BRESCIA EST - VALLI DEL MARMO - ALTO NAVIGLIO - VALTENESI - VALTROMPIA - FORESTA ALTO GARDA OCCIDENTALE - OLTRE CONFINE

continua con la sbrodolata di quando l’abito faceva il monaco.

Un accenno a Christiania Libera, quartiere di Copenaghen simbolo del movimento hippies in Europa, quel che Haight Ashbury di San Francisco era quartiere simbolo del movimento hippies americano. Sbrodolata che va a dire che lo schermo, piccolo o grande che sia, imprigiona la vita delle persone come il pane intero imprigiona la vita del mio quattrozampe Peter

 

bella dolce sensuale e sexy ragazza hippie in posa, avete forse visto labbra rosse?

 

icona un po’ irriverente di femminista stile hippie, avete forse visto dei tacchi a spillo? avete forse visto delle labbra rosse?

 

hippies in posa

 

il mitico eskimo

 

quel che resta di Haight Ashbury, il quartiere hippie di San Francisco

 

ingresso principale a Christiania Libera, il quartiere hippie di Copenaghen

 

Peter, il mio amico quattrozampe, è uno della famiglia, a tavola ha il suo posto vicino a me

 

 

I tempi son cambiati, in meglio? in peggio? nel senso che più nessuno che si accontenta del poco, mirano sempre al molto, al superfluo, (nel senso che la televisione ha fatto vedere e fa vedere che c’è chi se la spassa e bella comoda? e che fai, tu rimani li come un merlottino a aspettare che arriva la mamma a imboccarti? Tanti anni fa un ghanese, viene a fare l’impianto de l’autoradio sulla sua auto, una vecchia auto che aveva comperato usata, così, parlando del più e del meno mi fa, sai, un giorno era diverso vivere da noi, nessuno aveva niente ma nel nostro cuore ci stava ugualmente allegria e gioia, eravamo tutti sulla stessa barca e pensavamo che il mondo era quello, che da altre parti non era poi così diverso. Poi, qualcuno in città ha iniziato a mettere la parabola e abbiamo visto la televisione, abbiamo visto che fuori ci stava un altro mondo, che noi eravamo proprio poveri, di colpo nel cuore, l’allegria e la gioia hanno lasciato il posto alla tristezza e alla rabbia. Nel nostro cuore ha preso posto la voglia di cambiare la nostra vita, fosse stato andare anche incontro alla morte. carissimi, non si può fargliene una colpa, nella vecchia America del far west, le famiglie di coloni bianchi si spostavano in carovana e per spingersi sempre più a ovest, alla ricerca di una vita migliore, chi non lo faceva, esatto, si sentiva un codardo. Esatto, la famosa epoca della “gold rush”, la corsa a l’oro. Dove poi stupenda canzone di Neil Young a cantare The After Gold Rush, esatto, dopo la corsa a l’oro, cosa è che ti rimane? la società dei bipedi umani come ne era uscita? era uscita migliorata o peggiorata? e dopo la corsa al sfrenato consumismo, alla corsa di acquistare aggeggi su aggeggi, dopo che tutti hanno il loro bel smartphone, la società dei intelligenti bipedi umani ne è uscita migliorata o peggiorata? datela voi la risposta) nel senso che tutti a rincorrere con frenesia di possedere aggeggi. Nel senso che tutti a correre dietro a la comodità, dove tutte le comodità e gli aggeggi hanno un costo da pagare, specialmente allo stress, ma poi ancor di più vanno e spesso e volentieri a creare situazioni, esatto, di creare danno alla salute del Pianeta Terra, un danno a Madre Natura, tanto chi se ne frega delle generazioni che verranno. L’importante che sto comodo io, dopo, delle nuove generazioni si arrangino come si sono arrangiato io, questo è il pensiero corrente della tanto intelligente società di animali bipedi inneggiante a la civiltà digitale? L’egoismo, la legge del più forte, che chi ha palanche comanda, che il più forte e chi ha tante palanche deve avere sempre la meglio di chi più sfortunati? è questa la visione di vita degli intelligenti animali bipedi? Che loro, quelli diventati ricchi, e non stiamo a sindacare come? i potenti, i palancai a mentalità industriale, con le loro fabbriche a impestare la terra, l’acqua e l’aria, esatto, a inquinare il Pianeta Terra e i poveri (che carissimi ricchi, il Pianeta Terra è di tutti chi lo abita? dovrebbe essere stato così, di differenziarsi da gli animali che segnano con la piscia il loro territorio, dove i ricchi segnano il territorio con le palanche?) a pipparsi anche loro l’inquinamento che non hanno creato loro il PIL, e costretti perchè i ricchi amano il PIL, costretti a pippare e a mangiare la ..erda e anche più degli altri e anche se di colpe ne hanno meno di tutti? Questa è la intelligente società dei bipedi Homo Sapiens e Donna sapiens? arrivati fino a mai a l’era del digitale e del wireless, è questa l’intelligenza? sai che non lo sapevo. Sai che, da retrogrado ancora fermo a mentalità hippie, avevo altra idea di cos’era l’intelligenza. Che pensavo, e evidentemente sbagliando, che, l’intelligenza era cosa più nobile e elevata che il campare solo per accumulare palanche e aggeggi. Proprio stupido che sono. Detto questo, di quando eravamo, o forse meglio dire che, quando voi quelli a manovrare l’establishment eravate meno intelligenti, guarda te, si poteva respirare anche l’aria e senza mascherina e bere l’acqua anche dai fossi. Mentre adesso, avanti, avanti e avanti, la realtà dei fatti è che: non ci si può più stringere la mano, non ci si può più dare un bacio, non ci si può più sedersi vicino, si deve stare distanti, a passeggio si deve portare una mascherina sul muso come i cani di grossa taglia, ci si deve continuamente lavare le mani e misurarsi la febbre. Si deve conoscere bene l’indirizzo del Pane Quotidiano e della Caritas, ci si deve incontrare e vederci tramite schermi, ohè, come è bello il progresso. (certo dite che è stata solo casualità, che sarebbe potuto capitare ne più e ne meno, sta di fatto che è capitato adesso, a l’era del digitale. Poteva capitare anche prima, sta di fatto che è capitato adesso. O non è vero?) Siete stati furbi a chiamarlo progresso e in modo di confondere le nuove generazioni, carissimi questo non è progresso, chiamiamolo col suo vero nome: STUPIDITA’. (ispirata da la risposta che Pasolini aveva dato a tal giornalista. Che gli aveva aggiunto, voi avete confuso progresso con la parola sviluppo del consumismo) Ecco, quando non ci stava la frenesia della rincorsa allo sviluppo del consumismo lo sai caro bambino e cara bambina com’era? Che a la settimana di Pasqua, ai bambini, le mamme, gli facevano mettere le brachette corte, e gli zoccoletti e fino a fine estate, fino al rientro a scuola a ottobre, 1° di ottobre. Ma guarda te che noi bambini e bambine giocavamo a l’aperto e ci divertivamo e eravamo più felici di voi adesso. Che strano? non è strano è solo che la legge della vita, più cose vieni in possesso e più costose sono, è di logica che più si diventa infelici. Lezione che mi ha insegnato il mio Peter, il mio quattrozampe, che quando gli do un pane intero, ha finito di vivere, la sua vita è diventata solo che fare la guardia al suo pane, di andare a trovare posto dove nasconderlo, magari in altra stanza, e appena uno si alza dalla sedia, subito a correre nell’altra stanza a far di guardia la pane, esatto, il pane gli ha imprigionato di vivere. Quando il sottoscritto era un bambino, ai tempi, per noi bambini di famiglia di operai, di paia di scarpe ce ne stavano due di paia, un paio per la festa, l’altro per andare a scuola e di tutti i giorni. Di vestito ci stava quello della festa e quello di tutti i giorni, uno al fosso e uno indosso, questo era. Dove i vestiti non si buttavano via (cosa che il consumismo, questa cosa la vede come il fumo negli occhi) si passavano al fratello più piccolo e a la sorellina più piccola. Non si buttava via niente, si riciclava tutto. I primi camion che passavano per la via a raccogliere n°1 sacco di immondizia una volta la settimana è stato dopo metà anni ’60. Prima non passava nessuno per l’immondizia, (solo in città si era iniziato a passare coi camion dello sporco e intorno e già a cavallo anni ’60. esatto, la città da sempre più caotico e stressante a vivere, dopo che andando avanti la città è diventato proprio posto invivibile) esatto, perché non ci stava situazione di creare immondizia. L’immondizia era del quasi tutto inesistente, non era ancora arrivata la moda de l’imballaggio e de l’usa e getta. Ecco, ma lo sai a quei tempi come eravamo felici noi bambini, ma riesci a immaginarti di come eravamo felici noi bambini e bambine. Tu pensi, caro bambino e cara bambina di essere forse più felice dei bambini e delle bambine di mezzo secolo fa? li seduto sedentario a farti ammaestrare da uno schermo, ecco pensi che quella è la felicità. Tu pensi che i Tom Sawyer del passato, e i ragazzi della Via Pal del passato erano meno felici? Ma lo sai come si divertivano i bambini e le bambine dei tempi passati, divertimento in libertà, altro che lezione di questo, di quello, e di quell’altro ancora, e per finire rimbecilliti a passare ore e giornate a fissare uno schermo portatile che si è impossessato della tua vita (esatto, per te, lo schermo è la stessa cosa del pane del mio Peter, esatto, ti ha imprigionato la vita). Cari bambini e care bambine, esatto: AUGURI, e da dire grazie ai vostri genitori. Detto questo, da l’abbigliamento e dal modo di vestirsi, ai tempi si capiva subito da che parte pendeva politicamente una persona, specie se ragazzo e ragazza. Esatto, se portava un eskimo, non poteva avere simpatie di destra o di DC. L’eskimo era abbigliamento di quelli di sinistra e specie più a sinistra. Poi ci stava l’abbigliamento dettato da la moda americana, i famosi jeans, li portavano sia quelli di destra e sia quelli di sinistra, però, se puliti e con la giacca, capivi che erano di idee politiche di destra. Se invece erano tenuti trasandati, ecco che chi li indossava, non sbagliavi, aveva idee di sinistra. Esatto, una volta ci stava meno mimetismo, la gente era più vera, voleva proprio farsi riconoscere non solo fuori ma anche come era dentro, ci stava meno furbizia e più sincerità. Dopo, qualche decennio dopo è arrivato il proprio e vero culto de l’abbigliamento, i Paninari. Ma di questo magari dopo. Ebbene, verso la fine degli anni ’60, a cavallo anni ’70, la televisione era diventata il padrone e la voce più autorevole della società dei intelligenti animali bipedi. Ecco, se fino a metà anni ’60 i ragazzi si vestivano come potevano, a secondo de le possibilità famigliari, con l’avvento della televisione a girare per le strade sembrava che giravano dei replicanti. Esatto la televisione aveva imposto il modello, dettato la moda. Capelli lunghi e eskimo e jeans trasandati e camicia trasandata o maglione i ragazzi con idee di sinistra, quelli mal visti dai genitori, che pregavano i loro santini che la loro figlia non facesse la stupidata di mettersi con uno di quei tipi, che stesse lontano e trovasse un ragazzo serio, a posto, rispettoso, e che vestiva in modo un po’ più da cristiani, magari che bello se in giacca e cravatta e con idee di centro, DC. Esatto, mentre i ragazzi con idee di destra, ai tempi (adesso no, adesso sono tutti mimetizzati, destra sinistra centro e chi più ne ha più ne metta, esatto, adesso il mimetismo rende più facile non dare troppo ne l’occhio e a l’occorrenza di cambiare idee, e a l’occorrenza, anche di saltare giù da un carro per salire su quell’altro più di moda, esatto, che traiana più tanti voti) era così: la giacca, spesso la cravatta, la camicia con colletto sempre pulito e inamidato, il cappotto e le scarpe sempre lucide e farsi vedere la Domenica Mattina sul sagrato della Chiesa. Esatto, ci stavano dei rituali dove non si poteva sgarrare, se volevi far parte delle persone serie. (esatto quelli coi capelli lunghi erano solo che considerati dei poco di buono, dediti ai vizi, questo era ne l’immaginario collettivo. Fortuna per i genitori delle ragazze che ci stavano anche i ragazzi della Dc, i ragazzi Centristi, n’è carne n’è pesce, hybridi furbi, quasi tutti figli di idee provenienti da Associazione Benpensanti e Custodi de la Moralità e che dovevano far andar bene l’Italia, esatto di andare a salvare l’Italia in caso che alle elezioni fossero andati a vincere i Comunisti, non vi ricorda niente la parola Gladio?, esatto che non solo la corta spada dei soldati di Roma Antica. Esatto, tal ragazzi centristi, ne di dx e ne di sx avrebbero dovuto da grandi prendere in mano il destino de l’Italia, che, da grandi, arrivati ai posti di comando, l’Italia di farla diventare nazione sempre più prosperosa e felice e senza conflitti sociali. Si Si, ho visto, ho proprio visto. Ho visto, o meglio si è visto dai telegiornali le mazzette che giravano sotto banco. Il bello che anche adesso è così, dove ci stanno le palanche da spartirsi, esatto, non la colpa delle persone, ma le palanche che fanno e sempre diventare tutti democristiani?) Questi di dx e centristi DC, che senza girare per strada con l’eskimo, erano i ragazzi che ben visti dai genitori delle ragazze. Dove per la legge del contrappasso, a le ragazze giovani che al momento non pensavano al matrimonio, loro, quel tipo di ragazze di “buona” famiglia, guarda te, preferivano proprio i ragazzi trasandati con l’eskimo e i capelli lunghi. (ispirata da la canzone di metà anni ’60, la cover del complesso I Corvi: Sono Un Ragazzo di Strada, ma magari avrò occasione di pubblicare tal testo e di commentarlo, però non adesso) Guarda che è bella questa, le ragazze di buona famiglia si divertivano di più con quei ragazzi coi capelli lunghi e jeans trasandati, ma poi sono sempre andate a sposare quelli dai capelli corti in giacca e cravatta. Che forse questione di palanche? sai la famiglia il lavoro è cosa che non si può programmare con uno dai capelli lunghi. La giovinezza passa, ma poi si mette su famiglia, esatto, le tal brave ragazze, finito l’età del divertimento, sono andate a sposare gli altri, quelli con capelli corti e in giacca e cravatta e con alle spalle un lavoro sicuro. La televisione, a cavallo anni ‘70 aveva con la sua forza imposto il modello da copiare, e sulle strade, esatto, schiere di replicanti, che capivi subito da che parte pendevano, bastava vedere come si vestivano. (non sono d’accordo in questa situazione con Pasolini, che andato a dire che poi la moda imposta dalla televisione aveva fatto diventare uguali tutti i ragazzi e le ragazze, che visti per strada Pasolini diceva che, da come vestiti tutti coi jeans e la camicia e le scarpe da ginnastica, non riusciva più a distinguere da che parte pendevano politicamente. Pasolini si era fermato a vedere il capo di abbigliamento ma non aveva notato le sfumature. Esatto, dopo, anni dopo ci aveva pensato Gaber a spiegare le differenze, ironizzando proprio su le differenze, con la canzone Cos’è la dx cos’è la sx) Spesso e volentieri, tanti di quelli con l’eskimo avevano l’Unità in tasca, ma anche il Re Nudo e anche il Ciao 2001 e a domanda della ragazza, che venuta su con altre idee più serie, la quale gli diceva, ma guarda come sono ridotti i tuoi jeans, ma non puoi comperarne un paio di nuovi? e loro a rispondere: preferisco un nuovo libro a un paio di pantaloni nuovi. Quelli ricchi e quelli di destra, a fare shopping andavano a comperare i vestiti al Cordusio e in centro, specie sotto i portici. Mentre quelli di sinistra, la maggior parte figli del proletariato, lo shopping al mercatino americano e nei negozi de l’usato, tipo Campo di Fragole. Detto questo, quando anche in Italia era scoppiata la moda, abbigliamento hippies, durata forse al massimo due anni, anche sotto i portici di Brescia e i negozi del centro, pensa te, abbigliamento hippies, però firmato, costoso, questa è proprio bella, che pur di far palanche. Camice a fiori belle colorate a 20mila lire, e quando al mercato, i giovani hippies, le comperavano a 2/3mila lire, esatto, però non erano firmate. Al mercato, nella piazzetta vicino a P.za Vittoria, Levis e Wrangler a 3mila lire, i negozi sotto i portici di Brescia a 20mila lire, vaqle a dire (però sai, sai il vanto di dire sono stato a fare shopping, che la parola non era ancora entrata in uso comune, doveva ancora essere sdoganata, si diceva che si andava a fare compere, e il vanto di quelli di buona famiglia se i negozi erano quelli sotto i portici) esatto, metti 30€ di adesso, più o meno. Prova tu adesso andare a comperare un paio di jeans di “marca” a 30€. Esatto, l’intelligenza di andare in fabbrica in catena di montaggio, e per poi spenderli di comperare le braghe a cinque volte di più di quello che costavano mezzo secolo fa. Scusa dove sta l’intelligenza, se è vero che becchi busta paga più alta, di cinque volte di più, ma se poi tutto costa cinque volte di più di quel che costava mezzo secolo fa, dimmi tu, dove è che sta l’intelligenza? Sarà che forse perché non ho gli occhiali giusti, ma tutto questo decantato progresso non lo vedo proprio. Altra grande differenza, che i ragazzi di dx, che di buona famiglia benestante, famiglia di operaio difficile che nasca uno di dx, la dx di quei tempi, aveva puzza sotto il naso, e aveva il suo posto di incontrarsi, se a Milano erano conosciuti come i Sanbabilini, e Roma erano conosciuti come i Pariolini. Esatto dal nome della piazza che avevano scelto come loro punto di ritrovo. Si differenziavano, volevano proprio far vedere che la loro famiglia era piena di palanche, difatti, pur a parole a dire di amare il Tricolore della bandiera italiana, esatto, dopo razzolavano male, esatto, comperavano solo che marchi stranieri e quelli più costosi. Dal libro di Simona Segre, si accenna a uno spaccato di quei anni, e si fa notare la situazione delle femministe, visto che non si può copiare, riassumo a memoria e con parole del sottoscritto. Allora, a quel tempo il mimetismo non aveva ancora preso il sopravvento e le femministe ci tenevano a far vedere che erano femministe. Le femministe, a cavallo anni ’70, a varie riprese e con la visualità mediatica che sempre scarsamente si è interessata a loro, e quando lo ha fatto, sempre in toni di sufficienza e a volte scadendo ne l’ironico, c’è stato un tempo che, il movimento femminista era alimentato dal movimento hippies, le ragazze e le donne portavano, preferibilmente, le gonne e non i jeans, Le gonne era no stoffa dei jeans ma erano anche a fiori, calzavano ciabatte o zoccoli, amavano vestire con, i cosiddetti, abiti etnici (dove la leggenda racconta che il primo a dar vita a la moda di portare il kefiah, il tipico simbolo copricapo della lotta del popolo palestinese, in Italia, la moda è stata lanciata da Mario Capanna, esatto, l’ex leader del Movimento studentesco milanese. Andato poi, se non ricordo male, andato anche in parlamento eletto nella lista di Democrazia Proletaria, che era l’extrema sinistra radicale, il movimento che più contrastava l’ideologia del capitalismo) da dove quel tipo di vestirsi era stato in America il modo di vestirsi delle giovani donne del movimento hippies, dove anni dopo, le femministe di tutto il mondo, esatto, era diventata una moda globale, una moda seguita sia dalle femministe americane e sia dalle femministe europee (dove adesso, e forse, e dico forse ma penso che lo smartphone sia arrivato anche la, esatto, la a Copenaghen a Christiania Libera, il più famoso quartiere hippies di tutta Europa. Dove ci avrebbe andato volentieri anche il sottoscritto, ma allergico al freddo, e in estate il basso lago di Garda dava da che divertirsi, e vado oggi e vado domani, non ci son più andato. Dove fino a venti anni fa il cellulare non lo volevano vedere proprio. Allora, visto che questo è altro filo di argomento che m’ha sempre affascinato, e che la sbrodolata inizia a diventare lunga, termino qui e domani vado a sbrodolare anche di Christiania Libera) Dove che a Christiania, uno dei modi per sostenere la comunità hippies era proprio creare vestiti, per favore, non ci sta confronto con quello che trovi nei negozi, li è, o almeno era, un creare vestiti seguendo la natura, fibre naturali, tintura con prodotti di natura, bandita la industria chimica, tutto il lavora fatto ancora a mano. Carissimi che avete bisogno della serva che vi fa trovare pappa pronta, la, in quella comunità, non solo a spinellare, qualcosa manualmente sono, o almeno, erano anche capaci di fare. Ma poi, l’abbigliamento di Christiania, ha valore aggiunto, dentro ci sta l’amore e il cuore e che ci hanno messo le belle, le bellissime, sensuali attraenti sexy donne hippies che vivono nella comunità di Christiania, una comunità multietnica sin da la sua nascita. Abbigliamento nato e indossato come un distintivo, che ai tempi, distintivo del modo di vestirsi e come una forma di ribellione uguale in tutto il mondo, e indossato anche dalle femministe più femministe, un modo di non identificarsi con le signore borghesi della aristocratica borghesia. Domani continua 1 ABBRACCIO MANY KISSES (mauro)

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