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NON CONFONDIAMO, CI STANNO MASCHERINE E MASCHERINE

(NON CONFONDIAMO LE MASCHERINE CHE NASCONDONO IL VOLTO E LIBERANO LA VOGLIA DI VIVERE CON LE MASCHERINE CHE NASCONDONO L’ANGOSCIA E LA PAURA)

Ahi, Ahi, Ahi, ci stanno “bookmakers mediatici” che quotano fine pandemia non prima del 2022, e la “scommessa la pagano a poco”, nel senso che, visto chi già l’aveva beccato in primavera, e qualcuno c’è dentro anche a questa ondata, per certi versi, più brutta della prima, meno che in China? esatto, per taluni bookmakers, difficile che la cosa si risolva e bene in solo qualche decennio. Esatto, qualcuno si è fatto idea che questa cosa diventerà cosa ciclica e stagionale, tale e quale alla ciclicità e alla stagionalità de l’influenza. Se questa dovesse rivelarsi non una bufala, ma la realtà? Logico che il modello di vita sociale cambierebbe di colpo e radicalmente, esatto, e anche e inevitabilmente, di colpo, cambierebbero le corse a piedi e anche quelle del Torneo Podistico, e anche se quelle del Torneo Podistico ne risentirebbero di meno. Esatto, non è mai stata una massiccia presenza alle nostre gare del Torneo, e anche con un eventuale numero partecipanti contingentato, questo, non creerebbe nessun problema, nessuno noterebbe la differenza, tra il vecchio modo e il nuovo modo, esatto, ne più e ne meno di prima, con i soliti n°70 partecipanti. A proposito di vecchio modo. A Viareggio, rinomata cittadina della Versilia e nota a tutti per la sua spiaggia frequentata anche dai Vip e per la ex Capannina e soprattutto, per il suo famosissimo Carnevale, ebbene, diverse anche le corse a piedi che si organizzano e si organizzavano e proprio in città e dintorni. Che poi la Toscana è anche tutta la regione che ha una grande tradizione in fatto di corsa a piedi, questo è noto a tutti. Una delle corse a piedi che ci stava (spero che questa corsa a piedi la organizzino ancora, ma visto il permalosismo e il non più stare al gioco, a saper giocare, ho i miei dubbi) nata intorno a metà degli anni ’70, dove quando non ci stava ancora il distanziamento. Di quando la pubblicità ancora non reclamizzava i divani, le cucine si, ma i divani non ancora, esatto, l’home entertainment doveva ancora da divenire e i canali televisivi erano ancora e solo quelli di mamma Rai e la socialità era data dal contatto fisico tra le persone, bei tempi. Ebbene, quel giorno di quella gara, che poi, la gara era cosa, tra virgolette, cosa più seria delle gare di adesso, la gara, ai tempi, era vero sport, e era solo per tesserati Fidal e non ci stavano le categorie, ma ci stavano le serie che erano determinate dalla caratura e non da l’età. Esatto, non come che è adesso che tutti dentro, tutti runners differenziati non dalla caratura ma da l’età (più ce n’è, W il Re. Il cassetto del tavolo iscrizioni ringrazia. Più tante categorie più tante sportine, più tante sportine più tante iscrizioni, più tante iscrizioni più tante palanche, più tante palanche più tanto contenta l’organizzazione. E vissero tutti felici e contenti). E pensa te, non ci stavano le categorie ma le persone, i partecipanti, si divertivano anche di più. Ci stava la gara che era e potevano solo partecipare i tesserati Fidal, i competitivi e, minimo, ai tempi, un tesserato Fidal, il più scarso viaggiava a 4minuti akm. Non come adesso, che per le palanche ti fanno la tessera Fidal anche a chi viaggia alla stessa velocità che spinge il carrello della spesa al supermercato (la frase non è del sottoscritto, il copyright è di Francesco Panetta, ma che vuoi che ne sappiano i tapascioni per moda chi è Francesco Panetta. A loro, non glie ne può fregar di meno, a loro basta solo figurare nella classifica dell bella bionda newyorkese in gambe larghe, chi se ne frega di chi è Francesco Panetta) e non era come adesso la gara competitiva non ci stava a tutte le domeniche. Poi, in quel periodo primordiale della corsa a piedi, è solo di qualche anno prima che erano nate le famose marce non competitive, nessuno aveva da dire e nessuno si offendeva a chiamare quel tipo di corse aperte a tutti e anche ai bambini e alle famiglie, nessuno si offendeva se si chiamavano marce. (e non nel senso di una grande mela andata a male) Esatto, da una parte la competizione, lo spettacolo per il pubblico (e ai tempi c’era si la gente ai bordi della strada a applaudire e a incitare chi correva a piedi, ai tempi la gente scendeva per strada, si incontrava e si divertiva, non c’era ancora la televisione a tutte le ore a minare la socialità) da l’altra parte il divertimento e la socialità. Ebbene, visto la tradizione carnevalesca della città di Viareggio, volevi che non si faceva una non competitiva (una marcia) con protagonista una mascherina? Esatto, non poteva mancare una non competitiva in mascherina (ci stanno anche adesso travestiti con costumi e in maschera, però, adesso non più alle corse paesane, dove è cosa locale. Adesso quelli in maschera preferiscono le grandi maratone, quelle modaiole, esatto, si è mischiato il tutto, una mescianzina dove adesso si è diventati solo che un numero e che per farsi notare, esatto, che meglio di travestirsi da babbo natale, da hulk, da cappuccetto rosso, da vichingo e chi più ne ha più ne metta. Esatto per farsi notare in mezzo al pellegrinaggio di massa bisogna inventarsi di diventare un po’ eccentrici e travestirsi, sicuro che le telecamere ti inquadrano, e tu puoi vantarti con gli amici. Ma è corsa a piedi anche questa?) Ma la cosa che mi piace di questa iniziativa che ci stava a Viareggio, sicuro che era mattina di pieno divertimento e che adesso non so se sarebbe cosa fattibile, adesso più nessuno, o solo pochi quelli che sanno ancora divertirsi, che non sono permalosi. Nel senso che, la bella cosa era oltre a la corsa con la mascherina (che adesso tutti con la mascherina, ma non è il divertimento di nascondere la faccia e di liberare il sentimento e l’emozione e la gioia. La mascherina che siamo costretti a portare adesso, nasconde l’angoscia che si è impossessata delle persone, ben altra cosa) Dicevo, al momento de l’iscrizione ti davano la tua mascherina e ti consegnavano un tagliando. Ma badate bene, il tagliando non era per il ritiro oggetto ricordo, ma il tagliando dava la possibilità e il diritto di palpeggiare una bella mascherina, o meglio, ti dava il diritto di palpare o palpeggiare, fate voi, il diritto di dare una palpata alle chiappe o alle tette di una delle donne che avevano partecipato alla gara. Ma adesso, sarebbe possibile, e senza che le donne se la prendessero come una offesa? Offesa per non dir altro, e non fatemi aggiungere altro, qualcosa ne so, anche se poco qualcosa ne so. Alla fine, al momento di premiare i gruppi più numerosi si premiava anche la donna o la ragazza che aveva in mano più tanti tagliandi, quella che era stata palpeggiata più tante volte. Ebbene, contando i tagliandi, la donna o la ragazza che era stata palpeggiata più tante volte vinceva un bellissimo premio e preziosa targa ricordo. La ragazza o la donna più palpeggiata diventava per 1 anno (e fino alla successiva edizione del anno dopo) MISS PALPATA.  No, adesso ai nostri tempi è cosa che non sarebbe possibile perché cosa non capita, inconcepibile (ma il sottoscritto introdurrebbe anche Mister Palpato, esatto, che le donne e gli uomini, perchè dipende dai gusti, con diritto di palpare il cuco a chi vogliono, donne o uomini fa lo stesso. Vincerebbe il premio Miss Palpata & Mister Palpato la donna e l’uomo con più tagliandi). Esatto, gli alieni attratti e ipnotizzati dagli schermi, piccoli o grandi che siano, non sono mai stati capaci di giocare. Esatto, adesso, gli alieni digitali, non preferiscono più di palpare o farsi palpare, adesso vanno di moda i pornovideo sullo smartphone e per poi palparsi da soli e da sole, esatto, tutto un by-self. W il progresso. Ispirata dal grande principe della risata, esatto il grande Totò, il quale, diceva: bella cosa il progresso, ci ha portato tante belle cose inutili e proprio al momento che non ne abbiamo bisogno. Che secondo il sottoscritto non poteva sapere di Coronavirus, per il sottoscritto intendeva altro, mettete voi le parole che intendeva. Un saluto anche a chi la corsa per loro è tutto ma fuori che un gioco, un divertimento, esatto, un saluto anche a quelli della sportina di categoria. Alla prossima -continua- (mauro)

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