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DEAN KARNAZES

ANCORA UN’ALTRA BELLA STORIELLA CHE CI REGALA LA SPECIALITÀ EXTREME DELLE ULTRATRAIL, LA STORIELLA CHE PARLA DELLE FASI PIÙ SALIENTI DELLA CARRIERA SPORTIVA DI DEAN KARNAZES

Questa storia va a far conoscere qualcosa della vita sportiva di un altro grande e famoso ultrarunner americano. A veder bene le varie storielle, si nota che, è proprio dall’America che ha preso vita il mondo ultratrail. (è da l’America che ha preso vita il rock’N’roll) Esatto, sin dai primordi, tra le più famose gare ultratrail al mondo ce ne stanno tante che sono americane. Poi, è anche vero che gli americani sono maestri nel marketing? (caso strano, oltre che bella bionda delle gare Ultratrail che è americana, Californiana è la WS 100, così stessa cosa è per la maratona, che forse la più vecchia la Boston Marathon, ma che bella bionda, in tal specialità di maratona del correre a piedi su asfalto, è l’altra, ma che è sempre, e anch’essa, corsa americana. Guarda che ce ne staranno di posti sul Pianeta Terra e con location più belle per tal due specialità, però chissà perché, quello che arriva da l’America sembra sempre più bello, o sarà perché sono bravi nel fare marketing? Lo sai che solo l’aspetto turismo agenzie di viaggio italiane, e solo con tal bella bionda americana asfaltata fanno quasi quasi più fatturato di tutte le altre bionde asfaltate messe assieme e sparse per il mondo) Ispirata da un fatto vero e reale adesso vi racconto una storiella. the Deep Purple, a l’inizio non è una rock band, a l’inizio è un progetto discografico di una famosa casa discografica. Nel senso che, quelli della casa discografica, ruotando di volta in volta i musicisti turnisti e che avevano a busta paga, pensavano a tempo perso, di far incidere ai loro operai musicisti turnisti dei dischi del genere hard rock e in anonimo (ai tempi era così, le band di fighetti che vedevi in tv, non erano loro a suonare sui loro dischi, a fare e a suonare sul il disco erano i musicisti turnisti quelli bravi e non quelli che le ragazzine sbavavano per tal fighetti, solo la voce era del cantante della tal band di fighetti. Poi, quando la cosa è venuta a conoscenza, esatto, il gioco si è rotto. Ma lo sapete che chi ai tempi osannavate, tanti di questi son diventati famosi grazie al sudore di altri bravi operai della musica, che non conoscete, e che erano a busta paga di operaio di casa discografica. Ma magari di questa storiella racconterò) Di questa idea di rock band da studio, il tal progetto voleva sfornare dischi genere musicale hard rock, genere portato alla ribalta da Black Sabbath e Led Zeppelin e genere che stava ottenendo sempre più consensi nei gusti musicali giovanili. (esatto, piatto ricco mi ci ficco) Viene che, la prima canzone, il primo disco è una cover, e viene ben riuscita. Il sottoscritto aveva dodici anni e, la prima volta aveva sentito la tal cover della canzone Hush alle “autine, gli autoscontro” in piazza a Nuvolera. Viene che la cover piace e il successo non si fa attendere, e i giovani vogliono anche vederli chi suona e canta. Ecco che, visto il successo, la casa discografica deve organizzare anche dei live, delle serate in giro per l’Inghilterra per soddisfare la voglia del pubblico di vedere i loro idoli. Però, dopo un po’ di dischi, e anche se la rock band riscuote sempre più successo, causa le tasse inglesi e i giovani e che il pubblico si affeziona a loro. Come fai a far ruotare i musicisti? Esatto, non si può, non è da imprenditori ammazzare la gallina dalle uova d’oro. La cifra iniziale degli investimenti pubblicitari (marketing & affini) essendo stata alta e, causa le tasse imposte dal governo, visto che il governo inglese aveva trovato nella musica e nei dischi venduti dalle case discografiche il modo di far palanche. (tassando i dischi registrati in Inghilterra, la finanza di stato aveva sistemato i conti. Esatto, i dischi the Beatles in primis, avevano dato una sistematina al bilancio statale inglese. Certo che adesso siamo andati talmente avanti che abbiamo bruciato tutto il lavoro che ci stava intorno, l’indotto che creavano le case discografiche. Bei tempi quelli delle rock band, dei concerti live e del vinile. Ma lo sai a quante persone dava da lavorare questo settore? Settore che adesso come adesso è alla fame?) Come altre band prima di loro, e in primis the Rolling Stones, per motivi fiscali, anche the Deep Purple, vanno a registrare il nuovo disco a l’estero, in Svizzera, e per le registrazioni del disco noleggiano l’impianto mobile di registrazione the Rolling Stones, (ragazzi e ragazze, quando vi e se vi racconto storiella di quando the Rolling Stones erano stati in Costa Azzurra a registrare il loro disco Exile Main Street, ne esce una storia piccante che non vi dico, altri tempi, ai tempi ci si sapeva divertire, altro che fotografie su smartphone e social) e affittato un intero piano terreno di un hotel, dove per far passare tutto l’occorrente erano state buttate giù parte delle pareti di tal hotel dove alloggiava la band. Ecco che, in Svizzera, a Montreaux, era stato partorito e era venuto alla luce un bel disco: Machine Head. (la formazione della rock band visto che aveva riscosso sin da subito un buon successo, non è più stata rimaneggiata o cambiata e la formazione è resistita con quei musicisti per diversi anni, formazione, passati alla storia come MARK II. Ho avuto la fortuna di assistere a un loro live, palasport di Genova, e proprio il MARK II, la loro miglior formazione di sempre) Però, c’è un però, le spese erano state tante e, quando allestisci una rock band per fare tante palanche, non hai molto tempo da aspettare per iniziare a guadagnare le benedette palanche. Sta di fatto, che la casa discografica ricorre al solito trucchetto del disco live. (che al sottoscritto sono quelli che gli piacciono di più, esatto sono più veri, con tanto di steccate) Il disco live è una operazione a basso costo, piazzi solo i microfoni, accendi il registratore e registri tutto il live, viene come viene, comunque va bene lo stesso. (ci stavano anche chi faceva queste cose di registrare di nascosto e poi facevano disco clandestino, si chiamavano Bootleg. Di quella volta che con un mio amico avevamo registrato un live di uno dei più bravi chitarristi di sempre, di Rory Gallagher RIP, nel riascoltare la cassetta registrata mentre tornavamo a casa da Brescia a Nuvolento a l’1 di notte, e a piedi, il nastro si era disfatto, esatto, la cassetta era da buttare, inservibile) Ma per quanto riguardava il disco live il dubbio era, dove è che registriamo il live? Quelli della casa discografica avevano già da prima una loro idea, ma non hanno detto niente ai the Deep Purple, esatto, the Deep Purple non erano a conoscenza del perché la casa discografica gli aveva fatto incidere una canzone dal titolo Woman From Tokyo. Quelli della casa discografica erano i soli a conoscere l’andamento delle vendite dei loro dischi, e erano i soli a conoscenza che i giapponesi amavano le canzoni the Deep Purple. Ecco allora che, vanno da the Deep Purple e gli dicono, per rientrare delle spese di Machine Head dobbiamo incidere un disco live, un doppio disco live, organizziamo un tour in Giappone e prendiamo occasione di registrare un doppio disco live. Carissimi, siamo a inizi anni ’70, e tutto quello che proveniva dal Giappone era considerato un po’ scadente, stessa cosa dei prodotti cinesi di adesso. Detto questo, the Deep Purple non vogliono proprio starci, ma c’è un contratto firmato, e tu sai cosa vuole dire un contratto? (ispirata dal film Shining, film sulla capacità del marketing da parte degli americani. Chi legge tra le righe del film questo è) Sta di fatto che, e malvolentieri, the Deep Purple sono costretti dalla casa discografica di fare quel tour e quel doppio disco live. Riescono solo a ottenere che il tecnico del suono è il tecnico del suono di loro fiducia. Il tour in Giappone si rivela un grande, un grandissimo successo. I giapponesi amavano the Deep Purple. A l’ultimo live, dopo tre bis, che costretti dal pubblico presente a tre bis, non escono più sul palco. I Giapponesi a gridare Deep Purple, per favore, per favore Deep Purple, per favore ancora una canzone, Deep Purple per favore, per favore Deep Purple ancora una canzone, così avanti per più di mezz’ora. Poi, una volta che i Giapponesi si erano resi conto che tutto era finito, che the Deep Purple non sarebbero più usciti sul palco, dalla rabbia e dal dolore di averli persi, hanno dato in escandescenza, hanno letteralmente distrutto il teatro, spaccato tutto, dalle poltrone agli arredamenti al palco. Se avete occasione, guardate il filmato. Arrivati a Londra, dopo un paio di settimane ricevono la telefonata della casa discografica, la telefonata gli dice: passate di qua dagli studi per sentire il risultato delle registrazioni dei live delle serate del tour in Giappone. Già prima di partire per il tour in Giappone, the Deep Purple, avevano messo le mani avanti, nel senso che avevano ottenuto di titolare il doppio disco live Made in Japan, nel senso di cosa di poco valore. Svogliati, si recano agli studi e a sentire il risultato del disco, già solo alla prima canzone non credevano alle loro orecchie, il risultato era sorprendente, ne era uscito uno dei più bei dischi di sempre di tutta la storia della musica. Era, e è stato un disco che era entrato, e aveva fatto breccia nei cuori di tutti gli appassionati di musica e non solo de l’hard rock. ( che poi è stato anche il primo disco che aveva comperato Orzali. Ciao Alberto). La colonna portante del doppio disco erano le canzoni del disco registrato a Montreaux, esatto, Machine Head. Ma se Machine Head era stato fino allora un disco buono, con buone vendite, non era ancora al momento eccezionale, chi ha fatto diventare eccezionale e in vetta alle hit parade e alle vendite è stato proprio il doppio live Made in Japan, con tante canzoni di tal disco. The Deep Purple dicono: Machine Head era un buon disco, chi l’ha fatto diventare magnifico è stato Made in Japan. Poi, il sottoscritto, Viola l’ha conosciuta quando faceva la dj e sul piatto stava a girare proprio Made in Japan, la canzone Child in Time. Me la ricordo ancora, e son passati più di quarant’anni, bella, con una giacchetta gialla, che intratteneva facendo girare i dischi sul piatto del giradischi, chi stava nel tal locale di intrattenimento. Ecco che, presi da l’entusiasmo, quelli della casa discografica, per maximizzare la cosa, per incrementare il grande fatturato, vogliono sbarcare col disco anche in America. Ai tempi, per far successo discografico in America, bisognava fare prima pubblicità con una canzone passata alla radio. Stessa cosa the Pink Floyd con Money, stessa cosa di ELP con Lucky Man, stessa cosa per Van Der Graaf Generator con Theme One, stessa cosa per PFM, con E’ Festa, per il mercato americano cambiato in Celebration, poi, non se n’è fatto niente, perché gli americani vedevano in PFM simpatia per la sinistra italiana, il che era anche vero il che la dice lunga di come è l’establishment degli americani. Ai tempi era così: se sei di sinistra non ti faccio entrare. Esatto, ai tempi, se si voleva vendere dischi in America, meglio era far passare in radio, a tante radio, e una canzone che però doveva piacere, orecchiabile. Quelli della casa discografica e the Deep Purple pensano a Speed King. Arrivano in America e gli americani gli dicono: voi siete matti, se qui c’è una canzone da far passare in radio, ebbene, non può che essere Smoke On The Water. Canzone ispirata al bassista Roger Glover mentre dalla stanza de l’hotel dove alloggiavano a Montreaux vedevano le fiamme e il fumo sul lago, fiamme e fumo del locale dove stavano Frank Zappa and Mother of Convention, a fare serata live. Esatto, canzone ispirata da un fatto realmente accaduto. Che poi Frank Zappa, con la chitarra aveva sfondato le vetrate del locale per far uscire più in fretta chi era li al live. Grande Frank Zappa RIP, che con calma e sangue freddo è intervenuto a aprire via d’uscita per far si che nessuno si facesse del male. Ebbene, gli americani, grandi esperti e grandi conoscitori di marketing avevano visto giusto, difatti, Smoke On The Water è diventata una delle canzoni più conosciute e più famose al mondo, e il suo riff il più scimmiottato da tutti gli aspiranti chitarristi, compreso il sottoscritto. Ogni anno, 1 mattina ogni anno, su una spiaggia in Florida, si riuniscono decine di migliaia di chitarristi e tutti a suonare questo riff a l’unisono. Detto questo, la morale della storiella? Esatto, nessuno conosce di marketing come lo conoscono gli americani. Ritorniamo alla storiella di questo ultratrailmanrunner, che si chiama Dean Karnazes, è carriera sportiva condita di imprese ultratrail, ma non solo. Corsa a piedi ultra-distance e extrema sono le caratteristiche delle sue più note imprese sportive. Dean Karnazes, nel 2005, una rivista di fitness lo ha considerato uno degli atleti più sportivi e in forma. La Bibbia dello sport americano, nella sua versione femminile, lo ha anche eletto atleta più sexy de l’anno. Ma la sua fama, la deve tutta alle sue imprese sportive extreme di runner, imprese di corsa a piedi extreme del genere delle ultratrail, e spesso, in condizioni di autosufficienza. Dean Karnazes, è anche laureato in economia e ha un buon impiego. Karnazes ha anche pubblicato un libro autobiografico (di libri ne ha scritti e pubblicati più di uno) e dove va a parlare anche delle situazioni particolari che ha dovuto superare nel corso delle tante sue imprese e gare ultratrail, esatto, tra le quali, la mitica Western States 100. Che ricordo, la WS 100 non è uno gioco adatto a tutti, sono 161km e con un dislivello di 5500mt tra i monti della Sierra Nevada e della California. Poi, la gara nella famosa Valle della Morte, la famosa Death Valley, posto che ci sta nella gara ultratrail Badwater Ultramarathon, che è forse la gara più massacrante di tutte e forse più anche della Tor des Geants. La gara Badwater Ultramarathon è gara di 217 km e con temperatura che può raggiungere anche i 50°gradi centigradi. E per poi, per non farsi mancare niente, dopo tal gara, passare dal forno ai ghiacciai e a iscriversi anche alla prima Marathon del Polo Sud, da un extremo a l’altro. Che ricordo, la Marathon del Polo Sud, gara con dislivello di 3355mt. Alla domanda banale dei soliti prezzolati giornalisti, risponde: perché corro? Prova tu caro giornalista a correre almeno una 80ntina di km, vedi che la risposta te la dai da solo. A scuola già praticava la corsa a piedi, le campestri. Arrivato al college il nuovo allenatore, con quello non andava d’accordo (se non ricordo male, stessa cosa capitata anche a Kupricka. Chi nasce con spirito libero, e come vuoi si adatti a regole di insetti, regole copiate e che ci stanno nella società degli insetti, dove tutto è già deciso dalla nascita e dalla gerarchia) Questo il motivo che aveva smesso di correre a piedi e per ben una quindicina di anni senza più correre a piedi. Laureatosi, trova lavoro presso una industria farmaceutica, trova una ragazza, s’innamora, e la sposa. Esatto, anni di una vita ordinaria e senza scosse, però, sentiva che gli mancava qualcosa, uno spirito libero non lo puoi imbrigliare, le passioni riemergono sempre, le passioni non le puoi soffocare. Una sera, mentre stava a festeggiare il suo trentesimo compleanno in compagnia di amici, in un night, bevve così tanto che, si ritrovò, e senza saperlo, si ritrovò ubriaco (e quella volta che il sottoscritto ubriaco i ragazzi di Salò m’avevano caricato sulla corriera e avevano detto a l’autista, questo qua scaricalo a Nuvolento. Che poi Alfredo sorreggendomi mi aveva accompagnato fino casa, e gli dicevo: Alfredo, ‘l’naà zho che l’era èn piazer andava giù che era un piacere) Arrivato a casa, Karnazes, ando a spogliarsi e nel ripostiglio vide un suo vecchio paio di scarpe che qualche volta aveva usato anche a correre a piedi. Le mise ai piedi, indossò un paio di calzoncini e una maglietta e usci a correre di notte, una corsa fin dentro la Silicon Valley, correva e correva, si fermò e realizzò che, aveva corso a piedi per ben 48km. Ecco che, quella serata della sbornia, aveva riscoperto il piacere di correre a piedi. Dopo quella sera, e, per conciliare lavoro e famiglia, correva spesso di notte. Ogni notte, e per sei giorni la settimana faceva dieci miglia, un 16km circa. Si era messo in testa di partecipare alla Western States 100, e era l’anno 1994. Precedentemente, riuscì a completare una gara di 80km in 8h e mezza e riuscì a ottenere il minimo per avere assegnato un numero di pettorale della mitica Western States 100. Fu così che anche Karnazes si presentò al via della sua prima WS 100. Giunse al traguardo per quindicesimo su n°379 partecipanti. L’anno dopo si presenta al via della infernale, una delle più extreme gare Ultratrail, la: Badwater Ultramarathon, la difficoltà della gara lo costringe a ritirarsi. Dopo, partecipò ancora a questa Badwater Ultramarathon, e fino che tagliò per primo il traguardo di questa gara extrema nel 2004. Invece, è del 2002 la spedizione in Antartide, con l’arrivo al Polo Sud, e solo altri cinque i concorrenti in gara. Anno 2006 completò ben 50 maratone, in diversi cinquanta stati americani e l’ultima era stata la bella bionda, che chiuse con il tempo finale di 3h00’30’’. (che per qualsiasi runner cittadino, di quelli che pensano che nella vita di un runner la maratona è tutto, questa cosa di aver mancato per pochi secondi di avere il 2 davanti, per il tipo di runner di città, questa cosa è come situazione di trovare bella donna che ci sta, ma che poi, sotto le lenzuola è meglio che scappi se non vuoi trovarti qualcosa di duro in quel posto. Esatto, finire una maratona con il 3 davanti e solo per pochi secondi, esatto, come bella donna che ti dice, non prendertela, sai, a gli uomini a volte capita di fare cilecca. Ma non così per Karnazes, gli ultratrailmanrunner non guardano al cronometro, questo ve l’ho già detto più volte) Le extreme imprese sportive di Karnazes lo hanno fatto conoscere in tutta America, e spesso è invitato in trasmissioni e programmi televisivi, e anche a tenere delle conferenze in fatto di fitness. Nel l’anno 2000 è stato Campione Mondiale corsa Outdoor. Anno 2004 oltre che 1° alla Badwater Ultramarathon. Ha corso una 24h su tapis roulant o su pista? penso pista, e facendo registrare 238km. Anno 2005: 560km in 80h44’ e senza tappe. Anno 2006 e anno 2008, rispettivamente alla Vermont Trail 100 e alla Deserts Race Series ha tagliato per primo il traguardo. Poi, una corsa da Disneyland a New York in 75 giorni. Con la storiella di Dean Karnazes ho finito, domani, quasi quasi, vado anche a raccontare di ultratrailwomanrunner, sono poche, ma donne che hanno più ..oglioni di tanti uomini ultrarunner ci sono. Se non mi viene altra ispirazione, magari domani vado a raccontare e a sbrodolare di donne ultrarunner, e quelle che non metto i loro nomi, non me ne vogliano, le storielle vado a cercarle, e se niente trovo che parla di chi ho dimenticato, non è nella mia volontà. Magari sta nella mia poca capacità di cercare, ma la cosa non è voluta apposta. Non serviva la premessa, le donne, tante e tante sono molto più intelligenti degli uomini, e la premessa non serviva. Alla prossima. (mauro)

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