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Il runner di indole leprotto

(ovvero, storia di correre in gara senza conoscere l’arte del correre a piedi)

Brown Hare taken in Scotland in June 2013.I was lucky to find these Brown Hares and they allowed me to approach them on foot and photograph them at a close range.

Intanto mi scuso, di ieri, che non ho sbrodolato. A volte anche uno pseudo runner ha da fare altro. In compenso raddoppio la sbrodolata di stamattina. Il runner di indole leprotto (ovvero, storia di correre in gara senza conoscere l’arte del correre a piedi) Il corridore a piedi, modello “lepre” e ce ne stanno tanti di corridori a piedi che in gergo, sono definiti “runner lepri o leprotti”. Qualcuno di questa tipologia di runner l’ho anche avuto in squadra, c’è poco da fare, non li cambi, partono da un loro concetto di corsa a piedi e da quella idea che si son fatti non li schiodi più. Diciamo una cosa, questo modo di correre ha anche una sua logica, quella che sta a monte è la logica del: se non imparo a correre veloce sin dalla partenza, non diventerò mai tanto veloce da vincere una gara. La logica di questi runner si basa sul fatto che, dopo gara e dopo gara, credono che, riusciranno a mantenere e sempre di più, imparando gara dopo gara, impareranno a tenere fino in fondo, fino al traguardo, l’alta velocità di partenza, e fino a quando un giorno riusciranno a tenere per tutta la distanza della gara e a quella alta velocità, e finalmente a vincere la gara, anzi, in questo modo pensano che riusciranno un giorno a diventare i più forti runner di categoria in assoluto. Pensano che arriverà quella gara e quel giorno che riusciranno a tenere quella tal alta velocità e per tutta la gara? non sorridete, guardate che in teoria è cosa possibile, per via degli adattamenti di natura fisica e organica, in teoria è cosa possibile, solo in teoria però. E perché nella pratica questa cosa non funziona? Esatto, perché poi, anche negli allenamenti della settimana, questi runner leprotti, si dannano, e anche in settimana si dannano a cercar di correre e sempre più velocemente anche in allenamento, esatto, le famose ripetute. Come è che da sempre, da esperienza personale, cosa è che va a dire il sottoscritto? Esatto, la gara è il miglior allenamento, per un runner non di professione, per il runner da sportina di categoria, la gara è il miglior allenamento. Già fare la gara al massimo e tutte le settimane, già questo è allenamento alla velocità, e allenamento, e che può e deve bastare. Si sta a parlare di runner che viaggiano a 4 minuti a km, dove pensare che passare da 4 minuti a km a 3’40’’ a km, è cosa che non è facile n’è è semplice e non è cosa di tutti, la legge di Madre Natura a volte è dura e cruda. Detto che l’allenamento scientifico dice che per migliorare la gara di 10km, il metodo più adatto è ripetere prove di 400mt a velocità 10”/15” più veloci del ritmo gara, cosa provata anche dal sottoscritto e che funziona, ma che non dà orgasmo, e visto che la cosa non dava orgasmo, esatto, il sottoscritto questa pratica l’ha poi mollata. Detto questo, ecco che, secondo il sottoscritto, questa cosa delle ripetute di 400mt, fatte 10/15/20 volte, è pratica e metodo che ha un limite. Il limite che ho constatato da esperienza passata, sta nella fase di recupero, esatto troppi i minuti sprecati a coricchiare e a stare fermi, esatto cosa che in gara cosa così non ci stà. In gara sei sotto pressione da inizio alla fine. Partiamo dal fatto di Madre Natura? Esatto, Madre Natura alimenta il nostro motore, che sono i muscoli del corpo, con dei carburanti. Che badate bene, non sono carburanti con le stesse prestazioni energetiche. Che non sono carburanti uguali come numero di ottani. Più brillante e performante il carburante del glicogeno (ce ne sta prevalentemente nei carboidrati) e meno performante il carburante ricavato dai “grassi” (esatto, gli acidi grassi). Poi, per correre a piedi, fondamentale che questo carburante arrivi nelle giuste quantità al motore dei nostri muscoli. In questa fase dello sforzo del correre a piedi, molto importanza, fondamentale, la riveste l’ossigeno, che ha a che fare con l’emoglobina, esatto i globuli rossi, ma ancor di più ha a che fare con la ferritina (il ferro). Però, andiamo a focalizzare l’aspetto carburante che fa funzionare i muscoli, soffermiamoci a vedere solo questi due aspetti e tralasciamo, per questa sbrodolata, gli altri fondamentali aspetti del correre a piedi (che poi la corsa a piedi è un mix di arte e conoscenza. Nel senso che arte è cosa di natura, innata, che Madre Natura ti ha fatto tanto regalo, e dove conoscenza è anche quella cosa che ti fa sbagliare di meno in una gara. Che la conoscenza è anche cosa che fa migliorare e tanto e anche nella corsa a piedi, e anche di quelli che sono pieni di arte del correre a piedi. Esatto, la conoscenza fa migliorare, e a volte di molto, oltre al runner di grande caratura, fa migliorare performance anche al runner che non ha ricevuto grande dono da Madre Natura, e questi siamo di più, molti di più che dovremmo conoscere l’abc del correre a piedi) Per i nostri muscoli, il glicogeno, è carburante più performante, che però ha un problema. Nel senso che è problema legato alla disponibilità, alla quantità, esatto, il glicogeno ha serbatoio limitato, a differenza del serbatoio dei “grassi” che è molto, ma molto più grande e capiente. Tutti abbiamo una cosa in comune, sia noi runner di scarso livello, sia i runner di discreto livello e sia i runner di buon livello, (serbatoi dei glicogeni e dei grassi rapportato al livello di caratura), e logico, serbatoio in funzione alla caratura di ciascun livello, dove, il serbatoio del glicogeno, (dove i carboidrati sono fonte primaria) dicevo, ha, e qualsiasi sia il tuo livello di runner, ha, al massimo, autonomia di mezz’ora, e poi? e poi sono ..zzi tuoi, e se la gara ci impieghi di più di mezz’ora, esatto, sono ..zzi tuoi. Questo il motivo che la conoscenza di conoscere l’abc della corsa a piedi aiuta di come impostare la gara. Non è la stessa cosa correre un diecimila o un cinquemila, lo capisci questo? Adesso, anche se adesso, visto i progressi atletici e la conoscenza sempre maggiore acquisita in questo settore, anche il diecimila, i top player del running, riescono a usare quasi tutto glicogeno, esatto, adesso un diecimila lo chiudono in meno di mezz’ora. Però, come ho sbrodolato le volte precedenti, qui non si vuol insegnare niente ai top player del running, che ne sanno molto di più e sia del sottoscritto che di tutti, esatto, dove, tutti, impariamo da loro, dai top runner, sottoscritto compreso. Qui si sta sbrodolando per dare degli input, delle idee su come impostare la settimana di allenamento (se vedono che più di lì non migliorano. Poi se seguendo le cazzate peggiorano? e può darsi, ma, allora, la testa a cosa serve?) a Competitivi di Categoria, quelli della sportina. Ebbene, un motivo che tanti runner a indole lepre, sul finale la pagano, il motivo principale è questo, esaurimento scorte dei glicogeni: in pratica, se parti solo a glicogeno, ovvero, se parti sparato, devi anche conoscere che, se parti veloce stai andando a aprire tutto il rubinetto del piccolo serbatoio del glicogeno e logico che serbatoio è quello che è, e se apri tutto il rubinetto, il serbatoio si svuota prima.  Anche perché poi, andare a utilizzare il carburante del serbatoio dei grassi, una volta aperto tutto il rubinetto del glicogeno, ti risulterà più difficile l’aprire anche il rubinetto dei grassi. Esatto, una volta consumato il pieno di glicogeno, diventa più duro da aprire anche il rubinetto del carburante dei “grassi”, ti sembrerà strano, ma è così che dicono chi ha scritto dei libri su questo argomento. Caro runner lepre e leprotto, tu conoscevi questa cosa? lo sai che il tuo glicogeno è sufficiente per mezz’ora al massimo e se consumato uniformemente, e invece, se il rubinetto lo apri tutto e subito, il serbatoio lo svuoti ciao che prima di mezz’ora. Ecco, devi imparare a regolarti, devi regolarti tu. Se la gara è di durata 40 minuti, esatto, in teoria, ti mancano 10 minuti di glicogeno per portarla a termine al massimo della tua velocità. A questo punto, devi vedere in che modo, il modo per te migliore di miscelare i due carburanti e arrivare a chiudere la gara in un buon tempo finale. Esatto, in modo di arrivare fino a autonomia di 40 minuti, esatto chiudere una gara di dieci km in 40 minuti. E si sta a parlare di gara di dieci km, perchè un cinquemila è cosa diversa, una mezza è cosa diversa ancora. Che fai, andare a piano i primi tre/quattro km per non consumare il carburante del glicogeno e poi fare cambio ritmo, passando a aprire il rubinetto del glicogeno? Secondo il sottoscritto, non è cosa sensata, nel senso che in questo modo si va contro la legge del running, legge fatta propria e insegnata da Emil Zatopek, e specie da Tergat. Andate a vedere i suoi passaggi a km, di quando Tergat ha fatto record sui diecimila. Esatto, passaggi ogni mille pressochè uniformi, a ogni mille. Questa è arte, questa è arte del correre a piedi. Prefontaine RIP, che andava a dire che con la corsa a piedi, gli altri correvano mentre lui faceva arte, ebbene, cosa ha detto invece la realtà? la realtà ha detto che è stato uno di quelli che l’arte del correre a piedi non sapeva nemmeno dove stava di casa. Prefontaine, è stato, e per un periodo, anche il runner americano che deteneva tutti i record americani di corsa a piedi. Prefontaine è stato il vero primo mito americano della corsa a piedi, mai nessuno, e ancor oggi, in America, ancor oggi, mai nessuno come lui, mai nessun runner amato come è stato e è amato lui. I fiori e le scarpe sulla sua tomba che ogni anno i migliaia di runner americani vanno a rendere omaggio alla lapide che ricorda dove che il tragico incidente l’ha fatto arrivare presto in paradiso (esatto, il Marco Pantani del running. esatto, ispirata anche dalla canzone di Guccini … quando si è giovani non si pensa alla morte, quando si è giovani è strano … canzone che Guccini ha dedicato alla amica perita in un incidente stradale). Però, Steve Prefontaine, oltre quei record nazionali americani, ditemi, cosa ha vinto di importante a livello internazionale? (Pantani, almeno aveva vinto tour e giro e un giro glie lo hanno rubato. Che vincere un tour, è già cosa che ti fa andare nell’olimpo dei più forti di sempre, esatto, come è vincere la NYCM per un runner. Per un runner, la NYCM è già da sola, coronamento di una splendida carriera a altissimo livello e da incorniciare. Colgo l’occasione di salutare Gianni Poli, l’ultima volta l’ho visto, circa un anno fa ospite al Memorial Piero Pasotti, sempre in splendida forma, anche se non gareggia più, sono più che sicuro che va via ancora tranquillamente ai 4’. Visto che ho sbrodolato di Memorial Piero Pasotti, colgo occasione di salutare la squadra delle TIGRI, e in particolare i responsabili organizzatori della gara: Claudio Manenti, Valmore Binetti, Donatella Molinari, e non può mancare un saluto al domatore delle Tigri, a Nicola Lampugnani. Già che ci sono, saluto altri tigrotti, Maurizio Gussago e Oscar Nicolini e un bacio alla più bella e sexy Tigre del Torneo Podistico, a Veruska Ghidini. Oscar, guardare e non toccare, so che da persona simpatica che sei la prendi per il verso giusto) Steve Prefontaine, esattamente come Marco Pantani, seguiva l’istinto, ci metteva il cuore, però, a volte, anzi, come è che dice il sottoscritto, esatto, per vincere il premio più bello conta, e molto, conta anche la testa. Prefontaine ci metteva l’istino, ma a altissimi livelli, solo l’istinto a volte, non è abbastanza. In pratica, cosa è che tutti sono a conoscenza, esatto, che i nostri muscoli sono prevalentemente composti di due tipi di fibre, esatto, lente e veloci. Spesso e volentieri, Prefontaine, veniva superato in volata, allo sprint finale. Viene che c’è la gara più importante e per tutti, esatto, la finale, esatto la finale alle Olimpiadi. Prefontaine, visto che spesso è stato battuto e proprio in volata, questa volta, ha cambiato modo di correre. In America era quasi imbattibile, ma in Europa, perdeva in volata anche da atleti meno dotati di lui. Un giorno, parla con Galloway, e gli dice, adesso voglio allenare di più la velocità, allenarmi per le volate finali. Sta di fatto che prova e ti riprova, il risultato era sempre quello, quando veniva a gareggiare in estate in Europa, veniva regolarmente bastonato allo sprint, e anche da atleti meno dotati. Questa cosa conferma che, se Madre Natura non ti ha fatto regalo di fibre veloci, logico che allo sprint finale, in volata, sei svantaggiato, e non ci sta allenamento per reclutare fibre veloci, questo Prefontaine l’aveva anche capito. Arriva l’anno delle Olimpiadi di Monaco’72, in Europa, esatto, in Europa dove non aveva mai vinto una gara importante. Questa cosa gli brucia, e allora, come dice logica, si cambia ancora una volta strategia di gara. Ovvero, che per un atleta non veloce in volata, vuol dire sfiancare gli avversari tenendo molto alto il ritmo gara, in modo di mandarli in crisi di ossigeno, di bruciarli prima degli ultimi 200mt. finali. La tattica di gara viene studiata a tavolino (e per me questo è stato un grande e grave errore, nel senso che, i corridori alla Pantani, devi lasciarli liberi di correre come si sentono di correre quel giorno, non puoi imporgli una tattica di squadra, quel tipo di corridori, siano ciclisti che runner, devi lasciarli gareggiare a secondo il loro istinto, non li si può imbrigliare per ragioni di tattica. Logico che poi, se li imbrigli, loro non abituati, rendono meno, fanno fatica, diventa stress. Esatto, spremono molte energie solo per il fatto di concentrarsi e a non star a dar retta al loro cuore, al loro istinto di guerriero) Sta di fatto che, Prefontaine, che critiche su critiche ricevute negli anni precedenti e per il suo modo di correre, questa volta, è gara importante, la più importante della carriera sportiva di qualsiasi runner, esatto la Medaglia d’Oro alle Olimpiadi. Allora, (e per me sbagliando, ma non c’è controprova) questa volta decide di dare retta allo staff tecnico, in primis al vecchio, a Bowerman. Ebbene, prende la testa della gara a quattro giri dal termine, con una accelerazione importante (e se correva come ha sempre gareggiato, per lui sarebbe stato ciao che facile arrivare a medaglia, logico, non c’è certezza, è solo mia opinione. Aveva tutto più degli altri, Madre Natura gli aveva regalato tanto più degli altri di quella finale. Esatto, doveva fare la sua gara. L’allenatore del Liverpool nella finale di Coppa Campioni a Roma, contro la Roma, ha in mano una videocassetta, ai suoi giocatori dice: questa è una video cassetta che dice come è che gioca la Roma, possiamo guardarla e vedere come è che possiamo batterli, poi, fa una pausa, una lunga pausa, e riprende, ma noi siamo il Liverpool, noi dobbiamo giocare come giochiamo qualsiasi partita, per vincere, sono gli altri che devono preoccuparsi di noi e, preso la videocassetta la butta per terra e la schiaccia coi piedi. Poi è finita come è finita, vittoria del Liverpool. Esatto, tante volte a che serve snaturare il proprio modo di correre per andare a adeguare la nostra corsa sugli avversari, esatto, cosa che ha anche poco senso) A che cosa è servito dare una accelerazione così devastante ancora a quattro giri dal termine? Era e sicuro tattica di bruciare le energie sul finale agli avversari, ma il risultato è stato quello che si è bruciato lui da solo, bruciato by self. Quando vedo correre qualcuno così mi viene sempre allergia, mi viene l’orticaria, perchè hanno tutto per diventare uno al top, e invece …magari qualcuno di noi scarsi avrebbe avuto quei doni da Madre Natura, magari (ciao Vincenzo). Stessa cosa che un “mio categoria” ha messo in atto alla 6ore della Val Rendena. Atleta, simpatico atleta che viaggiava a 10’’ più veloce del sottoscritto e nelle gare di tal campionato di tal circuito che partecipavo in trentino. Ebbene, quella 6ore, la stessa cosa, per dar distacco al sottoscritto e per voler vincere la gara e con la gara vincere e sicuro, con una gara in meno, il campionato finale del circuito, è partito, e come sempre, veloce. Ma caro, ma lo sapevi che lì, a quella gara, non erano 10km, (che mi avrebbe, come sempre, strabattuto e vinto il campionato) Li si doveva correre per sei ore a fila. Sta di fatto che dopo 2 ore mi aveva già dato due giri di distacco, poi, alla quarta ora, toh, che vedo? Esatto, è li fermo ai box a farsi massaggiare, e intanto gli avevo recuperato un giro. Ripasso dai box e mi si attacca dietro, l’ordine di scuderia era quello, gli hanno detto, sei in vantaggio rispetto a lui, sei in vantaggio di 1 giro, se stai lì con lui, senza dannarti, vinci gara e campionato. Sta di fatto che è più facile a dirlo che a farlo. Prova tu quando sei allo stremo, è più facile a dirlo che a farlo. Difatti, sta li attaccato a me, e a l’altro fenomeno che si era attaccato anche lui a quel giro, che atleta di caratura superiore a noi due. Che, ai primi giri, addirittura a tirare come un forsennato e per star lì col primo assoluto. Ecco, voler star li col primo, a dopo 2 ore e mezza di gara, in mezzo al prato a farsi stirare le gambe dalla moglie (bella donna). Un altro fenomeno, questo di altra regione ancora, già campione italiano di specialità con circa 70km in sei ore a sessant’anni passati, dopo tre ore, lui ritirato. Questo di sessant’anni passati, addirittura, il fenomeno, a dar consigli a tutti prima del via. Alla partenza, il fenomeno, ha voluto stare tre ore attaccato al primo assoluto e è così che ha finito la gara prima degli altri, nel prato a farsi fare massaggi. Sta di fatto che, il forte trentino mio categoria che lottavamo per il primato, mi è si stato attaccato, ma per ancora e soli tre giri, poi s’è fermato di nuovo ai box. Mentre il sottoscritto, che a l’inizio viaggiava anche più a piano di Angelini, gli ultimi due giri, cosa che ha dell’incredibile, il sottoscritto gli ultimi due giri li ha fatti allo stesso ritmo del primo assoluto della gara. Per dire, di quanto si paga spesso e volentieri a partire da leprotto, di cosa succede se si parte sparati. Il sottoscritto, l’hanno dopo, ancora in gara, e ancora anche Giuseppe Angelini, ai tempi degli anni’70 tra i runner più forti della provincia, l’anno dopo è stato lui, Angelini, a darmi bella bastonata, e perché? esatto, visto che mi era andata bene l’anno prima, e che avevo terminato con ancora non esaurito energie, esatto, l’anno dopo ho voluto fare il fenomeno e l’ho preso in quel posto, esatto, dopo due ore sono stato costretto a ritirarmi. Sicuro che se ascoltavo il consiglio di Angelini, che mi diceva: guarda che stai andando troppo forte, sicuro che se l’avrei ascoltato, a quella gara, avrei fatto e sicuro di meglio, ma è andata così, ho voluto fare il fenomeno e l’ho pagata, l’ho pagata a caro prezzo. L’anno prima è stato proprio grazie a quella gara che ho fatto, oltre che primo di categoria, ho vinto anche il campionato del circuito della Val Rendena, ovvio, si è trattato solo che primo di categoria, non assoluto. Che per uno di sessant’anni passati che nel campionato era dentro anche con quelli di cinquantacinque anni, e nel trentino? esatto, non è cosa da buttare via. Correre da lepri, da fenomeni, non paga mai, questo posso dirlo, per esperienza diretta del sottoscritto. Già avevo corso una gara da leprotto, e da fenomeno. Un 3000 in pista a Leno. Sono li a fare l’andatura di quelli della mia serie, quelli dei 10’30’’ ai 11’30’’. Ebbene, dietro a me c’è Gorni, Enrico Gorni, che prendo occasione e che saluto. Ai tempi è stato un mio categoria, e ai tempi, discreto atleta. Quella gara era una battaglia tra noi due, esatto, non eravamo eccelsi runner, però ci stava la sfida. Ebbene, stavo correndo più veloce del mio personale sui 3000mt, che è stato in pista a Gavardo, un 11’14’’. Ebbene, a bordo campo sento Squassina che aggiorna Enrico sui tempi, stiamo viaggiando con finale sotto gli 11 minuti. Però, che succede, esatto, a un giro dalla fine mi sono fermato, causa che mi sono bruciato. Detto questo, detto tutto questo, se un runner di indole lepre, se durante la settimana, evita di fare allenamenti intensi, esatto, le ripetute fuori di testa, esatto, eliminando del tutto le ripetute, e usare la settimana per ricaricare di energie, facendo lento e medio, ovvero, ricaricare l’organismo e i muscoli delle energie che ha consumato la domenica precedente e correndo da lepre. Per me, e questo è logica, è scienza, per me, migliora anche senza ripetute. Per me, migliora anche più che fare le ripetute settimanali. Lo dico, perché e sempre per esperienza personale, il sottoscritto è migliorato un poco da quando aveva abbandonato le ripetute ma poi, tirando a tutta a ogni gara. Da qui che mi viene da dire che, la gara è il miglior allenamento. Però, questo era il vestito che andava bene a me, e non è detto che sia vestito che va bene anche a altri. Se non si ha velocità nel finale, come non ne ha il sottoscritto, c’è poco da fare, sei costretto a correre ancora con più testa, devi riuscire a correre al ritmo più alto che sei in grado di correre in quel momento di forma atletica, e tenerlo uniforme per tutta la gara, e senza strappi. Logico, non è cosa facile e non è cosa semplice, se non si è dotati di sprint finale, la teoria dice che: l’avversario devi farlo cuocere prima, prima degli ultimi 200mt. finali. Oppure ci sta un altro modo, l’energia, nel finale gara, devi prenderla, non più dai muscoli, ma dal di dentro, dalla energia interiore e dalla volontà (Pino di Lavenone direbbe: devi avere i ..oglioni). Gelindo, dopo qualche gara che arrivava dietro dopo essere stato al comando per quasi tutta la gara, sto sbrodolando di Maratona Olimpica di Seul, la stessa cosa, fino a pochi km dalla fine è li col gruppo di testa, poi, a mano a mano perde un po’ di terreno. Nella testa di Gelindo, succede una cosa, la mente va a pensare, anche questa maratona come le altre prima, va di .ulo, ecco che, la mente e lo spirito si ribellano, di colpo dalla bocca gli esce: no, questa volta no, questa volta a fan.ulo vanno gli altri. Sta di fatto che recupera terreno su terreno e alla fine va a vincere la Medaglia d’Oro Olimpica di Maratona. Stessa cosa di un 3000 in pista a Desenzano, si può mettere i nomi? Saranno permalosi? Però, se non si può raccontare quello che hanno visto i miei occhi, ma dove siamo, a che punto siamo arrivati. Ecco, in gara ci sono i più forti di categoria, fa tutta la gara Faustini, tutta la gara la tira Faustini, Gabossi gli è sempre incollato dietro. A trecento metri dal traguardo, Gabossi passa in testa, fa uno strappo e passa in testa, prende una decina di metri di vantaggio su Faustini. Faustini (che prendo occasione e lo saluto, tra l’altro siamo coscritti) ha pensato che oramai era gara persa, però ecco che, anche Faustini va a tirar fuori tutto quello che aveva dentro, la grande volontà che spesso, altri atleti, e forti atleti, gli manca. Gabossi e Faustini arrivano ai centocinquanta metri finali, e Faustini vede che Gabossi non guadagna più, rimane col solito vantaggio, anzi, vede il vantaggio di Gabossi assottigliarsi, cosa così logico che ti da più coraggio. A l’ultima curva, in dirittura d’arrivo gli è ancora dietro, ma ci crede e tiene duro, sta recuperando, poi, gli ultimi cinquanta metri un capolavoro, Faustini accelera ancora di più (caxo, ma Osvaldo, dove è che sei andato a prenderla quella energia? e tutti, li al campo gara, tutti ti davano oramai per sconfitto), assottiglia il distacco, a venti metri da l’arrivo, Gabossi e Faustini, sono appaiati, nessuno dei due vuole (mi viene alla mente la volata tra il sottoscritto  e Corsi, esatto, al miglio su strada di Rodengo. Che nessuno dei due a mollare e poi alla fine e per un soffio l’ha spuntata Corsi. Che colgo l’occasione e lo saluto) cedere, ma alla fine, a pochi metri dal traguardo Faustini sorpassa Gabossi, (Gabossi da giovane è stato più velocista di Faustini. Da giovane, Gabossi, che colgo l’occasione e lo saluto, è stato uno degli interpreti più bravi e più veloci del mezzofondo bresciano. Anche uno dei responsabili organizzatori della mitica Muratello/Maddalena) e Faustini va a vincere quel fantastico 3000 in pista a Desenzano. Osvaldo, una volta mi ricordavo anche il tempo finale che hai fatto in quella gara. Alla prossima sbrodolata. (mauro)

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