiche, esatto, quelle che avete visto prima. Domani pubblico delle immagini di questa nuova moda. Intanto è sotto gli occhi di tutti che il Plogging è anche attività motoria che fa bruciare ancora più calorie rispetto al semplice jogging. Questo della immondizia che va a coprire il pianeta Terra è argomento che mi affascina, non lo posso abbandonare in quattro e quattr’otto, non posso chiuderlo via nel cassetto troppo in fretta. (mauro)