BRESCIA EST - VALLI DEL MARMO - ALTO NAVIGLIO - VALTENESI - VALTROMPIA - FORESTA ALTO GARDA OCCIDENTALE - OLTRE CONFINE

Kupricka, il runner hippie

Oggi mi va di parlare di persone che amano correre a piedi. Esatto, i runners tipo: Marco Gazzola e Geoff Roes e tanti altri, che spero prossimamente. Questo runner della storiella è però, esatto, è più affine al sottoscritto, esatto, è di filosofia hippie, si tratta del ultratrailmanrunner che risponde al nome Anton ”Tony” Krupicka. Già lo si può intuire a vista, capelli lunghi un po’ di barba, niente orologio, niente braccialetti, niente tatuaggi, niente smartphone, niente borsello, niente marsupio, libero e spoglio come lo ha fatto Madre Natura, un novello Tarzan degli anni 2000. In Colorado ci stanno anche belle montagne e bei boschi dove l’allenamento è come di farlo in paradiso. Tra quelle montagne ci sta Leadville una cittadina conosciuta, meta di una celebre ultratrail, la famosa Leadville 100 miglia (160km più o meno) Esatto, tanti si sono fermati alla maratona, ma niente di più bello avventuroso e spettacolare di partecipare a una ultratrail. Esatto, l’ultratrail è il tipo di correre a piedi con più alto trend di crescita, e se continua a crescere il numero dei appassionati a questo tipo di lunghissime corse nel bosco, esatto, un motivo ci sarà. Niente da paragonare i runner del ultratrail al confronto i maratoneti, che al confronto sono solo che educande del running che insegnano a correre ai bambini de l’asilo. Che questo è tutto dire. Non è uguale correre per una giornata intera e anche col buio, in questa situazione l’imprevisto è sempre in agguato, esatto, è il nuotare in mare limpido e acqua chiara e con tanto di squali. Al contrario, il maratoneta è comodo e tranquillo a nuotare in piscina, nessun imprevisto, spugnaggi, ristori, macchine al seguito e chi più ne ha più ne metta. Che il maratoneta, in questa specialità, siamo a fare running di alto livello, la Madre delle corse a piedi. Esatto, la pista sono i runners criceto, e le 10km sono solo che l’inizio, sono l’iniziare a fare le aste e cerchietti a l’asilo. La corsa a piedi è ben altra cosa, e adesso, il suo spirito più vero si trova nelle ultratrail. Detto questo, “Tony” non aveva mai partecipato a gare così impegnative, al max si era fermato a 50 miglia (80km), poi un bel giorno abbandona la civiltà del consumismo per ritirarsi a vivere in mezzo al bosco, senza tv e senza le comodità degli homo sapiens urbani, quelle comodità degli addomesticati. Subito si sparge la voce che un ragazzo di ventitre anni corre in su e in giù, in lungo e in largo in mezzo a quei boschi e a quelle montagne. Ebbene, la sua fama era giunta sul campo gara della Leadville 100 ancora prima che si presentasse per la prima volta al via di tal gare 100 miglia trail. Esatto, alla sua prima volta e era già il favorito numero 1. Ebbene, dopo due km aumenta l’andatura e fa subito il vuoto, e dopo 17 ore è il primo a tagliare il traguardo, secondo miglior tempo finale di sempre. Ma più che la vittoria, quello che tutti stavano a notare era il suo aspetto. Subito si intuiva che non era persona addomesticata, era nature e selvatico, volevano chiedergli della gara, ma lui ha snobbato le premiazioni, diceva, non c’è niente di eccezionale in quello che ho fatto, non so cosa ci sia di tanto esaltante veder correre a piedi una persona. Chi era li sul traguardo gli sembrava che il tempo fosse tornato indietro di 50’anni, ai tempi del movimento hippie, il suo aspetto era quel che dicono e riproducono le icone hippie. Arrivato a tagliare il traguardo con indosso niente di particolare, arrivato al traguardo con solo un paio di scarpe senza calze e un paio di pantaloncini senza mutande e a torso nudo, e un foulard al collo con quei bei capelli lunghi a svolazzare nel aria. Poi, chi meravigliato che senza camel-bag, che senza gps, senza cardio frequenzimetro, senza smartphone, senza zainetto, esatto, niente di niente, a chi erano stupiti da questa cosa, diceva: che ti meravigli? Guarda che più spesso corro anche senza scarpe. Visto che lo spirito hippie è anche lo spirito che dice di usare il meno possibile le palanche, arrivato li alla cittadina il giorno prima, in autostop, non avendo palanche di affittare una camera, è andato presso i cessi pubblici della stazione e messo giù il sacco a pelo in un angolo, lì ha dormito. A chi gli ha domandato, ha risposto, sai erano molto puliti. (mi ricordo di quella volta che un mio amico, entrato di sabato al Motor Show, si era fatto rinchiudere dentro, nascosto nei cessi, e per esser già lì anche la domenica mattina e risparmiare la coda e le palanche per entrare. Esatto, se hai di filosofia hippie, te la fai sempre andare bene, hai bisogno di veramente poco) Ma se per questo ha frequentato il college e alloggiava nel sottoscala. Un sottoscala gli andava già più che bene. (se penso a che gioventù si sta a tirare su con il credo del consumismo, mi vengono le lacrime agli occhi, ripensando ai tempi passati mi vengono le lacrime agli occhi. Ripensando a mia mamma che andava in bici a Brescia a lavorare, a 13 anni a fare la serva e per 5 lire. Però, adesso, ha 85 anni e va ancora in bici, penso: che sia merito della attività motoria in giovane età?) Poi, l’anno dopo Krupicka fa il bis a questa gara, esatto, rivince la gara, dando più di tre ore di distacco al secondo classificato. A domanda risponde che, avendo trovato i servizi pubblici chiusi, aveva steso il sacco a pelo in un giardino e li si è addormentato. (mi viene in mente Brunod, steso una coperta sul pavimento, lì si è addormentato) Esatto, quando hai la coscienza tranquilla e non temi di quando, quando verrà il momento che dovrai presentarti a pagare il conto, esatto, non fai fatica a addormentarti. Kupricka dice: non occupo molto spazio a questo mondo, tutto quello che ho ci potrebbe stare benissimo in un bagagliaio di un’auto. Il giornalista dice: Kupricka è così, prendere o lasciare, e continua, il suo approccio alla corsa è come il suo approccio alla vita, esatto, è quanto di più lontano ci sta dal capitalismo e dal consumismo, con cui l’America ha contagiato il mondo occidentale (siccome c’è qualcuno che magari pensa, che magari sto ricamando, vai a pag31 di correre n°284) Kupricka non si definisce un hippie, si definisce un “minimalista”. Dice: cerco di spogliarmi il più possibile di tutto quanto è superfluo e inutile. Dice: è il mio modo per dire basta a questo consumismo insensato che distrugge l’ambiente e l’umanità. Con la corsa, rincorrere gli aggeggi moderni e le attrezzature moderne, invece di entrare in una simbiosi primitiva con questa pratica di sopravvivenza che era il correre a piedi, da questo spirito primordiale ci stiamo allontanando sempre più, e a poco a poco e senza che lo capiamo, ci andiamo a intrappolare. Questo anche il motivo che appena posso cerco sempre di correre senza scarpe, per stare il più a contatto possibile con la terra. Kupricka, ispirato dal libro di Arthur Lydiard, corre la sua prima maratona a l’età di 12 anni. Al liceo, faceva tantissimi km in allenamento, centinaia di km a settimana , cosa che il suo coach non gradiva. I litigi continui fecero abbandonare del tutto di seguire un coach e dei programmi di allenamento. Correva solo così, a istinto, ispirazione e a piacere. Cosa che lo portava a fare un gran totale di km, anche 9000 in nemmeno in poco più di sette mesi. Che poi, come sempre l’infortunio lo teneva fermo dei mesi. Poi, alla ripresa, man mano che andava in forma, sempre più km in allenamento, anche a sfiorare i 300km la settimana, e conseguenza? esatto, è altro nuovo infortunio. (minimo nove volte si è trattato di fratture da stress e un’infinità di altri problemi. Seppur ancora giovane) Dice: per me la corsa a piedi non è vincere una gara, (la sportina di categoria? ma quando mai). Kupricka dice: per me la corsa e solo cosa che è personale e intuitiva, un tipo come me non potrebbe mai accettare di farsi ingabbiare da un allenamento programmato, e solo per un risultato cronometrico migliore, neppure fosse per la vittoria. Correre con questo tipo di programmazione mi sembrerebbe di essere un topo da laboratorio, un criceto cavia costretto a correre in circolo o su una ruota. Questo il motivo che non concepisco il concetto di allenatore. Come tutti, anche Kupricka ha il suo ispiratore, si chiama Jurek Scott, si ricorda che Scott vinse la sua prima Western States 100 a l’età di 24 anni, e da bambino, Kupricka, si diceva: anch’io a quel l’età cercherò di far bene alla Western States 100. Dice che correre a piedi è semplice, allenarsi per una gara ultratrail è semplice, basta correre, sempre correre e ogni giorno sempre più a lungo, a che ti serve un allenatore? Se poi pratichi la corsa a piedi per divertimento e non per vincere, tutto diventa ancora più semplice. Poi, non ce ne sono di banane, se vuoi portare a termine una ultra 100, non ce ne sono di banane, devi solo che correre e sempre di più e correre anche quando le gambe e l’organismo sono stanchi, non ci sono altri segreti, di bacchette magiche, solo correre e correre e ogni volta più a lungo, questo è quel che serve per arrivare bene a una gara ultra 100. Se ti sembra cosa difficile o noiosa, lascia perdere, dedicati a un altro sport. Sicuro non ami correre a piedi. Alla prossima. (mauro)

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.