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le palanche hanno un grande potere: riescono a far cambiare anche rigidi convincimenti, riescono anche a cambiare il modo di vedere delle persone

La corsa a piedi stava vedendo sempre più persone (e meno male anche sempre più tante belle e sexy donne) a abbracciare tal salutare pratica motoria, ma è proprio quando le cose sono ancora in tenera età che è più facile sopprimere la crescita. (esatto, vedi la strage degli innocenti, che i bambini bisognava ucciderli quando erano piccoli. Quando la cosa è oramai diventata grande, diventa più difficile sopprimere. Stessa cosa la corsa a piedi, agli inizi, i mass media, tramite i giornalisti, quelli cani pastore, hanno fatto di tutto per discreditare chi praticava la corsa a piedi. Ma che motivo avevano i giornalisti a screditare la corsa a piedi? forse le palanche dello sponsor che faceva pubblicità sul tal giornale e la tal rivista e che tal lobby non aveva piacere che gli italiani stavano a cambiare stile di vita? E il giornalista per la sua busta paga scriveva quello che gradiva tal lobby e ditte sponsor del giornale e della rivista che gli fa busta paga? Forse questo il motivo? Detto questo, il contrasto maggiore, gli amatori lo trovavano proprio nella Fidal. Esatto, la Fidal non vedeva di buon occhio la nascita del movimento AMATORI. La quale,aveva notato il fatto che sempre di meno erano a partecipare alle gare Fidal istituzionali e sempre di più alle tapasciate. Esatto, chi correva nelle gare Fidal, vedendosi un seconda o terza serie, preferiva di andare a primeggiare alle tapasciate e a portarsi a casa la sportina. Questa cosa la Fidal non la digeriva. Solo dopo, solo quando la Fidal è entrata nel ottica del business che ha visto la potenzialità del settore Amatori e per far palanche, che ha aperto le porte, e di molto contenta di averli tirati dentro. A tempi non si era ancora Master, ai tempi si era, quelli giovani: AMATORI, quelli di una certa età, se non ricordo male dai 40’anni in su, si diventava VETERANI, la tipologia Master era solo a livello internazionale, tipologia che adesso furoreggia anche in Italy. C’era stato un momento che gli Amatori erano vicinissimi a creare un loro movimento e completamente staccato dalla Fidal. La Fidal, fortunatamente per lei, ma non per gli Amatori, ha capito il danno che avrebbe subito in termini di palanche, si è ammorbidita e se non sbaglio, nel 1992, in Consiglio Federale Nazionale si era iniziato anche a eleggere un rappresentante degli Amatori. Alla Fidal dava molto fastidio il sacrosanto detto che diceva: chi mantiene la Fidal sono gli Amatori, il sacrosanto detto che diceva se non ci stanno gli Amatori in gara ci stanno si e no dieci partenti. La cosa è più che vera, è sacrosanta. Il settore Amatori è quello che anche al giorno d’oggi mantiene tutto il carrozzone della Fidal, e oggi ancor di più che nel passato, visto i tagli di fondi al Coni, il quale, per forza di cose ha tagliato i fondi a tutte le Federazioni. Per palanche, la Fidal ha poi ammiccato al settore della corsa in Montagna e al Trail, settore che da sempre aveva inviso, e costretta dal Coni di quei tempi a tirarseli dentro, di quando il governo aveva abolito gli Enal. Adesso, per far cessare la voce, per chiudere la bocca, quella bocca che diceva che sono gli Amatori a mantenere la Fidal, adesso tutti quanti i corridori a piedi sono diventati Senior, e anche chi corre a piedi a ritmo di spinta del carrello di supermercato, e anche un assoluto gareggia nella categoria Master riferita alla sua età, esatto, l’assoluto, se ha l’età, ha doppia scelta) Quando la cosa è ininfluente, quando non riscuote successo, nessuno ci fa caso, perché nessuno ne parla e a nessuno gli interessa, esatto, non c’è mercato. Ma nel caso della corsa a piedi si vedeva a vista d’occhio che erano sempre più quelli che iniziavano tal pratica. E come la gente si sofferma sulle disgrazie del personaggio famoso, che per dire, se il tal paparazzo becca il sottoscritto con il biscotto fuori intento a fare bisogni fisiologici dietro la siepe, non fa click con la sua macchina fotografica, la foto non interessa a nessuno, non ha mercato. Ma se invece del sottoscritto è personaggio famoso, ecco che, della cosa, viene a conoscere tutta Italia, la foto, ingrandita e ritoccata, va su tutte le riviste che vivono di scandali e presunti scandali e che mangiano pane e polenta? Magari solo pane e polenta, è che con tal foto ritoccate, magari ricattando anche e non è la prima volta, si comperano anche la seconda casa e la vasca idromassaggio. Ma la colpa non è del paparazzo, e dei guardoni e delle guardone made in Italy, che non avendo una loro vita, vanno, gli piace molto di andare a spiare la vita degli altri (ispirata da facebook e dalla canzone il pappagallo di Pezzali) Se una ragazza di paese a ballare gli esce una tetta dal vestito scollato, nessuno viene a conoscenza, ma se quella tetta è di una starlettina tv, ecco che, esatto, tutta Italy lo viene a sapere. E vuoi che non lo facciano apposta tal starlettine tv? Purtroppo ancora tante le sardine merluzzi pesciolini e pescioline varie a abboccare. Detto questo, ecco che parlar male di chi famoso, oltre che screditare, fa fare anche palanche. Stessa cosa della corsa a piedi, fin tanto che non era famosa, fare un articolo sulla corsa a piedi non faceva fare palanche, da famosa che stava diventando, ecco che iniziava anche a far fare palanche, anche a chi ne parlava male e non solo le riviste alla corsa a piedi dedicate a far palanche, ma anche a chi della corsa ne avrebbe parlato male. (adesso come mai gli stessi di venti anni fa non ne parlano più male? Forse perché adesso, visto che è pratica molto, ma molto alla moda, a parlarne male farebbero solo che figura da pirla? Magari come il sottoscritto che parla male di facebook) Per fare notizia, chi parlava male della corsa a piedi ci andava giù duro, scriveva: la corsa a piedi, con produzione abnorme di radicali liberi può portare al cancro. Con il rilascio abnorme di endorfine può portare a una dipendenza e influire, in caso di astinenza, influisce negativamente sullo stato della psiche. Poi, i giornalisti che magari non ne parlano male, pur di racimolare un po’ di palanche scrivono un pezzo che poi tentano di vendere a qualche giornale o rivista, solo che, anche se non ne parlano male, di corsa a piedi non conoscono un ..zzo e mettono in fotografia delle scarpe che andranno bene per giocare a tennis, ma di sicuro non vanno bene per uscire a correre. A meno che uno o una, che voglia volontariamente creare problemi alle sue articolazioni. Ma come si fa a mettere in una rivista, a corredo di un articolo che parla di corsa a piedi, mettere fotografia di scarpe buone e belle solo che per una passeggiata sul lungo mare e sedersi al bar a bere un caffè e intanto che aspetta non a guardare il tramonto, ma coi occhi fissi sul suo smartphone. Sono questi gli experti giornalisti di corsa a piedi? Poi ecco che vengono spontanee delle domande: ma non è che tal giornalisti quando parlano di economia o quant’altro, anche lì, sparano anche li, non conoscendo, sparano fuori solo che grandi cazzate? (che però la gente, vedendo che sta scritto sul giornale, pensano che sono cose esatte) Come ci si può fidare, solo perché scrivono sul giornale? Sarebbe come dire che un runner è di caratura e solo perché ha tessera Fidal? Ma allora come si può di fidarsi dei consigli dei giornalisti? Che non conoscono un ..zzo di un ..zzo. Ma non solo, che non ci si può fidare del giornalista, ma anche del giornale e della rivista, se nella redazione ci sta chi non conosce un ..zzo di un ..zzo, come ci si può fidare di tal giornali e tal riviste? Ditemelo voi. Cari giornalisti, come si può buttare li frase così sibillina, che l’avete scritto voi, non l’ha sbrodolata il sottoscritto, che avete scritto in modo che tutti gli italiani leggessero, avete scritto: che correre a piedi faccia bene o faccia male, il mondo della medicina, i medici sono divisi, il mondo medico è diviso. Eravate a scrivere così venticinque anni fa, e adesso però, non vi si sente più, l’argomento non vi interessa più? Carissimi, la risposta e anche al mondo medico la danno quotidianamente le centinaia di migliaia che tutti i giorni, quotidianamente escono a correre a piedi. E se escono tutti i giorni a correre a piedi, secondo voi giornalisti, escono perché li fa star bene o escono perché vogliono star male? giornalisti, datemela voi la risposta. Che cari giornalisti, nessuno li obbliga a uscire a correre. Caso mai c’è qualcuno che privandoli di libertà li vorrebbe rinchiudere in gabbia? Ma allora, come si fa, se scrivono di corsa a piedi e anche senza conoscere l’ABC, vuoi che non conoscono solo di corsa a piedi e poi conoscono tutto il resto? Ma come si fa a pendere dalla penna dei giornalisti a tariffa e anche quando scrivono ..tronzate su: politica, cinema, economia, sport, pornografia, scuola, sanità e chi più ne ha più ne metta. Poi, l’articolo va a concludere con il disservizio che si da al consumatore. Nel senso che una rivista che ammaestra i consumi degli italiani, parlando di scarpe da corsa fa un filotto una dietro l’altra di dire solo che inesattezze, di castronerie. Come quella di indicare tre scarpe come miglior acquisto. Ma cari giornalisti di tal rivista ammaestratrice dei consumi degli italiani, ma lo sapete che ci stanno più di una tipologia di appoggio del piede che va a impattare sul suolo. Non è la stessa cosa persona di 60kg o persona di 80kg, non è la stessa cosa persona che viaggia a 6minuti akm o persona che viaggia a 4minuti akm, non è la stessa cosa se pronatore o se supinatore. Non è la stessa cosa una 10km o una Maratona. Quando si danno dei consigli, che almeno si conosca di cosa si parla. Ecco, chi ha scritto l’articolo sulla rivista conclude con una domanda a tal experti di tal rivista ammaestratrice che insegna agli italiani cosa consumare. Gli domanda: ma non è che con quel miglior acquisto di tal marca di preservativi che mi consigliate mia moglie non si trovi poi a ninnare un altro bambinello? Con la sbrodolata giornalisti cani pastore e incompetenti servi al servizio di chi offre di più, per adesso chiudo così. Alla prossima. Visto il Training Company di ieri che siamo passati in mezzo ai boschi di stupendi castagneti, domani magari vado a sbrodolare della castagna. -continua- (mauro)

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