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la sbrodolata sul giovanile e su l’acume dei piani alti continua con questa terza parte

L’abbandono precoce (precoce che non si intende quella cosa che a tanti e tanti uomini gli capita mentre stanno facendo gioco di coppia sotto le lenzuola e con una bella ragazza, che poi ti dice: su non prendertela, sai, a tanti gli uomini che gli capita, magari è l’emozione. Qualcosa ne so? anche se poco qualcosa ne so?) de l’attività sportiva dei ragazzi che praticano la corsa a piedi e l’atletica in generale è sotto gli occhi di tutti, oggi più che mai è sotto gli occhi di tutti. Cari tecnici delle giovanili, anche il fatto di trovare sempre nuove reclute tra i ragazzi, e invece di pensare di non farsi scappare chi già avete sotto mano? quello no? Non vi viene idea di come fare? L’abbandono precoce (che abbandono precoce non intendo gli ex atleti delle mie squadre, solo 1 o 2 anni e via, e via e con tutto quello che glie è stato regalato, solo in pochi a restituire. Rinfacciare non è bello? ma però … esatto, tanti a banchettare, poi sempre in pochi quando c’è da lavare piatti e stoviglie, esatto, da una frase del mitico Bruce Lee)  dell’attività sportiva è stato notato che è in altissima percentuale in ragazzi e ragazze di chi ha iniziato presto tal specialità e ancora intorno ai 6/8 anni. Sono a pag.114 della rubrica Coach magazine, della rivista La Corsa, non se lo inventa il sottoscritto, sta scritto tale e quale e riportato da chi aveva scritto l’articolo, vedendo le statistiche di Atletica Studi, rivista di aggiornamento stampata dalla Fidal . Ma allora una domanda, una sciocca domanda, una stupida domanda, ma allora, se è l’aver fatto iniziare il bambino molto presto a correre la causa o tra le cause principali de l’abbandono, qual è il motivo di iniziare far gareggiare i bambini e di età poco più di quelli de l’asilo? Se l’abbandono precoce si vede specie in quei bambini che precocemente hanno iniziato a correre a piedi, e precocemente sono stati costretti da tecnici di atletica a specializzarsi in tal disciplina, non sarebbe forse il caso di spostare le competizioni di corsa a piedi a iniziare dal 14esimo anno? così, proviamo un dieci anni così, tanto, col vecchio sistema l’Atletica Italiana non è che riscuote i successi dei tempi andati, è sempre andata peggio, sempre più giù. Ai piani alti, nessuno si domanda il perché del fenomeno abbandono precoce? Intenti e forse solo a trovare sempre modo nuovo di sfruttare il grande bacino degli amatori? che quelli si che sono quelli che mantengono il carrozzone della Fidal, altro che il giovanile, altro che assoluti. Spero che dei bambini, li ai piani alti, trovino più considerazione, che fino a adesso non s’è vista, del mero aspetto che riguarda le palanche. Mettetevi nei panni di un bambino, esatto, un bambino non è che è contento di farsi vedere che è scarso rispetto a gli altri suoi compagni. Ma poi, più il bambino diventa grande, non c’è solo il gioco della corsa a piedi alla domenica, è che, si vuol far bella figura e anche con gli amici e le ragazzine (che ce ne stanno di bambine che corrono più forte di tanti e tanti bambini pari età. Che poi, come sbrodolato ieri, nelle categorie dei bambini conta l’età biologica e non quella anagrafica) ci deve stare anche l’impegno plurisettimanale di allenamento e, fintanto che arrivano i risultati, questo non pesa. Al contrario, più si va su di categoria, se non arrivano i risultati ecco che, il nostro ex bambino, ora diventato ragazzo, va in crisi. Anche e forse perché i bambini che arrivano dietro hanno molto meno successo con le ragazzine? Arrivato a Junior, se non ci stanno risultati, il nostro inizia a pensare, ma che cosa sto a fare in questo ambiente? Che per una sportina devo iniziare anch’io certe pratiche? Esatto, lo sport è bello e sano e gratificante e democratico fin quando non si è costretti a ricorrere alla farmacia. Quando si deve ricorrere alla farmacia non è più sport ma è da be e bella che è diventata una malattia. Non conosco nessun bambino che lascia perdere quello che è bravo di fare, fin tanto che porta a casa qualcosa continuerà anche con la corsa a piedi e anche se non gli piace (anche mio figlio, gli è sempre piaciuto di più il calcio, ma a giocare a pallone era uno dei tanti, poi ha abbandonato il calcio che gli piaceva e per correre a piedi che gli piaceva di meno, dove li, in specialità del correre a piedi, emergeva e era tra i più forti). Poi, se in una specialità è di una spanna sopra gli altri, anche se è specialità che non gli piace, logico che non molla. Ispirata da un grande marciatore, uno dei più forti al mondo. Marciare non mi piace neanche un po’, faccio la specialità della marcia solo perché mi riesce bene e sono una spanna sopra gli altri, e solo perchè ci stanno bei risultati e belle soddisfazioni. Che poi a esser diventato troppo forte glie l’hanno fatta anche pagare. Ma di questo avrò modo di ricollegare con la sbrodolata sul doping. Diverso è altra situazione, esempio, la musica, li non ci sta la sfida, li non ci sta la gara, li si continua e anche solo per hobby, non è un fatto di andare a beccare la sportina, nella musica non ci sta competizione da sportina. Diversamente dallo sport, che anche se è attività che piace, se non si primeggia si abbandona, (specie a un certo livello, lo sport non è praticato per passione, è praticato solo fin tanto che ci stanno risultati significativi) In altre situazioni non è così, al di fuori dello sport non è così, si coltiva la passione e come hobby, non si abbandona la passione per mancanza di risultati. In poche parole, per il sottoscritto, è forse il sistema sport giovanile delle categorie giovanili da rivedere? Ribaltare la visione che gli illuminati tecnici federali de l’atletica avevano agli anni 2000, esatto, la ricerca del talento, esatto, e così gli altri si sentivano e si sentono esclusi dal progetto? Ma dal 2000 venendo a adesso, sai che non mi viene in mente il talento nato da quel tal progetto iniziale. In poche parole, il problema del l’abbandono precoce, per il sottoscritto è che si bada di più al talento che al movimento e specie della corsa a piedi (che in fin dei conti è la strada, la corsa su strada che mantiene l’atletica. Non sono quei quattro master dei concorsi a mantenere la Fidal, tanto meno quelli della specialità con tal lungo attrezzo … non fatemi mettere il nome della specialità, magari il tipo dalle parti del lago se la prende a male se gli sbatti in faccia la realtà) E chi glie lo fa fare a un giovane prendere giù beveroni di farmacia e per cosa? Per andare a beccare una sportina? È questo lo sport che si insegna ai giovani? La corsa a piedi, magari a provare di far diventare una di quelle specialità senza classifica e fino e almeno a 14 anni? Ogni società di atletica giovanile dovrebbe prevedere al suo interno, almeno di far praticare altre due specialità al bambino, esatto, non solo la tanto decantata corsa a piedi, esatto, far praticare la tanto decantata e mai messa in pratica, esatto, obbligatoria la multilateralità, almeno altri due sport da far praticare al ragazzo e in abbinamento e fino a almeno a 14anni. Con tal ragazzo o ragazza a ogni domenica a partecipare a gara di sport diverso di quello della settimana prima e questo almeno fino a 14anni. Se non semini, cosa vuoi raccogliere? Vuoi metterti in concorrenza coi paesi africani? Quei paesi se lo possono permettere la ricerca del talento, i ragazzi la, la vita, è meno complicata, e anche se non sanno usare il computer o se gli capita un infortunio permanente, poco gli cambia nella loro vita. Mentre gli cambia di molto se riescono a vincere una maratona importante. Diversa cosa qua in Italia, che se non hai pezzo di carta in mano, quella volta che sei costretto a abbandonare l’attività a causa infortunio permanente, sei tagliato fuori dal mondo del lavoro, se non hai pezzo di carta in mano. Ecco dove i bambini africani sono avvantaggiati, dalla vita semplice, dove il pezzo di carta non ti cambia la vita. Mentre i bambini italiani al mattino si fanno quattro ore di scuola, i bambini africani si fanno quattro ore di attività motoria. Al pomeriggio, stressati dalle lezioni e dalle verifiche, come vuoi che prendono gli allenamenti i bambini italiani? Esatto, è altro stress aggiuntivo. Ecco che quando fanno quel 1ora al giorno di allenamento, lo fanno da stressati e con problemi scolastici (sentita a una gara in Val Rendena, al Trofeo della Madonnina, gara organizzata di quelli di Giustino, tanti e tanti anni fa. Il tecnico, di Trento, un mio categoria e un Top Runner di cat anche a livello nazionale, al suo allievo che ristagnava con le performance gara, gli domanda: gli esami del sangue vanno bene, però, ma a scuola, come è che vai?) Il bambino africano e il giovane africano, del pezzo di carta cosa vuoi se ne fa? meglio la maratona, e allora, ecco che il pomeriggio, esatto ancora quattro ore di attività motoria. Esatto, tra correre camminare, mungere le vacche, prendere l’acqua, far pascolare le capre e così via, vuoi mettere il movimento aerobico e muscolare al confronto che star seduto chino sui libri. Questo che gli africani da adulti hanno una marcia in più. Adesso poi, per gli africani esiste solo la maratona, vinto una maratona importante, si comprano un gregge o qualche capo di bestiame e loro hanno di che mangiare fin che campano. Se ne ritornano sugli altipiani, se ne ritornano ai pascoli e proprietari di un buon numero di capi di animali di allevamento vanno a passarsela meglio dei loro genitori (che in Italy è diventato l’opposto. Bambini di adesso e che dovranno lavorare oltre i 70’anni. Questo è forse il bene dei genitori verso i loro bambini e bambine?). Questo che non si vedono più tanti giovani africani a gareggiare in pista, esatto, già meno che ventenni mirano solo alla maratona con bel montepremi e per loro, l’allenamento è solo finalizzato a questo. La medaglia oro olimpica te la lasciano, ma i 100/200mila € va a portarglieli via se sei capace. Carissimi, i nuovi runner africani non son più quelli di una volta, che con denaro vinto alle gare lo andavano a mangiarselo fuori nei bar di Nairobi. A uno dei più forti trailmanrunner italiani, diversi anni fa gli hanno fatto una domanda: ma si può battere il record di questa gara nel deserto, sicuro risponde, metti montepremi come ci stanno alle maratone famose, e qui alla prossima edizione ti trovi venti atleti africani alla partenza, e tutti e venti che lo battono questo record. Poi continua, ma scusa caro giornalista, ma che ..zzo glie ne frega a tal forte runner africano fare una gara di più di 100km nel deserto e senza sostanzioso montepremi in palanche, per il giovane africano tal gara non sta a giustificare lo sforzo. Che poi, fatto 100km nel deserto, per recuperare butti via altri sei mesi, che per loro, buttar via sei mesi, vuol dire buttare via due maratone. Carissimi, che forse ai piani alti siete troppo distanti dalla terra? e che forse è questo il motivo che non vedete la realtà che ci sta sulla terra? La sbrodolata sul settore giovanile è, sarebbe lunga, tanti gli aspetti ancora da toccare, però, domani vado dritto su l’argomento del doping, col giovanile un’altra volta. -continua- (mauro)

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