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marco olmo, il papà di tutti gli ultratrailmanrunner

Se c’è stato un n°1 (prova tu a partire almeno una volta col n°1 rosso se sei capace, perché questo vuol dire di aver già vinto l’anno prima la UTMB, e se sei un ultratrailmanrunner sai che cosa vuol dire partire con numero 1 rosso) se c’è stato un re delle ultratrail, questo è, e sicuramente un italiano, esatto, Marco Olmo. La corsa ultratrail più famosa al mondo, al momento, è ancora la Western States 100, però la più bella e affascinante e che fa anche i sentieri di tre nazioni (Italia / Francia / Svizzera) esatto, che la più bella delle ultratrail è la Ultra Trail du Mont Blanc. Un anno, arrivano in Europa e per partecipare a tal ultratrail due tra i più forti ultratrailmanrunner d’America, sono il plurivincitore della Western States, Scott Jurek, esatto, l’idolo di Krupicka, e il neo eletto ultratrailmanrunner di quel anno, esatto, l’americano Karl Meltzer. Accolti come delle vere star, essi dispensavano consigli a tutti e anche a Marco Olmo. Peccato che, Marco Olmo ha vinto e ancora una volta la UTMB e i due americani (che erano tra gli ultratrailmanrunner più forti al mondo, non delle pippe) esatto, ritirati. La gara di MARATONA, è ancor oggi, nel l’immaginario collettivo, la gara regina del running, esatto, ancora il punto di arrivo di tanti e tanti runners che seguono la moda. Poi, una trentina di anni fa la storia delle corse a piedi, esatto, ha scoperto l’adventure, a l’inizio solo in pochi, che si sentivano dare dei matti. Poi, qualcuno ha provato a imitarli, anche loro a provare a correre una maratona in mezzo ai boschi, gli è piaciuto molto, molto più di una maratona su asfalto (una volta cotiche e fagioli erano un piatto per poveri, poi, un giorno, un bel giorno, un ricco ha provato a assaggiare quello che mangiavano i poveri, e, guarda te, quel piatto gli è piaciuto molto, ecco che da quel momento, il suo costo è aumentato di dieci volte e adesso cotiche e fagioli è diventato un piatto da ricchi. E i poveri? Esatto, vanno ai fast food copiati dagli americani) Le ultratrail, da pochi temerari, il movimento, dopo solo una trentina di anni, è lievitato di mille volte e più. Poi, una gara su tutte, la Western States 100 (160km in mezzo al bosco di montagna) riuscire a fare il giro in 24 ore, in un giorno, era diventato il paragone tra un trailrunner di valore e una mezzasega. Esatto, non più i maratoneti a essere presi a paragone, essere di atleti coi ..oglioni, ma il loro posto, adesso, è stato preso dai ultratrailmanrunner. Esatto, la gara di maratona tutti, o quasi tutti, sono in grado o possono pensare di arrivare alla fine dei 42km, perché magari un po’ correndo un po’ camminare a terminare la gara in 5/6 ore ce la si fa. Però, c’è un però, una ultratrail, no, se non hai i ..oglioni, non la porti a termine, e nemmeno a camminare. (provate domandare alla Giuli de l’esperienza del giro di Monte Conche) Esatto, la differenza nelle gare ultratrail è la capacità di essere in grado di camminare a ritmo sostenuto. Calcola che in salita, a quote che arrivano anche a 3000mt di altitudine, sicuro che trovi anche la neve, su quei sentieri in ascesa a scollinare le cime, anche i più forti son costretti a camminare. (Luca, uno dei più forti atleti che hanno vinto qualche gara del Torneo Podistico, la differenza la fa lì, nel camminare in forte salita a buon passo e più velocemente di chi arriva secondo. Esatto, camminare a buon passo in salite difficili è il vero segreto del forte ultratrailmanrunner. Non si nasce ultratrailmanrunner in qualche anno, è come sei stato cresciuto, è l’esperienza passata che ti aiuta, devi avere nelle gambe anni e anni e anni di correre a piedi. Avere talmente tanta confidenza con la corsa a piedi da correre ore e ore e ore e senza farti problemi di sorta, esatto, l’organismo deve essere abituato a fare anche questo. Partire per fare allenamento a la domenica mattina alle ore 6 e con lampada frontale e ritornare a casa per pranzo a ore 12. Questa cosa deve diventare una normalità almeno una volta al mese. Logico che prima si deve iniziare con 2h, poi con 3h e così via, esatto, la gradualità. I giorni che vai a lavorare, quei giorni, 1h e mezza di corsa sono più che sufficienti. Se la gara di maratona puoi pensare di improvvisare, in una gara dove devi stare sulle tue gambe una ventina di ore, lì non puoi assolutamente improvvisare. E se ti capita una vescica al piede e devi fare ancora 80km, come è che la metti? Tornare indietro sono gli stessi km come andare avanti, esatto, se ti capita cosa così a metà strada? Hai preso dai nostri antenati o hai preso dai fighetti delle comodità? Se hai preso da uno piuttosto che da l’altro, esatto, sarà cosa che farà la differenza tra il farcela o il non farcela. Esatto, convivere col dolore a volte ti salva anche la vita, ti fa arrivare a casa non sano, ma salvo, quello sicuro. Ispirata da quel grande ultratrailmanrunner messicano, che di nome fa: Juan Herrera che già nel 1994 aveva vinto la ultratrail Leadville100 e con l’eccezionale tempo finale di 17h e mezza. Il quale, Juan Herrera, insegnava che, l’ultratrailmanrunner sta nella testa e poco nelle gambe. Nel senso che, è la psiche che deve vincere sul dolore, perché come il godere, anche il dolore nasce dal cervello) Cosa di bello ti dà a preparare una gara ultratrail? A questa domanda, un partecipante alla Western States 100 un normale ultratrailmanrunner, non un campione, uno di quelli come noi, che dopo aver terminato la Western States 100 dieci minuti prima dello scoccare le 24h di gara, risponde: preparami per questa gara, mi ha reso più efficiente anche sul lavoro, ha migliorato il mio carattere, che sono diventato più comprensivo di come lo ero prima, gli inconvenienti e i piccoli intoppi e i piccoli problemi quotidiani, adesso li vedo sotto un’altra luce, cose tutte risolvibili con un po’ di impegno e volontà. Anche lo svegliarmi di notte per il pianto della mia bambina che era da poco nata, era una cosa che non mi dava fastidio. Correre a lungo, tanti sbagliano, non è che ti allena le gambe e l’organismo, è il più bel allenamento del quale si può giovare la mente. (sono pienamente d’accordo, anche perchè il correre tante ore, così come la lettura dei libri, fa bene ai neuroni cerebrali, e i quali si moltiplicano e che rimangono giovani e attivi molto più di quelli che ci stanno nelle mente dei sedentari) Però, alla domanda principale, esatto, perché massacrarsi in una gara ultratrail? La risposta è la più semplice di tutte, esatto, perché dopo la ultratrail, a l’arrivo, si sta meravigliosamente bene, una cosa indescrivibile (il mio coscritto mi racconta, sai mauro, quando sono arrivato a vedere il traguardo della Maratona di Firenze, sai che gioia mi ha invaso il corpo e la mente, mi è entrata una carica, che dopo l’arrivo facevo di quei salti di gioia che non ti dico, tanto che, sono tornato indietro ancora dei km e per accompagnare la Franca a l’arrivo e accompagnandola facendo salti di gioia. Per la cronaca aveva chiuso in poco meno di 3h30’, ma niente quello, è che era preoccupato, perché, oramai aveva pagato l’iscrizione, e ha partecipato con un lieve infortunio, e pensava di non concludere la gara e costretto al ritiro a causa di quel infortunio. Quel che vuol dire la testa. Per dire, Maurizio, ha fatto di più di 500km con le vesciche ai piedi, di quando aveva fatto il Cammino di Santiago) Esatto, più la gara è dura e difficile, se riesci a finirla, più è tanta la contentezza di aver compiuto l’impresa. Ritornando a Marco Olmo, il papà di tutti gli ultratrailmanrunner di adesso, la cosa che accomuna tutti questi ultratrailmanrunner è l’essere delle persone più che normali, degli antidivi per eccellenza, (esatto, cosa ben diversa dal tal fulmine a atteggiarsi e mimare lo scoccare della freccia, con il solo privilegio e la fortuna che la massa ben poco conosce di quel che vuol dire fare sport e allenamento e sacrificio. Ma come si può definire atleta de l’anno uno che non suda, che è capace di tenere botta solo per qualche decina di secondi, che già 1 minuto, per tal ex deludente fenomeno. Deludente sul piano comportamentale, non dal lato sportivo, che nel suo genere è stato il più forte. Poi, Victor Conte, sulla sua atleticità ha anche un suo particolare parere e una sua idea) Badate bene che Marco Olmo, è stato l’ultratrailmanrunner che più di tutti ha destato l’ammirazione tra gli appassionati di questa faticosa disciplina, (che tu sia forte o meno forte, per tutti tagliare il traguardo vuol dire aver convissuto con la fatica e il dolore. Ispirata dalla mitica rock band Blood Sweat & Tears Sangue Sudore & Lacrime) e anche per l’età. Esatto, le sue più grandi imprese non a venti o a trent’anni, ma a 50’anni passati e fino a quasi 70’anni, esatto, e anche che era già da un po’ in pensione. Esatto, l’atleta sta più nella testa, che nei muscoli. (alcune delle sue imprese:  a 69 anni vince la Ultra Africa Race in Monzambico / a 68 anni vince la Ultra Bolivia Race / a 64 anni vince la Carrera de Baia in Mexico / a 62 anni vince la Runiceland in Islanda / a 60 anni vince la Transgrancanaria in Spagna e la Oman Raid in Oman / a 59 anni vince Grand Trail Valdigne in Italia, Ultra Trail du Mont Blanc, esatto la famosissima UTMB, gara con tanto di marchio registrato, esatto con tanto di copyright, Via Marenca in Italia, Le Porte Di Pietra in Italia, la Chaberton Marathon tra Francia e Italia, / a 58 anni vince la UMTB e la Gran Raid du Cro-Magnon Italia e Francia / a 57 anni vince la Gran Raid du Cro-Magnon / a 56 anni vince la Gran Raid du Cro-Magnon / a 55 anni vince la Gran Raid du Cro-Magnon, che ricordo gara di 104km e con dislivello positivo di 5500mt. / la Desert Cup in Giordania / a 54 anni vince, si ripete Gran Raid du Cromagnon e Desert Cup / a 53 anni ancora Gran raid du Cro-Magnon e Desert Cup / a 52 anni vince la Desert Marathon in Libia e la Desert Cup in Giordania / a 51 anni vince la Desert Marathon in Libia e la Verdon Trail in Francia / a 50 anni vince la Desert Marathon in Libia, esatto, più giovane di età, correva meno forte, vecchietti tutti, abbiamo ancora buone speranze) A domanda risponde, non ho un allenatore, non seguo tabelle, non faccio le ripetute, corro e basta, pensa che un anno su trecentosessantacinque giorni ho corso per ben trecentosessanta giorni. Correre e solo correre, tante ore il sabato o la domenica ma solo ogni due settimane e per il resto 1h e mezza gli altri giorni. Preferisco correre al mattino, almeno mi levo il pensiero, alle ore 6 esco e sto fuori 1h e mezza, non di più. Non faccio stretching, sono uno spirito libero, corro a piedi perché mi piace correre, correre mi fa star bene. Poi, chi fa l’intervista gli domanda: sei considerato il prototipo dei runners che se ne fregano del look e di tutte le novità tecnologiche e non usi nemmeno i bastoncini, però del tuo zainetto che ti sei fatto da solo non ti separi mai, raccontaci un po’, cosa ha di speciale questo zainetto? Marco Olmo risponde: lo zainetto non ha niente di speciale, ci sono affezionato perché me lo son fatto da solo, adattando un vecchio zainetto, eliminando il superfluo e gli ho fatto qualche modifica, in particolare ho inserito negli spallacci due porta borracce, cosa che poi i grandi marchi mi hanno copiato. Poi gli domanda: come mai non usi i bastoncini per avere una trazione 4X4?, risponde: hai detto giusto, 4X4, ovvero il motore in questo assetto consuma di più, le energie si esauriscono prima, per questo motivo preferisco correre al naturale, per risparmiare energie, già si consuma tanto senza bastoncini, aggiungere altra fatica e peso mi sembra un controsenso. Marco Olmo dice: la partenza non è il mio forte (caro Marco, è il tuo conoscere di corsa a piedi, a differenza di quelli che si credono dei grandi perché a metà gara ti hanno dato già 1h di distacco, ma che poi a l’arrivo beccano 50 minuti da te, quelli che riescono a finirla la gara, perché tanti spavaldi della partenza spesso e volentieri si ritirano. Qualcosa ne so, anche se poco, qualcosa ne so, gare di decine e decine di ore non è una gara di 10km. Partendo piano mi ha fatto fare primo posto di categoria a una sei ore, mentre il favorito dopo tre ore s’è fermato ai box. Poi, cosa andavano dicendo i due americani? Esatto, che una gara come la UTMB si poteva tranquillamente chiudere con una media di 10kmh, mentre tu dicevi, già a tenere i 7kmh sei uno forte, come è andata, esatto, tu a partire a piano a vincere e loro a partire a razzo a ritirarsi) non so se sono io che sono lento o sono gli altri a partire troppo forte. Dice: voi mi conoscete solo da poco, ma non sono mai stato forte, da giovane ero poco più di un runner alla fantozzi, poco più di una pippa, non ero mai stato un runner da premiazione, e un po’ fatico a abituarmi a questa mia nuova dimensione di atleta vincente. Purtroppo questo è un tipo di sport snobbato, passato il giorno più nessuno si ricorda di te e di quello che hai fatto. Non ci stanno le istituzioni a ricordarsi di te, esatto, non ci stanno giaccalustra a dire e nemmeno un Grazie. Esatto, questo è uno sport povero e per poveri? Esatto, dove non ci stanno le tribune d’onore riservate ai giaccalustra, li difficile che ci sta l’interessamento dei media (che non è il calcio, l’automobilsmo o il moto gp. Dove ci stanno tanti e tanti, milioni di sedentari incollati al divano e a guardare alla tv). Che vuoi, che un giaccalustra salga in malga a premiare in mezzo alle torte delle mucche? Ma quando mai. A una domanda sul doping dice: non credo che i miei colleghi ne facciano uso, nessuno di noi ultratrailmanrunner ne gioverebbe, queste gare le fai solo perché ti piace di correre, non certo per la vittoria (quasi tutti i campioni ti diranno questo. Esatto, se non ti piace correre e che vai a correre solo per la sportina, nelle gare ultra, parti sconfitto in partenza. Correre tante e tante ore, per forza di cose deve piacerti di correre a piedi, e il piacere di correre a piedi non c’entra niente con la vittoria, nelle gare ultratrail la sportina di categoria non ha nessun potere) Alla prossima (mauro)

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