BRESCIA EST - VALLI DEL MARMO - ALTO NAVIGLIO - VALTENESI - VALTROMPIA - FORESTA ALTO GARDA OCCIDENTALE - OLTRE CONFINE

la base della piramide

(oltre a biscotto & tazza che giocano al orgasmo run, ci sta altro orgasmo, esatto, quello che viene dal correre per ore e ore)

L’Allenamento, si fa presto a parlare di Allenamento, ma per emergere a livelli mondiali, un allenatore non basta. Difatti, i Top Player del Running ad altissimi livelli, logico che dietro a loro ci sta una equipe, che comprende Medici, Ricercatori, Biologi, Nutrizionisti, Osteopati Psicologi e chi più ne ha più ne metta. Dietro ai Top Player del Running non ci sta solo l’Allenatore e un Fisioterapista. A parlare di Allenamento per questa elite, non ha senso, perché sono loro che, inventando sempre nuovi modelli, tracciano la strada da seguire, sono loro che insegnano anche a noi, esatto, gli Amatori del Running. Loro, i Top Player del Running e la loro equipe, sono solo che università della corsa a piedi, e noi Amatori siamo solo a livello di scolari, che, imparando un po’ di qua e un po’ di la, dobbiamo solo che arrangiarci, e alla meno peggio. Perché nella condizione di non avere un supporto di un’equipe scientifica alle spalle, nel settore Amatori, il bravo allenatore cosa è? Esatto, il bravo allenatore diventa quello che gli atleti li rovina di meno. Non si può pretendere di più, non si può allenare senza un supporto scientifico che ti dà una mano, cioè, far fare le cose agli atleti e cose così, perché, è cosi che il tal atleta faceva gli allenamenti quando era assoluto, o peggio ancora, per sentito dire, o peggio ancora, per via empirica. Detto questo, ecco il perché, e ancora una volta di più, nel settore amatoriale, conta molto di più che un allenatore faccia apprendere i fondamentali dell’allenamento ai suoi atleti, in modo che questi, poi, imparino a modulare l’allenamento a secondo la loro caratura atletica. (un vestito, lo stesso vestito, se può andar bene a tanti, non può però andar bene a tutti) Questa cazzata su l’Allenamento non è indirizzata agli atleti di caratura, a quelli c’è poco da insegnare, sono nozioni e suggerimenti da sperimentare per chi non essendo atleta di grande caratura, (agli atleti di caratura c’è poco da insegnare) comunque, ha voglia di vedere un miglioramento nella performance gara massimale. Detto questo, che cosa è che va a ripetere da decenni il sottoscritto, esatto, per un Amatore che gareggia tutte le domeniche, qual è il mezzo più importante di allenamento? esatto, la gara. La gara diventa il mezzo di allenamento più importante, e in tutta la carriera del runner amatore. Un giorno, dopo una Muratello/Maddalena, mentre si stava aspettando le premiazioni, siamo li in tre o quattro a parlare di allenamento, un fortissimo atleta bergamasco, quel giorno a podio, a una mia domanda, che gli ho domandato: per te, il miglior allenamento, se ti dicessero, devi togliere tutti gli allenamenti, ti devi allenare solo con quello, tu, che tipo di allenamento ti sentiresti da tenere, quello più indispensabile? Uno pensa la solita risposta, esatto, le ripetute. Invece no, mi ha risposto il collinare di 90 minuti. Carissimi, il collinare di 90 minuti è un gran bel allenamento, però, e parlo per me stesso, per me, è la Gara il più bel allenamento. (anche in atleti d’elite, i migliori risultati, il picco della forma, si vede dopo che hanno partecipato a 8/12 gare, via via di importanza maggiore) Dopo un gran bel periodo di allenamento, se vai in gara, le prime gare, difficilmente si riesce a esprimersi al meglio. Non è la stessa cosa il corto veloce in allenamento o la gara, c’è una bella differenza di impegno. Qui, non è che si parla di Vangelo della corsa a piedi, si sta solo a sbrodolare e a sparare cazzate che riguardano il running casereccio, quello praticato dagli Amatori, i quali, gareggiamo tutte le sante domeniche, e tutto l’anno, e tutti gli anni. (più che una medaglia, più che una sportina, i caserecci runner amatori, oltre che gli piace anche a far colazione con biscotto miccato nella tazza, quello che vogliono, è, e a qualcuno più di tutto, gli piace gareggiare tutte le sante domeniche. Immaginati tu caro giacca e cravatta, che ti muovi solo con auto blu, aereo blu, treno blu, dove lo trovi un popolo che l’unica cosa che gli interessa è correre a piedi, e non un posto nella stanza dei bottoni, ehm, o bottini? scusate, non riesco a distinguere) Impensabile, per un runner casareccio, scimmiottare gli allenamenti dei Top Player, ovvero non gareggiare per mesi, per tutto il periodo di costruzione organica. Perciò, cari runner amatori, tenete a mente, scimmiottare gli allenamenti e le tabelle copiando i Top Player, non è cosa che va bene a noi. Però, delle cose comuni con i Top Player ci stanno, tipo il volume in km di allenamento settimanale. Più è maggiore il numero di km settimanale, che poi riusciamo anche a sopportare, esatto, conta anche il recupero, e più km settimana riusciamo a fare e con un recupero buono, più in alto si riuscirà a arrivare con la forma atletica. Un giorno, di tanti e tanti anni fa, una vita, domando a un forte atleta, senti, per migliorare un poco, che allenamenti mi dici di fare? e lui? Esatto, mi risponde: quanti km fai di allenamento la settimana. La mia risposta è: una 40’ntina di km a settimana gara compresa, impara a raddoppiare i km, poi ne riparliamo. Ecco, a questo punto, runner casarecci, due cose importanti le abbiamo viste, segnatevele 1) La Gara (che diventa allenamento di qualità e che serve a migliorare gara dopo gara) 2) Alto Volume di Kilometri di Allenamento Settimanali. Logico che il tutto va fatto con criterio, che serve testa, non si può passare direttamente da 40 a 80, nel giro di una settimana, se non si rispetta la gradualità, invece che prendere la via del migliorare, hai preso autostrada diretta per un bel infortunio. Poi, sai che ti dico, per beccare la sportina nelle gare provinciali, non servono gli 80km a settimana, basta e avanza arrivare a 60km a settimana compreso la gara. Detto che l’aumento di kilometraggio va fatto in modo graduale, non abbiate fretta (da un mio ex atleta del Monte Maddalena 1: più in fretta vai in forma, prima la perdi) aumento di 5km, ovvero passare da km 40 a km 45 per 1 mese. L’altro mese, si aumenta ancora di 5km, si va a 50km per 1 mese ancora, e così via, fino a fare 60km compreso la gara domenicale (40/45/50/55/60 è progressione di km settimana. Ovvero, quattro settimane a fila sullo stesso kilometraggio) Arrivati a 60km, ecco, dopo, da lì, di volta in volta si va a modulare l’allenamento su la gara che si sta preparando. Nel senso che un cinquemila in pista non è la stessa cosa che una maratonina. Un dieci km su strada non è la stessa cosa che dieci km in montagna. Diciamo, ricordiamo una cosa, che se fai meno di 40km a settimana, puoi esser tutto, ma sicuro non sei un runner. Detto che bisogna dare del tempo a l’organismo a adattarsi alla nuova situazione che gli abbiamo creato, questo periodo che andiamo a fare km su km, lo chiamiamo anche: periodo di costruzione organica e che deve servire per sopportare gli allenamenti di qualità che seguiranno. La cosa dovete vederla in questo modo, come una piramide, dove la base della piramide e quello che vi ho detto di fare, esatto, il pieno di kilometri. Lo capite anche voi che se parliamo di piramide, se fate associazione di idee, di concetto, sicuro che avete capito che più la base della piramide e grande, più si riesce a andare su in altezza. Allo stesso modo, più è alto il kilometraggio settimanale che sta alla vostra base, più in alto di forma atletica riuscirete a arrivare. Carissimi, questa non è scienza, questa è logica. Magari teniamo presente che, 50km settimanali per un giovane con biscotto molto croccante, non sono la stessa cosa dei 50km dello stagionato con biscotto staladesso. Fermo restando i 50km settimanali, uno li farà in un modo, l’altro, lo stesso kilometraggio ma in modo un po’ diverso. Per far capire meglio il concetto, servirebbe una specie di tabella, il fatto che da sempre e sempre che il sottoscritto ha allergia alle tabelle. Però, vediamo se domani mi viene ispirazione di dare una specie di traccia da seguire. (mauro)

Sicuro che avete intuito da dove prendo anche ispirazione quando vado a sparare le cazzate che riguardano l’argomento ALLENAMENTO, esatto dalla tesi di Laurea di Maurizio, mio figlio. L’allenamento, allenarsi è cosa che si va a fare perchè si vuole migliorare le performance gara in tal specialità sportiva. Qualsiasi che è competitivo, dal Top Player a l’Amatore, dal Giovane allo Stagionato, se è un competitivo, l’allenamento è solo cosa che deve migliorare, (e per lo stagionato rallentare il declino atletico) la performance gara, non ce ne stanno di banane. Che poi nelle fasi Allenamento per migliorare la performance gara, ci mettiamo dentro tutto quello che può essere utile a migliorare la performance gara, quello mi sembra più che ovvio, più che logico. Tipo: alimentazione, massaggi, abbigliamento tecnico, comprese le scarpette (poi che mi piace è che le donne, tante o qualcuna, vanno a comperare le stringhe del colore che sta meglio col tal paio di scarpe, esatto, è l’estetica che fa andar più forte, il good looking. Se il colore delle stringhe si sposa bene con tal colori della scarpa, esatto, si viaggia più veloce? Sai che non conoscevo questo particolare. Ma scusate, è anche da capire, sono donne e, la loro natura far di tutto per piacere e sempre di più ai maschietti. Perché a tanti di noi maschietti ci piace di più la donna con una bella estetica, un good looking, o no? Le donne lo hanno capito da be e bella, e non per niente, quelle che possono, hanno abbonamento col chirurgo estetico. Poi ce ne stanno, e le più tante, che di questo se ne sbattono, e ci sono tanti maschietti, come il sottoscritto? che di questo del good looking se ne sbattono. Esatto, sono quelli che gli piace comperare quello che ci sta dentro, non l’involucro attraente con il quale si incarta il prosciutto o l’uovo di cioccolato) il cardiofrequenzimetro, il satellitare, i manicotti, le calze a contenimento graduale, la farmacia, e chi più ne ha più ne metta, esatto, qualcuno anche il doping? esatto, questa prassi, per qualcuno, pochi o tanti, è anche cosa certificata. Steve Prefontaine RIP, per lui la corsa, il correre a piedi era arte, diceva: c’è chi crea con la musica, c’è chi crea con le parole, c’è chi crea coi colori, e io, sono l’artista del running, della corsa a piedi, così si definiva. Poi, al lato pratico, la storia, se la guardiamo al di la del mito, la storia ci ha fatto vedere che, di avere mentalità vincente non era proprio capace. Seguiva solo il suo istinto, molto poco la ragione. Ascoltava molto il suo ego e poco il suo allenatore. Fare ciò che ti piace in quel momento? no, lui gli piaceva mettersi in mostra, e a lui, quel momento, gli è venuta la voglia di mettersi in mostra, non tanto per andare a beccare la medaglia d’Oro Olimpica sui 5000mt piani, ma solo per mettersi in mostra, e ha fatto una cosa senza senso e senza logica, una Medaglia sicura era alla sua portata, e invece ha beccato la Medaglia di Legno. Esatto, il pugile che si sente forte e vuole solo vincere per ko, e poi, invece, perde ai punti. Se c’è stato uno che proprio non sapeva correre, ebbene, a quei tempi, uno di questi è stato lui. Scusate, aveva tutto più degli altri atleti. Aveva una grande squadra, massaggiatori, medici e nutrizionisti. Aveva un gran allenatore, Bill Bowermann, aveva VO2max capacità massimo consumo ossigeno, più di tutti, eppure, ditemi voi, per alimentare il suo ego, ha buttato via Medaglia Olimpica che già aveva in tasca. Come è che dice sempre il sottoscritto? esatto, tante volte il premio non lo becca l’atleta con più qualità atletiche, tante volte il premio lo becca l’atleta che ha più testa. Dave Wottle, suo compagno di squadra nella nazionale americana, insegna. (per me l’atleta con più testa in assoluto) L’esatto contrario di Steva Prefontaine. Steve Prefontaine gli piaceva farsi vedere, ovvero, le stringhe colorate che si abbinano ai colori della scarpa. Dave Wottle, mirava solo al concreto, la vittoria col minimo sforzo, senza voler strafare, e anche senza vincere ko. Unico suo vezzo, esatto, il cappellino con l’unghia, vedevi uno col cappellino con l’unghia, ecco, dicevi: ecco la Dave Wottle. Tanti di voi siete giovani, non avete avuto modo di seguire le Olimpiadi Di Monaco ’72. Altra cosa, a quel Olimpiade, Dave, era reduce da un infortunio, e non era guarito del tutto, questa la cronaca, ma può essere e anche per lui, mettere mani avanti? un eventuale scusa se le cose fossero andate male? La storiella per dire che, puoi fare tutti gli allenamenti che vuoi, ma se non si ha la testa per vincere, non si vincerà mai. Tante volte è saltata fuori ai convegni, quelli che a volte, nei fine settimana, dove ci stava importante convegno di tecnici di atletica, accompagnavo Maurizio (poi Maurizio ne ha frequentato di questi convegni e di diverse discipline, specie il calcio, dove adesso è preparatore atletico della squadra di calcio del Paitone) A quei convegni ne ho sentiti diversi che avevano allenato atleti con grandissime qualità, dove in allenamento andavano più forte che in gara, dove facevano registrare tempo più basso di chi poi, la settimana dopo vinceva la gara di tal specialità, e loro, in allenamento tempo strabiliante, in gara un flop. Stessa cosa della Ledi. Gli ripetevo spesso: che fai, non ha senso fare sempre e solo allenamento e senza mai partecipare a una gara. (l’allenamento ha un senso se poi andiamo a gareggiare, per vedere la bontà degli allenamenti. In modo poi da correggere, se c’è da correggere) Viene che decidiamo di debuttare, absolute beginner, il 1° maggio alla gara di Muscoline. In quel periodo ero giù di forma, ecco allora che domando a Sergio, esatto il papà della gara Giro dell’Isolo del Chiese, esatto, il maratoneta mio coscritto, e più volte vincitore della Corrida di Nuvolento riservata ai nuvolentesi. Gli dico: Sergio, fai la gara con la Ledi, vediamo a che livello è. A l’arrivo, le donne, questa, l’altra e quell’altra e quell’altra ancora, ..zzo, ma la Ledi dov’è? Niente da fare, non so cos’è stato, ma il risultato è stato una cosa da dimenticare. Per tirarla su di morale gli dico, sai, sicuro che è stata l’emozione, l’emozione ti ha bloccato, non sei l’unica che a volte gli succede questo, poi aggiungo, c’è una forte atleta di Prevalle che spesso è soggetta a questo (vero Chiara) aggiungo, pensa te che c’è stato un anno che era in testa alla gara, e a cinquanta metri prima dell’arrivo si è bloccata, e questo da l’emozione. Lasciamo passare un po’ e magari proviamo a un’altra gara. L’altra gara è stata a Lonato, e anche quella volta domando a Sergio di fare la gara assieme a lei. Inutile dire che anche quella gara ha fatto un clamoroso flop, e allora mi sono un po’ arrabbiato, gli dico: ma Ledi, mi stai prendendo in giro, in allenamento vai via a 4’15’’ e qui sei andata più piano dei 6’ a km. Allora mi dice, ma no è cosa che in mezzo a tutta questa gente mi sento a disagio, e poi, volevo che eri tu a fare la gara con me. Eh no, scusa è, Ledi te l’ho detto che non sono in forma, che facciamo, vado via a 4’40’’ e tu vai via a 4’15’’, che facciamo, se si va in gara bisogna gareggiare per il miglior risultato possibile, e a 4’40’’ a km non vai in premiazione nelle donne della tua categoria, ecco perché ho chiesto a Sergio di fare la gara con te, poi, che bisogno c’era di allontanarlo in brutto modo come hai fatto te, dicendogli che ti dava fastidio se ti stava vicino. La settimana dopo, dopo una settimana che era stata tesa nei rapporti che avevamo in quell’ora di allenamenti che facevamo la sera, la domenica pomeriggio gli dico che andiamo a fare un allenamento. Caricato la mia bici nel bagagliaio andiamo proprio li a Lonato, dove c’era stata la gara la settimana prima, preso la bici, lei mi doveva stare vicino, ebbene, come è che è andata? Esatto, molto meglio della domenica precedente, la domenica precedente aveva chiuso in 54 minuti. In allenamento la settimana dopo, stando attaccata alla bici ha chiuso in 43 minuti. Ecco, quella domenica è stata l’ultima domenica, l’ultima volta che l’ho voluta vedere, perché poi gli ho dato un taglio netto, e non ne ho più voluto sapere. Questa storiella per far capire che, l’allenamento deve essere finalizzato per fare una performance gara massimale, e non per creare altra situazione e magari equivoca, e non fatemi aggiungere altro. Stessa cosa con Prefontaine avrebbe dovuto farla Bill Bowerman, il suo allenatore, scusa, ma che fai, vai a seguire un atleta che fa sempre di testa sua? che non ascolta e non gli interessa di provare un altro modo di correre, esatto è un suo diritto, ma allora, che si arrangi, o no? Vedi caro Prefontaine, tanti atleti sono come te, e qualcuno l’ho anche avuto in squadra, non fatemi mettere i nomi, esatto, quelli che alla partenza partivano sparati per poi perdere posizioni a due km da l’arrivo, però vedi la differenza, i miei atleti si divertivano a fare le sparate, mentre Prefontaine, la sconfitta, che l’ha voluta lui, è cosa che non ha mai mandato giù, che gli ha creato animo cattivo. Difatti, dopo, andava a dire a tutti che avrebbe avuto la sua rivincita alle Olimpiadi e sui 10000mt piani, cosa che purtroppo sappiamo come è andata a finire questa brutta storia. Che conferma che l’atleta sta nella testa, va be che c’è stata la festa, ma sei un atleta e tra i più forti al mondo, sei un professionista, nessuno ti ha obbligato a alzare il gomito. Magari il tuo allenatore ti ha detto di star calmo col bere, e tu? come da far tuo l’avrai anche mandato affan..ulo. Già vi ho detto che il bravo allenatore è quello che insegna a l’atleta di diventare allenatore di se stesso, e se l’atleta non sta a ascoltare e fa di testa sua, lasciatelo perdere, è tempo sprecato, farà e comunque sempre e di testa sua, anzi, le sconfitte saranno colpa vostra, mentre i successi vi saranno rinfacciati, perché ti dirà: visto, a fare come ho voluto io ho vinto. Detto, di questa premessa, di come vedere se l’atleta che seguite ne vale la pena o no, magari la prossima puntata andiamo anche a approfondire altri e diversi aspetti che riguardano tutte le fasi che ci stanno nel argomento ALLENAMENTO. (mauro)

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