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ma perchè ridare un po’ della dignità persa…

anche questo è maratona? sporco e camminare? sai che non lo sapevo

quella che ha perso la corsa a piedi, non è molto meglio tenersi l’aumentato giro di affari? sai come ne giova anche l’indotto? sai quante palanche girano in più nella tasca di tutti, (logico meno chi partecipa) se chiamiamo runners anche i tapascioni e i camminatori?

La corsa a piedi non nasce come sport, l’ispirazione arriva da un bel lavoro di ricerca di Arturo Balestrieri e che ci sta sul bel libro da lui scritto e sotto egida e patrocinato Fidal. Vedi il sito Fidal. La corsa a piedi nasce come fenomeno da baraccone itinerante, nasce come una sfida e una scommessa. (non una scampagnata, un camminare con o senza bastoncini, non le sportine di categoria. La corsa competitiva ha ben altre origini, origini dove qualcosa in più bisognava anche avere. E di avere non parlo di palanche, che chi ha palanche e che non sa cosa vuol dire correre a piedi, li trovi in classifica come tal personaggi pubblici tv e radio li trovi tutti in classifica della modaiola NYCM. La corsettina, il tapasciare, il jogging le non competitive sono nate in America verso fine anni’60 e a l’inizio erano altra cosa rispetto alle gare competitive. Vi ricordo, per dire in che considerazione era tenuta la corsa a piedi, che alle donne era vietato partecipare alla gara di Maratona. Per favore, non passiamo da uno stupido estremo a un’altro stupido estremo, e solo perchè si fa fatturato? Per favore non stiamo a dimenticare cosa che vuol dire correre a piedi, non rubiamo la dignità alla corsa a piedi competitiva) Venghino gente, venghino a vedere l’uomo lampo (non tal gasato campione, ovvio, parere personale. Che poi, agli inizi a essere praticata era la corsa di lunga distanza quella che richiamava più pubblico, agli inizi le gare erano disputate intorno a distanza di 30km e più) chi di voi avrà il coraggio di sfidare l’uomo che corre forte come un cavallo. (che poi l’uomo cavallo è appellativo che s’è meritato sui campi gara Zatopek) Se c’è qualcuno che accetterà la sfida e lo batterà, si intascherà questo bel gruzzolo di palanche, tintinnio delle tante palanche del sacchetto vuotato sul tavolo e davanti a tutti gli spettatori. Spesso cifra che, un contadino, nemmeno in 1 anno di lavoro. Tra i primi che hanno sfruttato la maniera di fare palanche con la corsa a piedi, portando in giro per paesi e città questo tipo di sfida spettacolo e che alla gente piaceva molto, sono stati un paio di “pedestrian” tedeschi, intorno alla metà del 1800. Anche se le prime sfide di corsa a piedi riportano a l’Inghilterra, dove però si facevano sfide, non nel senso di lavoro, non come pratica di correre per intascare le palanche, ma per passatempo. Già un paio di secoli prima, questi portati a correre a piedi e per lunghe distanze, avevano lavoro assicurato e ben pagato, esatto, quelli che noi conosciamo come lacchè, quelli che correvano davanti alle carrozze dei signori, esatto, Re e Regine, Principi e Principesse, Conti, Baroni e tal compagnia bella. Belle carrozze, finemente ornate e trainate da una o più pariglie di cavalli, esatto, dove davanti, a segnalare buche e quant’altro, e per non rovinare tal belle carrozze dei signori, davanti, ci stavano a correre i lacchè, e ben pagati. Esatto, ben pagati per segnalare le buche. In altre nazioni quelli che correvano davanti alle carrozze finemente ornate e decorate, quelle dei signori, li chiamavano con altri nomi. Se i primi a sfruttare la corsa a piedi come fenomeno di baraccone e per mettere in tasca palanche sono stati dei tedeschi, dove era più in uso questa pratica era la Francia, dove tanti erano chi si guadagnava la pagnotta correndo a piedi nelle sagre e feste di paese e interpretando i fenomeni da baraccone, con tanto di figuranti e comparse. In Italia ce ne sono stati un paio che son diventati famosi (magari più avanti pubblico anche i nomi, se capita ancora occasione, adesso sto sbrodolando a memoria, non ho voglia di andare a rileggere tal libro) Ecco, detto che agli inizi la corsa a piedi non era ancora considerato uno sport, (sui giornali di questa pratica si parlava nella pagina di cronaca e non nella pagina sportiva) ma era considerata una pratica e intrattenimento da fiera paesana, solo verso la fine del 1800 e inizi 1900, si è intuito che, correre a piedi poteva venir buono anche a l’esercito, esatto, in caso di guerra. Adesso non vi sto a fare un trattato di strategia di guerra, ma a l’epoca, logico che chi aveva esercito più resistente e atletico, era avere un po’ di vantaggio in più. Ecco che a quel tempo, e senza successo, uno di questi corridori a piedi da fenomeno di baraccone, (non un keniano. Che siamo stati noi dei fenomeni da baraccone prima di loro. Loro non hanno nessuna colpa se a fare questo lavoro sono più bravi. Il demerito è tutto dei paesi industrializzati occidentali, dediti alla comodità del consumismo) si era anche proposto come istruttore di corsa a piedi alle dipendenze de l’esercito italiano, ma senza successo, non fu ascoltato. Son dovuti passare ancora qualche decina di anni, prima che anche l’esercito italiano capisse la reale importanza di arruolare soldati atletici e resistenti, e non solo giovani di età e nel pieno delle forze. Queste imprese pedestri, ai tempi, poco più di 1 secolo fa, non si diceva podismo, era pratica pedestre. La Fidal nasce e è partita come Unione Torinese Pedestre. La partenza è stata da Torino, per poi diventare Unione Pedestre Italiana, e dopo Unione Podistica Italiana e poi Federazione Podistica Italiana e infine, intorno a fine anni’20, l’attuale acronimo di Fidal. (ai tempi la corsa era solo che competitiva e non rientrava la corsa in montagna corsa e la marcia in montagna, per dire, il trail in tutte le sue forme è approdato alla Fidal solo da un paio di decenni, e la corsa in montagna dopo che lo stato aveva chiuso gli Enal, ’70, più o meno. Poi, invece, quello che è a tutti gli effetti un bel e altrettanto impegnativo sport, la Marcia di Regolarità in Montagna, questo non so quando ingloberanno e fagociteranno anche questo settore, così come già hanno inglobato anche il camminare coi bastoncini. Che sono proprio quelli della Marcia di Regolarità a bussare alla porta del Coni e per esser riconosciuti. Non ti dico quanti sono che vogliono essere riconosciuti dal Coni, che non vedo vantaggio, visto anche che in tal specialità di corsa in montagna, e riconosciute, non si assegnano medaglie olimpiche. Anche i tapascioni, esatto, anche quelli delle non competitive è anni e anni che bussano alla porta del Coni. Non fatemi mettere il nome. Ma a essere un poco più seri, quello no? Esatto, nel loro statuto è obbligatorio non fare classifica e lasciare partenza libera, dopo i loro associati e affiliati, sono i primi che quando si iscrivono a gara di Maratona, vogliono vedere il loro nome, col tempo finale, si, col tempo finale di 7h30’12”) Esatto, il correre a piedi nasce come sfida, il far vedere un qualche qualità, poi man mano, complice il benessere materiale (e non è detto che adesso si è più tanto felici di una volta, la felicità sono attimi passeggeri e che hanno a che fare con la psiche e poco con le cose materiali. Basta prendere in mano un qualsiasi libro di psicologia per vedere che sta scritto questo) le persone dei paesi industrializzati hanno avuto anche più tempo libero da disporre. Le macchine, andavano, man mano, a far venir meno agli operai la fase di atleticità che stava nel compiere tal lavori. Non è uguale seminare o a arare i campi adesso con quello che era 1 paio di secoli fa. Ecco che, nasce in Inghilterra il problema di come possibile far passare il tempo in più a disposizione e non costretti al lavoro (ben venga la notizia del governo della Finlandia, che sprona il settore del lavoro di diminuire sensibilmente le ore di lavoro settimanale dei suoi cittadini. Lavorare di meno in modo di poter lavorare tutti? Non è utopia, volere è potere, se lo sai immaginare lo sai anche fare. Vi ricordo che ai tempi era considerata utopia le 8 ore al giorno e anche le 40 ore settimanali) Esatto, a fine 1700, in Inghilterra, per passare in allegria e divertimento il tempo libero in più, fanno le prime apparizioni dei giochi collettivi tra persone, e solo per passatempo e divertimento, che poco dopo, tutto il mondo conoscerà questa pratica col nome di SPORT. Esatto, ai primi tempi, e sin dalla loro nascita, sin dagli albori, queste attività motorie e atletiche mettevano in mostra le varie abilità di ogni singola persona e riferita a tal tipo di gioco. Ma ritornando alla corsa a piedi, esatto, nata come sfida, nata come il far vedere anche delle qualità (vedi la storia precedente, quella di Niculin, che a 13 anni, scalzo, mingherlino, aveva battuto tutti, e anche i giovani e atletici di venti e più anni. Esatto, ai tempi non esistevano le sportine di categoria) Ecco, allora, quando il sottoscritto parla di primordiale, quando si sbrodola di dignità della corsa a piedi (che poi e da sempre la corsa a piedi è stata considerata sport solo che per persone umili, esatto, non sport per i signori, ma sport adatto solo che a operai e sport da poveri. Poi, guarda te, fagioli con le cotiche ha provato a assaggiare tal piatto il ricco, e ecco che, il piatto fagioli e cotiche è passato da mille lire è passato a diecimila lire. Dalla storiella di Lino Toffolo in prima serata su mamma Rai, quasi cinquant’anni fa) che senso ha chiudere una gara di Maratona e anche in 5/6 ore? Carissimi, non confondiamo la competizione col partecipare a una non competitiva. Maratona, la parola Maratona, e riferita a una gara di corsa a piedi è parola che stava a indicare una gara su lunga distanza, esatto: la parola Maratona stava a voler dire UNA GARA e non una camminata, non una scampagnata e per dire agli altri io c’ero. E qui sono d’accordo con Ivana, che dice: ma la Maratona la fai per te stesso e te stessa, o lo fai per dopo vantarti coi altri? Ivana dice: chi sarebbe disposto a fare NYCM e senza risultare in classifica? o a partecipare e non prendere occasione dopo di raccontarlo in giro? Carissimi tapascioni, lo sapete che vi voglio bene, provengo di estrazione tapascione e anche adesso non è che sono migliorato più di tanto, nessuno vi può capire meglio del sottoscritto. Però, correre a piedi ha una sua dignità, non roviniamo questa dignità col partecipare e solo per vanità a fare una scampagnata in gara di Maratona, (ci stanno anche le non competitive su questa distanza, se ami correre a piedi, e non ami della corsa a piedi solo la sua immagine, 42 km sono sempre 42 km, sia che farlo in un centinaio sia farlo a decine di migliaia. Sai che c’è di diverso, la marca, esatto la maratona anch’essa come tutti gli oggetti e gli aggeggi del consumismo tiene le sue marche più costose, e chi possiede marca più costosa, più si sente meglio a stare con gli altri. Questo che ci stanno più tanti italiani a NYCM, che a una maratona di una città italiana) e solo per dire: esatto, solo per dire: sai, io ho fatto la Maratona tal dei tali e anche la Maratona tal dei tali e anche la Maratona tal dei tali. Questo ha poco a che fare con la corsa a piedi. Secondo voi, camminare, fare un ritmo scampagnata a una gara di Maratona? Ma ha senso? e solo per avere in mano un attestato di finisher in 6h50’32” -continua- Alla prossima (mauro)

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